Come si voleva dimostrare.
Siamo stati mollaccioni.
Certamente il bottino è ragguardevole: 28 medaglie.
Quindi chapeau ai nostri medagliati.
Ma…
C’è un ma.
Più argento che oro.
Più legno che bronzo.
Ecco dove sta il punto.
Quella mancanza di lucidità che obnubila il ragionamento nel momento clou dell’incontro.
Tennis maschile
Fognini contro Murray.
Il Nostro ha a disposizione il braccio e l’intelligenza tattica per far fuori lo Scozzese.
Nel momento però in cui deve continuare a forzare crolla miseramente.
“Energie fisiche” dice il telecronista.
È un po’ come un attore che a metà rappresentazione alza le mani e dichiara al pubblico “scusate ma mi sento stanco…vado in camerino a prendermi cinque minuti”.
Quei cinque minuti divengono letali perché lo Scozzese non rifiata. Anzi attende con cinismo sportivo.
Corpo libero femminile
Vanessa Ferrari affronta la finale con piglio apparentemente deciso.
Ma la Nostra sull’ultima diagonale atterra con una titubanza.
La speranza che la giuria non si accorga di ciò svanisce con la comparsa del punteggio.
Una manciata di centesimi relega Vanessa al quarto posto in un mare di lacrime.
Sarà probabilmente la sua ultima apparizione olimpica.
Pallavolo maschile
Ci giochiamo l’oro contro i padroni di casa.
I nostri sono stati una corazzata fino a qualche ora prima; di fronte ai brasiliani si trasformano in mammolette.
Decine di battute in rete o lunghe, schiacciate approssimative, muri di gesso.
Un vero peccato perché avrei visto volentieri la squadra di casa piangere per la sconfitta anziché per la vittoria. Tanto piangere per piangere…
Due settimane fa esortavo a non avere nessuna pietà (in senso sportivo, naturalmente) dei nostri avversari.
Oggi sono a dire che anche le giurie nelle discipline meno oggettive non hanno avuto pietà dei Nostri.
Tuffi donne
La Cagnotto ha conquistato la terza piazza.
Ma cosa sarebbe stato se la cinese giunta seconda fosse stata giudicata per ciò che ha fatto e non per ciò che avrebbe potuto fare?
Ginnastica ritmica, concorso a squadre femminile
Il Nostro Quintetto brilla con coreografie innovative e esempi di fantasia applicata all’eccellente tecnica.
Ma la giuria premia per un paio di decimi una Bulgaria piatta e scontata per quanto precisa.
Ora basta, mugugnone che non sono altro.
I Giochi Olimpici risvegliano in me il tifo sano e sopito da anni di calcio negletto e inutile.
Diceva Pierre de Coubertin “l’importante non è vincere ma partecipare”.
Ma diceva anche che per ogni individuo lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore.
Avanti, dunque, continuiamo a migliorarci.
Bravi, Campioni, e grazie!