Il mio vicino è Billy Branch [U Gnacapiöĝ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona

 

L’umiltà è il dono dei grandi. Grandi sono quei personaggi che non salgono sul piedistallo e ti gettano in faccia il loro successo, che non mirano a elevarsi nel cosiddetto olimpo degli dei guardandoti dall’alto in basso. Sono quelli che quando ti incontrano, lasciano dietro di loro ciò che sono ed evitano di parlare sempre di se stessi mettendo al centro della discussione il loro ego.

Ma vado all’origine della storia per spiegare quanto detto, anche perché qualcuno potrebbe prendermi per un balengo, in ogni caso, spero, per quei balenghi la cui balenghite ha anche un risvolto positivo.
Tutto necessita una spiegazione. Tengo a precisare che non mi sono fumato niente di strano o che mi sono trovato ad assumere sostanze particolari.

Pochi giorni fa chiamai il direttore di questa testata, l’amico Ettore Grassano, straordinario professionista cui non posso che parlare bene (lo dico non per ruffianeria, anche perché, chi mi conosce, sa che non sono il tipo). Comunicai del mio nuovo vicino di casa e, se lo riteneva, poteva organizzare una bella intervista.
Ettore, quel gran micione, lui così abile, come dicono i mandrognacci spiuma la pula senza farla gridare, mi disse: “caro Giorgio, sono super impegnato. Se hai voglia il pezzo puoi farlo tu, anzi, ci conto”.

E allora, Direttore, eccoti servito, ma evito un’intervista per non turbare la privacyBranch 2  del mio vicino, che giunto da Chicago e arrivato a Frascaro ha fatto un bel salto e forse si trova un po’ disorientato, o forse cerca quella tranquillità che qui sicuramente trova, vicino di casa a parte, che non sono caratteristiche certo di una città turbolenta e viva come la capitale dell’Illinois, che è stata la terra del proibizionismo e grande metropoli di una delle più belle realtà musicali d’America.

Intanto ci si chiede perché Frascaro e non un paese della Toscana o dell’Umbria, con i loro paesaggi da favola e le loro ricchezze di arte e di cultura.

Beh, è proprio vero che il mondo è strano direbbero i paisan, oppure il mondo è bello perché è vario e chi più ne ha più ne metta, ma noi ci limitiamo a osservare e a raccontare perché non possiamo e non dobbiamo darci risposte.

Quando la mia nuova vicina di casa mi disse che a breve si sarebbero trasferiti, aggiunse che avrebbero usato la loro abitazione per le prove dei loro concerti e che avrebbero suonato molto. Mi squadrò da capo a piedi e mi chiese se avrebbe potuto recarmi disturbo.
“Figurati” le ho risposto, “basta che t’soini nenta a trei bot ad nocc.” L’ho detto in dialetto e lei sorrise perché sembrò avermi colto e colto anche l’aria che girava in questo canton che è sempre stato un po’ borderline dal resto del paese. Aggiunse che nell’altra ala della casa ci stava per certi periodi un’altra famiglia che avrei conosciuto.

Si erano stabiliti da due giorni e in paese giravano leggende sui musicanti. Sembrava di vivere dentro un libro di Stefano Benni, Bar Sport in particolare, dove le storie più banali diventano leggende di un microcosmo e di una piccola e piacevole realtà di una comunità circoscritta.

Branch 1E allora ecco che un appassionato, un appassionato vero di Blues e di Jazz mi ferma in piazza davanti al bar dello sport e mi dice: “Ho visto il tuo nuovo vicino di casa, sembra tutto al grande Bluesman americano Billy Branch”. Mi misi a ridere. Dicono abbiamo sette sosia nel mondo e il sosia di Billy l’è chi, al Fraschè. L’ho liquidato con una battuta, ma lui non sembrava affatto convinto.

Tornando a casa la sera medesima trovai la mia nuova vicina, che scoprìì essere Cristina Di Sciorno, collaboratrice come regista di Anton Guadagno, Vincent La Ferla, Michele Giacomelli, regista di opera lirica, regista per l’orchestra “Barocco Veneziano” per la tournee in Giappone di Katia Ricciarelli. Il suo gruppo è formato da musicisti del calibro di Riccardo Sironi e Giancarlo della Casa (chitarristi), Angelo Farolli (batterista) e Edo n’Doss (Armonicista).

Cristina si fermò e conversammo un poco. Mi presentò i due personaggi che erano in sua compagnia. “Questo è Billy Branch, questa la sua signora.”

Allora non è il suo sosia, è lui in persona. Il mio vicino di casa è Billy Branch.
Certo che ho subito sparso la voce, ma nel paese, al bar dello sport, la gente era tutta informata e tutti a dirmi: “ma come, il tuo vicino di casa è Billy Branch?”

Non so quanti conoscessero la sua fama, certo che il mondo della rete ti dà tutte quelle informazioni cui vorresti attingere e anche l’ultimo degli ultimi si era informato creando poi una ulteriore rete di passa parola.
Tanto che, il giorno dopo, tornando dal lavoro, trovai due persone all’angolo della piccola stradina che porta alle nostre case. Chiesi se avessero bisogno qualcosa o se cercavano qualcuno. Mi dissero semplicemente che stavano ascoltando l’armonica di Billy durante le prove.

E allora ecco cha a casa mia si spengono improvvisamente i rumori, tv, radio, tutto tace. Le finestre sono aperte e io sono coricato sul divano e mi fa compagnia un’armonica che ha il suono dell’anima.
Benvenuto Billy. Non poteva capitarmi un vicino migliore.