I tragici fatti di Dacca e Nizza ci hanno posto, per l’ennesima volta, davanti a tragedie scaturite dalla violenza dell’oltranzismo islamico, nella quale sono state barbaramente uccise decine di persone, tra cui nostri concittadini, trucidati in nome di Allah.
La diffusione dell’odio e della cieca violenza che derivano dall’estremismo islamico ha assunto ormai una dimensione e un livello organizzativo tale da non poter più essere sottovalutata. Ogni giorno i tagliagole del sedicente Stato islamico arruolano nuovi adepti, provenienti dalle Nazioni più disparate, e appartenenti a diverse religioni, etnie, età e ceto sociale, ma tutti uniti nella folle guerra alle democrazie laiche dell’Occidente.
Bisogna partire dai «cattivi maestri» che teorizzano l’integralismo, dal salafismo e dal wahabismo divenuti maggioritari in Qatar e Arabia saudita. Anche a credere che il Qatar e l’Arabia Saudita non abbiano collegamenti con le organizzazioni terroristiche, è però innegabile che la dottrina che professano costituisce l’humus nel quale nasce e prospera il terrorismo.
In questo quadro assume particolare rilevanza anche la predicazione che avviene giorno dopo giorno nelle moschee, anche nella nostra Nazione, senza che alcuno sembri rendersene conto e senza che alcuno reagisca. In Italia le moschee sono gestite senza alcun controllo e tantomeno si esercita un controllo su ciò che avviene al loro interno, oltre al fatto che si moltiplicano i luoghi, pubblici e privati, destinati al culto islamico e alla istituzione di centri culturali islamici che non sono neanche censiti.
Gli imam non sono necessariamente esponenti religiosi, che abbiano completato un qualsiasi percorso di formazione prima di andare a predicare nei luoghi di culto islamici, ma possono essere persone comuni che decidano di professare il verbo di Allah offrendone qualunque interpretazione.
Il buon senso, o perlomeno l’istinto di sopravvivenza, dovrebbero spingere le democrazie occidentali a vietare ogni forma di propaganda a chi teorizza il fondamentalismo e crea così i presupposti per atti di terrorismo. E’ perciò necessario fare ogni sforzo per prosciugare l’acqua in cui si muovono come pesci i terroristi imbevuti del fanatismo integralista islamico. Sappiamo per esperienza, anche italiana, che senza un humus favorevole la mala pianta del terrorismo può essere più facilmente sradicata o, almeno, contenuta.
“In questo senso, con la proposta di legge e la petizione popolare ad essa collegatasi si intende rendere perseguibile penalmente ogni propaganda o predicazione, purché le stesse siano indirizzate o siano comunque tali da mettere in pericolo la pubblica incolumità; ed è quest’ultima specificazione che consente di non assimilare il nuovo reato ad alcuna ipotesi di reato di opinione.” – commentano dal circolo acquese di FDI-AN – “L’articolo unico della proposta di legge inserisce un nuovo articolo nel Codice penale volto a disciplinare il reato di integralismo islamico, commesso da chi «al fine di o comunque in maniera tale da mettere in concreto pericolo la pubblica incolumità propugna o propaganda idee dirette a sostenere sotto qualsiasi forma l’applicazione della pena di morte per apostasia, omosessualità, adulterio o blasfemia; l’applicazione di pene quali la tortura, la mutilazione e la flagellazione; la negazione della libertà religiosa; la schiavitù, la servitù o la tratta di esseri umani.”
“Inoltre la punibilità è estesa anche a coloro che raccolgono, erogano o mettono a disposizione beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati per sostenere organizzazioni che svolgono, anche nell’ambito di luoghi di culto, attività dirette a commettere il reato di integralismo islamico, e «chiunque riceva da uno Stato straniero o da organizzazione o soggetti stranieri, beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati» al fine di commettere il medesimo reato.” – continuano dalla segreteria cittadina di FDI-AN – “La previsione normativa, così come formulata nella stesura che qui si propone, consente di far sussistere il reato sia in caso di accertato “dolo specifico”, nel quale l’agente voleva decisamente con la sua azione favorire (creare) l’insorgere di un pericolo alla pubblica incolumità (nel testo “al fine di”), sia nel caso di semplice “dolo generico” o “dolo eventuale”, vale a dire quando il concreto pericolo viene ad esistere in seguito ai comportamenti dell’agente, anche se questo lo ha voluto solo in via eventuale o abbia solo accettato il rischio che ciò avvenisse (nel testo “o comunque in maniera tale da”). Questo al fine di escludere il reato di integralismo islamico nella maniera più netta dal novero dei reati di opinione sulla cui validità i firmatari della presente proposta di legge hanno sempre nutrito fortissime riserve.”
E’ possibile aderire alla campagna sottoscrivendo la petizione on-line all’indirizzo http://www.fratelli-italia.it/petizioneonline/, oppure mettendosi in contatto con il circolo acquese di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale via mail, scrivendo a fratelliditalia.acqui@gmail.com, o via cellulare, chiamando il numero 3387349537.
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
Acqui Terme