Ad Alessandria c’è voglia di cambiamento. Lo si percepisce ovunque le persone si riuniscono e passano ai discorsi che vengono subito dopo il “ciao, come va?”. “Va male, come vuoi che vada…” e poi seguono una serie di riflessioni che non cambiano in base alla classe sociale, all’età, all’idea politica e alla professione. Poi ognuno propone le sue ricette. Tutti però convengono sulla necessità di cambiamento.
Il “va male, bisogna cambiare ed io suggerisco che…” sta diventando un’esigenza di molti, se non di tutti. A questo punto bisognerebbe tentare un cambio di passo e trasformare questo sentimento in una volontà civile, culturale e quindi politica.
E per ottenere questo cambio di passo sono necessari alcuni presupposti. Il primo dei quali è l’abbandono delle ideologie e dell’egoismo becero e di parte. Inutile dire “io con quello non ci sto” se i discorsi che si fanno sono simili. Non si tratta di unirsi in matrimonio per sempre, ma di trovare delle misure pratiche per permettere alla città e al suo territorio di tornare a crescere e prosperare in un ambiente sano e confortevole dove si possa vivere volentieri, dove la voglia di intraprendere e di lavorare non siano frustrate, dove si possa tornare ad essere comunità.
Il secondo passaggio è l’abbandono di quella mentalità che vede nella politica una scorciatoia, un po’ come il gioco del lotto. Una scorciatoia per i propri affari, per il proprio futuro, in alcuni casi per il sostentamento materiale. Una mentalità che purtroppo si è diffusa come un cancro in questi ultimi anni in cui assistiamo all’ascesa della ribalta politica di persone senz’arte né parte, con i risultati sotto gli occhi di tutti. L’impegno civico e la politica vengono visti come un modo per “tirare a campare” senza troppa fatica, a cui si arriva in base ad amicizie e botte di culo, alle “arti varie” e al saper prendere un treno in corsa. Questo non sono io; il processo invece dovrebbe essere inverso: chi sente la “vocazione” ad impegnarsi per una comunità e ha la preparazione e la cultura necessarie è la persona adatta a portare avanti un cambiamento che per forza di cose deve essere radicale rispetto alla mentalità opaca e fallimentare che ci ha portato in questa situazione. Si tratta della mentalità del “civil servant”, cioè del servizio ad una comunità, disinteressato e per un periodo limitato di tempo.
Il terzo passaggio è l’elaborazione di un programma chiaro e di pochi punti che getti le basi di una ripartenza necessaria. Inutili i voli pindarici o l’elaborazione di progetti di difficile realizzazione dal punto di vista economico e normativo. Poche cose fattibili e, proprio per questo, rivoluzionarie. I temi da affrontare li conosciamo tutti; viabilità, sicurezza, lavoro, ambiente, solidarietà, cultura, sport.
La scelta di candidarmi alle prossime elezioni amministrative e mettermi a disposizione della mia città non è stata certamente una scelta semplice ed arriva dopo mesi di riflessione con molte persone a me care. Sono altresì ben cosciente che sia necessario e doveroso creare le condizioni per la costituzione di un vero laboratorio politico in grado di elaborare una piattaforma programmatica per la città, promuovendo un netto cambiamento di rotta e a far seguire ai principi, purtroppo ridotti a vuoti slogan lanciati più per dovere che per convinzione dalla classe “politica di professione”, delle scelte concrete, serie, senza imbrogli e ambiguità.
E’ per questi motivi che nasce il movimento Cambiamo Alessandria dove disponibilità al dialogo e al confronto da parte nostra è assoluta, anche perché non intendiamo l’azione politica come protagonismo personalistico, ma al contrario un modo dove Alessandria possa trovare un’ampia e unitaria alternativa ad un cambiamento che manca in questa città ormai da troppo tempo.
Noi ci proviamo e per queste ragioni ci presenteremo alle prossime elezioni Amministrative nel 2017 in quanto pensiamo di essere cittadini liberi di pensare, di decidere e di agire per il bene della nostra città.
Vincenzo Costantino – Cambiamo Alessandria