Palazzo Rosso 2017: le debolezze in campo [Controvento]

Comune Alessandria basso altodi Ettore Grassano

 
“Ma secondo te chi vincerà le elezioni ad Alessandria fra pochi mesi?” A porre la domanda è un amico di quelli attenti e informati, che però forse proprio per questo si raccapezza ancor meno, in questa fase. O magari vuole solo fare un po’ di chiacchiericcio estivo: dopo Gonzalez e Sestu che hanno rafforzato i Grigi, un po’ di politica.

“Più che forze, oggi mi pare che in campo ci siano debolezze”. Gli rispondo con una battuta, se ci pensate non proprio campata per aria.

E’ vero: alle elezioni di Palazzo Rosso mancano ancora 8/9 mesi, e prima della ‘nostra’ scadenza locale ce n’è almeno ancora una di valenza nazionale, il referendum di novembre (data da precisarsi), che lo scenario, vada come vada, lo modificherà di sicuro. Addirittura, nel caso improbabile ma non del tutto escludibile a priori, di elezioni politiche anticipate, potremmo trovarci di fronte ad un election day Parlamento/Palazzo Rosso, con qualche candidata o candidato costretti a scegliere quale strada percorrere.

Ma rimaniamo all’oggi, e alla riflessione sulle debolezze. Nonostante uno sforzoRossa 2015 massiccio di propaganda (e il meglio deve ancora venire, prepariamoci!), non mi pare che la sindaca uscente goda sin qui di consensi oceanici. Ben venga il sondaggio (che peraltro rimarrà presumibilmente riservato) di cui parla nella sua intervista di oggi il segretario del PD alessandrino Daniele Coloris, e anche eventuali primarie (ma sono scettico sul fatto che qualcuno oggi davvero sia interessato al passaggio della ‘fiaccola’ elettorale: roba da bruciarsi per un bel po’). Alla fine quindi l’unica vera possibilità che Rita Rossa non si ricandidi è l’election day di cui sopra. E, con lei ricandidata, buona fortuna. Niente di personale, del resto: è da un po’ che, ad Alessandria come altrove, essere sindaco in carica non è più punto di forza, ma handicap ‘secco’ al nastro di partenza.

Appendino 3Poi ci sono i 5 Stelle: per loro, più che per altri, sarà determinante il clima nazionale: se avranno il vento in poppa, dura contrastarli. Però ad Alessandria sono deboli, inutile girarci attorno. Appuntamento al Movifest del 16, 17 e 18 settembre, ex Caserma Valfrè. Lì si potrà provare a ‘tastare il polso’ dei nostri ‘grillini’, e del loro rapporto con la città. Previsto anche l’arrivo di Santa Chiara (Appendino): avercela, una candidata così.

Ad essere comunque messo meglio di tutti è il centro destra. Un candidato, Maconi nuovasia pure in pectore, c’è, ed è Antonio Maconi: che già è riuscito a mettere d’accordo i diversi partiti della coalizione, e non è poco. Lui saggiamente mette le mani avanti, prende tempo, dialoga e discute con (quasi) tutti. Non basta l’investitura ufficiosa dei partiti (raccontata a suo tempo da CorriereAl), e neppure sarà sufficiente quella ufficiale. Ci vuole un progetto di città, dice il vice presidente della Fondazione CrAl, con alcune idee davvero forti e realizzabili, e le giuste condizioni non solo per vincere, ma soprattutto per governare, e aprire una pagina davvero nuova.

Per riuscirci, Maconi non rinuncia all’idea di un percorso ampio, civico e trasversale: che guarda anche a quella sinistra laica (socialista, post o non post comunista, arcobaleno, associazionista, ecc) che ha ad Alessandria alcuni esponenti di rilievo. Un conto però sono le affermazioni di principio quando si è lontani dalle urne, altro cercare convergenze al momento di mettere la crocetta sul nome del candidato, e ancor più di fare dichiarazione pubblica di voto. Lì l’unica soluzione possibile è allora probabilmente il confronto, in questi mesi, su alcuni grandi temi e progetti. Che si chiamano mobilità, centro storico, futuro e servizi della multiutility, sicurezza, lavoro. E’ su quella base che noi alessandrini sceglieremo di chi fidarci.

Ponte Meier 2Ps: mentre sul nuovo ponte girano le voci più disparate (ma quando aprirà davvero? Ed è tutto a regola d’arte?), già è in pista la nuova frontiera del core business eco-compatibile: esaurite le rotonde, ora si punterebbe, pare, su una pista ciclabile da diversi milioni di euro per collegare la città e il suo sobborgo più popoloso. Finchè il ponte sulla Bormida regge, naturalmente. Da lì in poi, chi vivrà vedrà.