Casa Coldiretti in corso Crimea è rimasta illuminata tutta la notte tra giovedì e venerdì per solidarietà nei confronti degli imprenditori agricoli che sono partiti da diverse regioni d’Italia a bordo dei loro trattori per raggiungere Bari, dove è in corso la Giornata in difesa del grano italiano, ma anche altre città del sud come Palermo, Termoli e Potenza.
“Sono trecentomila i posti di lavoro messi a rischio dalle speculazioni sui prezzi dei cereali con le quotazioni del grano crollate sotto il livello dei costi di produzione al punto che le aziende non hanno ormai più convenienza a seminare. Con questi prezzi gli agricoltori non possono più seminare – ha affermato il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – e c’è il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso che, se adesso provoca la delocalizzazione degli acquisti del grano, domani toccherà gli impianti industriali di produzione della pasta con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza, occupazione e salvaguardia ambientale”.
Ma in pericolo non ci sono solo la produzione di grano e il lavoro di chi lo produce e lavora nelle filiere, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione, ben il 15 per cento dell’intero territorio nazionale. Senza dimenticare gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
Al contrario di quello straniero, la qualità del grano italiano non è in discussione ed è confermata dalla nascita e dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%.
“Serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario estendere i controlli al 100% degli arrivi da Paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia e in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente Paravidino nel sottolineare che “abbiamo ottenuto primi risultati con l’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una contrattualistica più trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano”.
Promesse e rassicurazioni accolte favorevolmente ma non ci basta, “il nostro stato di agitazione continuerà a oltranza”, ha concluso Paravidino.