IL PROBLEMA DEL NAUFRAGIO
Chiacchieravo l’altra sera a cena con una amica, responsabile di area di una banca, che mi raccontava di un suo direttore di filiale che riportava il colloquio con un imprenditore, cliente. L’imprenditore doveva ampliare un capannone di una piccola impresa artigiana, con una spesa – a suo dire – di 600.000 euro.
Alla richiesta del direttore di maggiori dettagli dell’operazione, veniva argomentato quanto segue, nel colloquio tra banca (B) e impresa (I):
(I) Ma sì, spenderemo più o meno 600.000 euro…
(B) Ma qui, vedo preventivi per meno di 200.000
(I) Va beh, ma poi vediamo, si sa come vanno queste cose…
(B) Ma allora, perché ci chiede mezzo milione?
(I) Ma, cominciamo così, poi vediamo durante i lavori
(B) E se poi dovesse costare molto di più?
(I) Oh, va beh, vorrà dire che tiriamo un po’ i pagamenti sui fornitori
Non sto a dirvi perché quell’impresa non sia stata finanziata.
Vi voglio invece dire che quell’imprenditore non stava gestendo solo le spese straordinarie in quel modo, ma anche quelle ordinarie.
Infatti, il modo di gestire un’azienda è fortemente influenzato dalla presenza – o assenza – di cultura finanziaria.
Quando è carente – o, come in questo caso, assente – la banca tenderà a non finanziare un nuovo cliente o, se in presenza di clienti già esistenti, a chiedere il rientro dai fidi.
Solo che, quando questo fenomeno succede, se non è governato, rischia di portare la nave sugli scogli.
Bisogna agire prima, molto prima che questo succeda.
PERCHE’ SI VA IN CATTIVE ACQUE?
E’ impossibile rispondere, senza conoscere una azienda, in termini generali. Ciò che è certo è che, molto più spesso di quanto si creda, la gente confonde la causa con l’effetto.
Tipicamente, darà la colpa alle banche cattive, a ciò che legge sui giornali, alla situazione economica, al governo, all’Europa, all’euro, alla BCE, alla crisi.
Tutto vero, e su questo blog ci sono oltre 200 articoli di critica, quindi prima di incazzarti, fatti un bel respiro, informati, comprendi dove sei capitato, leggi gli altri articoli del blog e tira il fiato.
Non sto qui scrivendo della situazione generale – che tutti, io per primo, ben conosciamo – ma sto scrivendo di come fare, in quella brutta situazione, a venirne fuori. Perché di certo, se sei un imprenditore, non puoi cambiare la situazione generale e, a meno che tu che leggi non voglia far discorsi politici – nel qual caso sei capitato nel posto sbagliato – la sola cosa che devi fare è capire come fare a riportare in una rotta più sicura (in termini di credito) la tua impresa.
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