In un precedente articolo (vedi “Perché dalle banche non arrivano soldi alle piccole imprese”), ti ho raccontato la storia per la quale, negli anni ’90, si è cambiato un sistema basato sulla separazione tra banca di affari (che specula in borsa) e banca commerciale (che dava soldi a imprese e famiglie).
Quel sistema era in vigore da sessant’anni, da quando, nel 1933, era stato voluto dal Presidente Roosevelt proprio per impedire il ripetersi della grande crisi finanziaria del 1929, che era stata determinata prioritariamente dalle banche d’affari americane.
Il problema che si era determinato era stato una eccessiva fiducia nei meccanismi di borsa, nel “mercato che si regola da sé”, nel modello capitalistico portato all’eccesso.
Travolto da un eccesso di liberismo, il sistema americano crollò su sé stesso, generando una delle più gravi crisi della storia (meno grave di quella che si determinerà quando scoppierà l’attuale bolla finanziaria).
All’epoca, si comprese che dare alle stesse banche il potere di gestire sia la partita finanziaria (banca d’affari) sia quella del credito (banca commerciale) era troppo rischioso. Alla fine – si comprese – i banchieri avrebbero fatto i soldi, ma il popolo avrebbe fatto la fame.
Questa è una foto del 1929, con i poveri in coda per la mensa.
Oggi, a leggere le statistiche di 4,6 milioni di italiani sotto la soglia di povertà, siamo sicuri di aver appreso quella vecchia lezione?
Per continuare a leggere l’articolo clicca qui.