Il primo Ateneo piemontese ad attuare quanto richiesto in ambito di alternanza Scuola-Lavoro dalla Legge n. 107 del 13 luglio 2015 — ribattezzata dai media La Buona Scuola — sarà l’Università del Piemonte Orientale.
Martedì mattina, infatti, presso il Rettorato di Via Duomo 6 a Vercelli, è stato siglato il protocollo d’intesa tra Università del Piemonte Orientale e Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte per la realizzazione di attività di Alternanza Scuola-Lavoro.
L’obiettivo della Legge è quello di modificare radicalmente il sistema educativo nazionale, guidando gli studenti delle scuole secondarie a svolgere attività formative presso istituzioni pubbliche e aziende private in ambiti assai diversi tra loro ma aventi tutti l’obiettivo comune di fornire competenze e far divenire gli studenti cittadini più consapevoli. Una volta a regime, la norma prevede 400 ore di alternanza nel triennio finale per gli studenti degli Istituti tecnici e duecento per quelli dei Licei.
Le caratteristiche di questa collaborazione sono state evidenziate in conferenza stampa dal rettore dell’UPO Cesare Emanuel, dal suo delegato per l’Alternanza Sandra D’Alfonso, dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Fabrizio Manca e dal direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Torino e Vercelli Antonio Catania. Le proposte dell’UPO sono state illustrate dalle dottoresse Emma Altomare e Nadia Piloni dei Settore Didattica e Servizi agli Studenti.
L’UPO mette in campo le competenze di tutti i Dipartimenti e del proprio staff amministrativo attraverso un catalogo di 61 attività formative, incrementabili in futuro, che negli anni accademici 2015-16 e 2016-17 coinvolgeranno 566 studenti delle province di Alessandria, Novara e Vercelli. Il catalogo completo sarà disponibile e consultabile on-line grazie alla piattaforma Moodle.
«L’Università — ha detto il rettore Emanuel — è un prodotto sociale, frutto della collaborazione di tutti, e la firma di questo protocollo sancisce un passo importante nel solco del nostro coinvolgimento nella crescita di un intero territorio. Crediamo che la filiera dell’educazione debba beneficiare di collaborazioni di questo tipo, che arricchiscono culturalmente i nostri giovani avvicinandoli con gradualità ed efficacia al mondo del lavoro e della società civile».