Dal ‘rito’ di Pian del Re, con i giovani padani, alla festa della Lega Piemont di Borgosesia, conclusasi poche ore fa e dedicata al sindaco ed europarlamentare Gianluca Bonanno, scomparso di recente. E, prima ancora Ferragosto a Capriata d’Orba, punto di riferimento per tanti leghisti non solo della nostra provincia, ma piemontesi e liguri. “Le vacanze sono un lontano ricordo”, constata Riccardo Molinari, segretario nazionale (alessandrino) del Carroccio piemontese, che ha già pienamente ripreso il ritmo solito di incontri, telefonate, serate fra i militanti in tutta la regione. Ma che autunno sarà, politicamente e non solo, quello che ci attende? E quali saranno le scelte, strategiche o anche tattiche, della Lega ‘a trazione Salvini’, a fronte delle manovre in corso nell’universo berlusconiano, fra ricerca di leadership e ‘ponti’ con il mondo di Renzi? Referendum di novembre, ed elezioni amministrative piemontesi della primavera 2017 a Cuneo, Asti e naturalmente Alessandria sono i temi fondamentali della chiacchierata con Riccardo Molinari.
Segretario Molinari, da dove riparte la Lega Piemont, dopo la pausa estiva?
La Lega in Piemonte non si è praticamente mai fermata, e questo grazie all’impegno costante di tanti nostri militanti e attivisti, che si sono impegnati in una serie di iniziative certamente di divertimento e ristorazione, ma anche di dibattito e confronto. Ora ci attende un autunno certamente vivace, in cui il Referendum sarà al centro di molte nostre iniziative, per informare davvero più persone possibili, non necessariamente solo i nostri elettori, della gravità di questa riforma.
Ecco, spieghiamo perché la Lega dice no, senza indugi.
Cerco di essere essenziale, anche se ovviamente si potrebbe entrare nel tecnico e parlarne per ore, e lo faremo. Peraltro del referendum sulle riforme ancora non si conosce la data ufficiale: prima si diceva ottobre, poi novembre, ora qualcuno parla di ulteriori slittamenti. Il punto vero però è che, se Renzi porterà a compimento il suo disegno e vinceranno i sì, la democrazia in questo paese sarà davvero in pericolo. Non sono chiacchiere: già gli elettori non votano più per le Province (dove i politici ancora ci sono, ma di fatto nominati da altri politici, ndr), ora vogliono eliminare il Senato elettivo, e approvare una legge elettorale che di fatto consentirà ad un solo partito di Governo di controllare tutto, imponendo ad un parlamento del resto a quel punto per nulla rappresentativo del volere popolare anche l’approvazione di leggi che il governo ritiene imprescindibili.
Qualcuno evoca, polemicamente, la riforma del Venerabile Licio Gelli: roba di 35 anni fa, la P2 e il suo Piano di Rinascita Democratica. Però…
(riflette, ndr) Certamente l’Italicum è peggio delle leggi ‘fascistissime’ di Mussolini. E per quanto riguarda noi della Lega c’è un secondo aspetto inaccettabile, che è la morte di ogni forma di decentramento e federalismo. Le regioni tornerebbero ad essere, com’era negli anni Settanta, enti con mere competenze amministrative, con qualche autonomia minima ancora forse solo in ambito urbanistico. La concentrazione di tutta l’autorità e i poteri nelle mani solamente dello Stato centrale riporterà l’Italia indietro di oltre trent’anni, quando la Lega nacque proprio per combattere quello stato di cose.
Il fronte del No è molto vasto, ma anche estremamente eterogeneo. Ci sarà nei prossimi due mesi per iniziative comuni, anche magari a livello alessandrino?
Perché no, la Lega è pienamente disponibile a ragionare, e a confrontarsi pubblicamente: soprattutto a livello locale si potrebbero certamente organizzare momenti di approfondimento, con l’obiettivo di raggiungere più persone possibile, confrontandoci in maniera allargata con tutti. I più labili su questo tema (e veramente non solo su questo) mi sembrano i 5 Stelle: Di Battista va da una parte, Di Maio da un’altra. Ma naturalmente sono problemi loro. Quel che mi sembra fondamentale è spiegare agli italiani che questo non è un referendum pro o contro il premier, ma una scelta da cui può dipendere il futuro della nostra democrazia. Che poi Renzi abbia prima tentato di metterla in forma di plebiscito personale, e poi di ‘sganciare’ il referendum da se stesso, subodorando la sconfitta, fa parte dell’inaffidabilità del personaggio, assolutamente spregiudicato. Del resto ha già ritrattato anche su sue possibili dimissioni, che non ci saranno neanche in caso di vittoria del No. E’ tutto dire!
In primavera invece, segretario Molinari, ci attende un appuntamento elettorale amministrativo importante: per alessandrini e acquesi in primo luogo, ma si vota anche a Cuneo, Asti e in diverse altre località del Piemonte. La Lega cosa farà?
La Lega in Piemonte sta crescendo di mese in mese, la vittoria di Novara di pochi mesi fa è stata emblematica, stiamo lavorando a pancia sotto in tutti i comuni, le città, i paesi. Ovunque, a partire da Alessandria le persone ci fermano per strada, raccontano una realtà non solo di crisi ma anche di mala gestione amministrativa targata Pd, e ci chiedono di cambiare le cose. Oggi è difficile però definire a priori un quadro unitario a livello di alleanze. Ossia: a noi piacerebbe poter ragionare in termini di centro destra unito, consapevoli che quella è la strada per vincere. Però lo scenario nazionale, con la convention di Parisi addirittura in sovrapposizione al nostro classico appuntamento di Pontida, mi pare un segnale tutt’altro che da intenti unitari, da parte loro. Vedremo.
Ad Alessandria abbiamo ovviamente i fari puntati su Palazzo Rosso: qui il candidato unitario ci sarà, e sarà Antonio Maconi, o dobbiamo aspettarci sorprese?
(riflette, ndr) Lo abbiamo sempre detto, e lo ribadisco: un programma condiviso, con alcuni punti qualificanti e condivisi per rilanciare una città importante come Alessandria, che davvero non merita di fare la fine che sta facendo, viene prima ed è più importante del candidato sindaco. Prima della pausa di Ferragosto un incontro tra i diversi partiti del centro destra e Maconi c’è stato, ma nulla è stato definito, e anzi sia lo stesso Maconi che i partiti hanno considerato quel passaggio, pur importante, come interlocutorio, con una serie di varabili ancora da valutare. Personalmente vorrei che il candidato, o candidata, fossero individuati prima possibile, e che fossero frutto di un percorso ampio e condiviso. Ma, deve essere chiaro, la Lega è pronta ad essere comunque protagonista del cambiamento in questa città: ce lo chiedono gli elettori, e ad oggi posso soltanto garantire che non li deluderemo.
Meglio un ballottaggio col centro sinistra, o con il Movimento 5 Stelle?
Le recenti amministrative dimostrano che i 5 Stelle, al ballottaggio, aggregano ogni forma di malcontento, e di voto ‘contro’ anziché per costruire, per cui è evidente che sono temibili. Meglio il centro sinistra: ma soprattutto noi dobbiamo convincere, con una proposta seria e credibile, gli alessandrini di centro destra, che da anni sono sfiduciati, a tornare a votare. Se ci riusciamo, non dobbiamo davvero temere nessuno.
Ettore Grassano