“Le condizioni climatiche bizzarre che hanno sconvolto il calendario di maturazione di frutta e ortaggi ma anche gli accordi preferenziali per l’ingresso sottocosto e le distorsioni dal campo allo scaffale che fanno lievitare i prezzi. Accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle coltivazioni che subiscono, come per latte e carne, anche la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni che fanno concorrenza sleale”.
Parole del presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino a commento della deflazione che sta subendo il mondo dei campi.
Se, in controtendenza con l’andamento generale, i prezzi alimentari aumentano sullo scaffale dello 0,2% e spingono il carrello della spesa, nelle campagne i prezzi sono crollati dal -18% per il grano duro al -24% per cento per il latte in stalla fino al -38% per l’olio di oliva.
Nelle campagne, dunque, è deflazione con la situazione che è precipitata per i raccolti e per gli allevamenti con i compensi agli allevatori che non coprono più neanche i costi dell’alimentazione del bestiame.
“Oggi gli agricoltori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè. – continua Paravidino – Quindici chili di grano per comprarsene uno di pane e dieci chili di pomodori ciliegini per comprarsi un pacchetto di sigarette. Ma a pesare sono anche gli effetti dell’embargo russo che ha azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy provocando una devastante turbativa sui mercati agricoli europei che ha messo in crisi decine di migliaia di aziende agricole”.
E, nonostante cresca il carrello della spesa, secondo i dati sul commercio al dettaglio dell’Istat, la situazione che si ripercuote sulle botteghe alimentari e gli esercizi commerciali non è rosea, dove si registra un -2,8% che trascina l’intero alimentare in calo dell’1,6%.
“Il fenomeno di una riduzione significativa dei negozi tradizionali determina evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. – ha concluso Paravidino – A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani”.