Non è ancora una candidatura ufficiale, ma un’investitura certamente sì: un patto politico ‘vegetariano’, come suggerisce uno dei commensali che, venerdì a pranzo, si sono incontrati in un noto ristorante alessandrino, per un confronto tanto informale quanto concreto.
Obiettivo: la conquista del comune di Alessandria, alle elezioni della prossima primavera. Al pranzo hanno partecipato in sei: Riccardo Molinari della Lega Nord, Ugo Cavallera e Massimo Berutti di Forza Italia, Gianni Barosini dell’Udc, Federico Riboldi di Fratelli d’Italia, e lui appunto, Antonio Maconi, candidato in pectore del centro destra, che però frena, o meglio ci tiene a precisare: “Sono onorato per la proposta, e l’incontro con i rappresentanti dei 4 partiti del centro destra è stato sicuramente costruttivo: ma come ho sempre detto, ad Alessandria serve un progetto forte, ampio e condiviso. Per cui credo che ci voglia ancora qualche mese, durante il quale fare le opportune verifiche, e mettere a punto un programma che non sia solo elettorale, ma di vero rilancio della nostra città. Per farlo, l’unica strada è un percorso ampio, che sia condiviso dalle migliori intelligenze e competenze di Alessandria: non solo all’interno del perimetro del centro destra, ma guardando ad un rassemblement di tipo civico in cui possano riconoscersi tutti coloro, e sono tanti, che amano Alessandria, e che vorrebbero ridarle orgoglio, dignità e prospettiva. Solo se riusciremo a creare queste condizioni, sarò onorato di esserci. Al momento però è ancora più no che sì “.
Fin qui le parole di Maconi, all’insegna della cautela. Proviamo allora a tradurle, e a capire a che punto siamo. I partiti del centro destra (chi più convintamente, qualcuno magari ‘obtorto collo) ritengono Antonio Maconi il candidato con cui il centro destra ad Alessandria può vincere la partita. Perchè è persona equilibrata, sa come funziona la macchina pubblica e conosce gli enti locali. Da diversi anni non è iscritto a nessun partito, ma gode di ottime relazioni ‘trasversali’, e questo è un altro aspetto da non sottovalutare: anche perchè, da quel che Maconi dichiara lo si evince chiaramente, l‘idea a cui l’attuale vice presidente della Fondazione CrAl sta lavorando è quella di uno schieramento dai confini assai ‘allargati’, che potrebbe coinvolgere anche componenti importanti di sinistra laica, e quel mondo di associazioni e corpi intermedi che in questi anni hanno avuto più di qualche difficoltà (relazionale, ma prima ancora operativa: si pensi ad esempio ai commercianti) con l’attuale amministrazione.
Maconi dunque,”ma solo se ci saranno le condizioni”, come dichiara con prudenza, potrebbe essere il candidato sindaco di uno schieramento che, al di là del centro destra ‘classico’, arriva fino a ex assessori delusi della giunta Rossa (Ivaldi, Barberis), e ad una serie di liste civiche ispirate al mondo delle professioni, e delle imprese? Non sono pochi i nomi, anche autorevoli, di figure che potrebbero essere interessate a ‘dare una mano’ ad un progetto di questo tipo: i prossimi mesi saranno decisivi, però, per passare dalla potenza all’atto.
Certamente quel che è emerso dal patto politico ‘vegetariano’ di venerdì è la volontà dei sei commensali di mettersi subito al lavoro per creare le ‘condizioni’ esplicitamente richieste da Maconi perchè l’impresa possa avere inizio, e andare a buon fine. Perché la sfida vera oggi (e non solo per il centro destra) è quella di ridare ad Alessandria una prospettiva a cui tendere, che non sia solo la gestione del declino di una comunità di anziani, con i giovani migliori destinati, ancor più di sempre, a trasferirsi altrove per costruire il proprio futuro.
E. G.