Olio ai raggi X: qualità certificata [Il gusto del territorio]

Ulivetodi Eleonora Scafaro

 

Nell’ambito della tutela dei prodotti italiani e dei territori di origine, è nata una applicazione in campo agroalimentare che riguarda l’olio extravergine di oliva. Il lavoro ha lo scopo di riuscire ad individuare la provenienza degli oli, soprattutto a fronte dell’importazione di olio non italiano e spacciato come tale.
Commercialmente, quindi, tale applicazione diventa importante.

Lo strumento messo a punto è un biosistema di analisi sugli oli d’oliva, un elettrodo commerciale modificato con alcuni dei liquidi ionici sintetizzati dai ricercatori del gruppo, nano-materiali e un opportuno enzima.

Con questo sistema è possibile analizzare una quantità piccolissima di olio extravergine di oliva. L’obiettivo è di poter creare una banca dati relativa alla reale provenienza degli oli extravergine. Tramite la raccolta di olive da diverse zone geografiche, la spremitura effettuata con la stessa metodologia e l’analisi, si possono ottenere dati non affetti dalle incertezze concernenti le diverse filiere degli oli prodotti.

Parallelamente sulle olive e gli oli analizzati, verranno effettuati anche studi attraverso raggi X. Lo strumento che verrà utilizzato, il diffrattometro EDXD (Energy dispersive x-ray diffraction) è una nuova macchina progettata e realizzata dal gruppo di ricerca sull’applicazione, che potrà affiancare le altre misure nel cercare di determinare la provenienza geografica e le caratteristiche degli oli d’oliva.

Lo strumento è generalmente impiegato nel settore della ricerca chimica e farmaceutica per determinare la struttura molecolare dei composti organici e inorganici.
La nuova macchina, che rappresenta un’evoluzione rispetto a un modello precedente, è in grado di ottenere misure in tempi molto più brevi. In particolare si è passati dalle 48 ore attualmente necessarie per una misura di struttura ad altissima statistica, a un massimo di 3 ore, con un risparmio di tempo e di energia.

E’ comunque notizia di poche settimane la notizia sull’olio di oliva falso. Le analisi fatte su tre campioni “non corrispondono alla categoria olio extra vergine d’oliva dichiarata in etichetta – ha affermato l’antitrust – trattandosi, invece, di olio vergine di oliva”. La società spagnola Deoleo è stata condannata a pagare una multa di 300 mila euro per aver venduto bottiglie di olio extravergine attraverso le marche Bertolli gentile, Sasso classic e Carapelli.  Ma era già accaduto in passato.

La prima condannata fu la marca Primadonna venduta nei supermercati Lidl,Olio_truffaobbligati a pagare una multa di 550 mila euro, per avere venduto come olio extra vergine, olio vergine.

In laboratorio, poi, si sono riscontrati casi di olio contraffatto, riscaldato, rancido, che conteneva muffa e umidità.
I marchi che sono finiti sotto accusa (e poi condannati) sono stati il Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Primadonna e Antica Badia.