L’Africa mi manca [La Fenice]

Costa d'avorioQuando vedo il razzismo invadere il mondo intero, in Europa, in America, in Asia… mi sembra così ingiusto perchè ritengo che sia impensabile che ancora oggi non si riesca a convivere tutti insieme! Questo penso anche quando vado a Torino o esco per passeggiare a Nizza Monferrato vedendo i neri che restano tra neri, gli arabi tra altri arabi e i bianchi tra bianchi… E lo trovo assurdo!

Rifiuto categoricamente questa chiusura sociale e mentale e preferisco arricchirmi attraverso le culture e le diversità di ogni popolo, piuttosto che chiudermi stupidamente nella paura assurda dell’ignoto.

Essere riconosciuti nella propria diversità culturale in altri paesi, in altri contesti, in altri luoghi restituisce ad ogni essere umano valore e dignità. Dà la possibilità di integrarsi e sentirsi parte della società. Io sono fiero delle mie origini africane, ma la vostra religione e il colore della vostra pelle non mi interessano per avvicinarmi a voi o per costruire una relazione di amicizia con voi… è da un anno che vivo in Italia e sono stato accolto in una famiglia italiana con cui mi sento veramente a casa. Io sono di religione musulmana e loro no. Eppure ci Attiekèconfrontiamo, dandoci così l’opportunità di conoscere qualcosa che non sapevamo e conviviamo pacificamente nell’attesa di poter mangiare insieme l’attièké (piatto tipico della Costa d’Avorio).

L’Africa che mi manca è quella legata ai ricordi della mia infanzia, immersa in tradizioni, canti, balli, rituali e espressioni artistiche tipiche della mia terra, la Costa d’ Avorio.

Le civiltà africane hanno sempre dato la priorità alla bellezza che non è ricercata come fine, bensì si raggiunge quando vi è una profonda sintonia tra pensiero religioso e l’ oggetto che lo rappresenta (utensili, statue, maschere) . Ciò che i mercanti d’arte chiamano semplicemente “arte africana” è costituito in realtà da oggetti di uso comune o appartenenti alla cultura del posto, profanati o inutilizzati e venduti come pezzi da collezione.

La Costa d’Avorio conta quattro principali gruppi etnici e ognuno di questi gruppi esprime il proprio stile di vita attraverso le particolari forme artistiche, che sono principalmente la lavorazione del legno e del bronzo per fabbricare le maschere
Il bronzo, in particolare, lavorato secondo l’antica tecnica della cera persa, è rinomato quasi ovunque in Costa d’Avorio.

Un altro ambito di grande pregio è costituito dalla tessitura e dalla pittura: i gruppi etnici Baoule, Dioula e Senoufo eccellono nell’arte della tessitura: Baoule e soprattutto Sénoufo sono rinomati in particolare per la pittura su stoffa.
Voglio ricordare poi la lavorazione della ceramica. Lavorata da tutti i gruppi etnici e per lo più dalle donne, la ceramica è molto presente tra i Malinke. Ciotole, vasi sono modellati a mano e cotti sul fuoco. Le ceramiche Katiola sono le più famose del paese.

Per concludere, vanno menzionati anche gli strumenti musicali associati a diverse forme di culto. I tamburi, la cui base ritmica è spesso costituita da zucche ricoperte di perline o conchiglie, sono i più famosi. Emettono un suono grave e vibrante . Il balafon (xilofono pentatonico ) utilizzato in particolare nel nord, è apprezzato anche da Baule, Dan e Guéré.

Per quanto concerne altri ambiti di espressione artistica, vorrei menzionare la danza. La regione occidentale è una delle più ricche della Costa d’Avorio in materia di danze tradizionali e se ne contano più di 300, fra cui spiccano il Temate di Facobly (un tributo danzato dalle giovani a favore degli spiriti perchè concedano un abbondante raccolto di riso) e la Gouah (gesto collettivo di riconoscenza da parte dei giovani iniziati nei confronti delle divinità benefiche).

 

Yacouba Boundouane