Una fine di Ramadan che sta facendo molto discutere, quella di mercoledì alla Caserma Valfrè di Alessandria.
“Siamo ad Alessandria o ad Addis Abeba?” uno dei commenti ricorrenti in città, e anche sui social. Per tanti alessandrini una scelta quanto meno discutibile, se non inopportuna, quella dell’amministrazione Rossa, “in un momento in cui in cui in altre parti del mondo cittadini italiani vengono sgozzati semplicemente perchè non sono in grado di recitare a memoria il Corano”.
“Il telefono continua a squillare – spiega Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont – e a chiamarmi sono gli abitanti di questa città, indignati per la decisione presa dal Comune, in un momento in cui stiamo ancora piangendo le vittime del massacro di Dacca, in Bangladesh. La scelta di aprire una struttura come la Valfrè, in centro città, in un momento simile, è sembrata fuori luogo a molti nostri concittadini”.
“La questione – gli fa eco Roberto Sarti, capogruppo per la Lega Nord in Consiglio Comunale – non è tanto la festa del fine Ramadan, ma piuttosto il fatto che una amministrazione conceda un luogo pubblico cittadino in un simile momento”.
A indignare, poi, è anche il “laicismo a corrente alternata”, tipico del Partito Democratico. “Siamo, purtroppo, abituati a questa abitudine di usare diversi pesi e diverse misure – conclude Molinari – ma la questione drammatica è che per chi amministra questa città conta di più la sensibilità verso le esigenze degli ‘ospiti’ che quella verso gli alessandrini. Su questo, indubbiamente, vale la pena riflettere”.
Dello stesso tenore anche il commento del consigliere comunale Emanuele Locci, che scrive su facebook: “Oggi migliaia di islamici si sono ritrovati presso la Caserma Valfrè – concessa dal Comune – per celebrare la fine del Ramadan. Fossi stato io il Sindaco di Alessandria avrei condizionato la concessione della struttura ad un gesto pubblico di solidarietà e vicinanza alle vittime della strage di Dacca da parte della comunità islamica alessandrina: una dichiarazione affidata alla guida spirituale, qualche minuto di silenzio. Nei Paesi a maggioranza cristiana, inclusa l’Italia, la libertà di culto è un valore. Anche il rispetto della vita è un valore e dobbiamo chiedere a chi vuol far parte della nostra comunità di manifestare questo rispetto partecipando al lutto dei nostri martiri vittime del terrorismo islamico”.
Immediata la replica del sindaco di Alessandria Rita Rossa: “La libertà di culto è un principio garantito della nostra Costituzione cui abbiamo ottemperato, seguendo la procedura utilizzata in tutti i Comuni d’Italia.
La manifestazione si svolge su autorizzazione della Questura e, come avvenuto peraltro anche nelle passate amministrazioni Calvo, Scagni e Fabbio, l’Ente si è limitato ad autorizzare l’utilizzo di uno spazio pubblico.
E’ una tradizione che le Amministrazioni hanno sempre seguito ed oggi, per esempio, ci siamo comportati esattamente come il Comune di Novara, governato dalla Lega Nord.
Purtroppo il palazzetto dello Sport, di solito si utilizzato, non era disponibile ed è stato necessario fruire di uno spazio diverso anche di concerto con il Prefetto che ho sentito personalmente.
Non dobbiamo condannare le fedi religiose; dobbiamo condannare fermamente chi utilizza la religione per giustificare la violenza che non ha nulla a che fare con qualsiasi idea di Dio.
Le occasioni di incontro, di dialogo fra le culture non sono mai mancate nella nostra Città e tutte le fedi possono prosperare ed essere di stimolo alla vita culturale e sociale. Alla base di questa reciproca convivenza sta, di certo, la presa di posizione netta contro la violenza anche da parte delle comunità islamiche come già avevano fatto, per esempio, i giovani islamici all’indomani della strage del Bataclan. Ci aspettiamo che anche oggi accada la stessa cosa”.
L’invito del sindaco è subito raccolto dalla comunità islamica alessandrina:
“La comunità musulmana alessandrina ringrazia le Autorità per lo spazio concesso all’interno della Caserma Valfrè e le forze dell’Ordine per il lavoro svolto. La Caserma Valfrè è un luogo simbolo della città di Alessandria e in questo caso simbolo anche di accoglienza e condivisione.
I musulmani alessandrini che si sentono cittadini italiani, hanno potuto così fare la tradizionale preghiera della fine del mese di digiuno ricordando e pregando per i connazionali che sono stati assassinati dai criminali terroristi in Bangladesh unendosi al dolore dei famigliari delle vittime.
La nostra comunità ribadisce ancora una volta di essere contro ogni tipo di violenza e contro il terrorismo in tutte le sue forme in tutto il mondo.
Nello stesso tempo respingiamo i tentativi di diffondere sentimenti di odio e di contrapposizione tra i cittadini. Il terrorismo si combatte anche con l’unità. Il terrorismo non ha religione.
Le nostre porte sono aperte a tutti per un dialogo costruttivo e per qualsiasi tipo di confronto”.