Curiosità in circolazione [La Fenice]

CentesimiQuante volte, durante la giornata, usiamo gli spiccioli? Tante; ne sappiamo qualcosa quando siamo alle macchinette distributrici di bevande, durante “la pausa caffè”.Ci sono giornate in cui ne maneggiamo veramente molti, senza neppure guardarli; poi, ad un certo punto, il nostro sguardo cade su una moneta che si distingue dalle altre, e allora la soppesiamo e la studiamo, come se fosse una rarità.

Effettivamente ci sono tante monete curiose, bucate (con il foro tondo o quadrato) esagonali, quadrate, romboidali, a forma di loto, bimetalliche, di colori diversi ecc; a volte le trasformiamo in ciondoli, comportandoci come i nostri avi, che bucavano le monete per portarle al collo come amuleti portafortuna o contro malattie e malefici peggiori.

Molti di noi comunque hanno con sé, come portafortuna, monetine straniere, fuoricorso oppure antiche.

A questo scopo ci sono Paesi stranieri che, “per fare cassa”, coniano monete portafortuna, che spesso vengono acquistate per farne dono a persone care.

La repubblica di Palau, nel Pacifico, ne ha emesse alcune veramente curiose: una da un dollaro, a forma di quadrifoglio, con un lato di colore verde, una da 5 dollari, a forma di cuore e con la rappresentazione di una coccinella (insetto beneaugurante), e un’altra, sempre da 5 dollari, con incluso un vero quadrifoglio e la seguente scritta: “Better an Ounce of Luck Than a pound of gold” (meglio un’oncia di fortuna che una libbra d’oro”.
Possiamo continuare: le isole Nuie hanno emesso monete con tutti i simboli beneauguranti più noti (coccinella, elefante, ferro di cavallo e quadrifoglio); la Lituania ha coniato la moneta da un lats che riproduce uno spazzacamino, considerato, in quel paese, portafortuna.

A proposito di monete curiose non si può non citare l’emissione delle Isole Vergini: sono due pezzi da 1 e 10 dollari a forma di torre Eiffel, coniati per celebrare i 125 anni del simbolo di Parigi; curiose ma scomode, pensate alle difficoltà per inserirle nelle macchine distributrici di caffè…

Aldo Abrami