Molinari: “Pisu occasione sprecata: Borgo Rovereto sempre più insicuro”. Centro destra unito alle urne nel 2017? “Ci stiamo lavorando”

Molinari nuova“Sa cosa mi fa più rabbia dell’ipocrisia e della superficialità con cui il ‘sistema PD’ amministra Alessandria? Durante il quinquennio in cui il centro destra ha governato il Piemonte siamo riusciti a far avere alla nostra città 12 milioni di euro per il Pisu, con cui si sarebbe dovuta riqualificare la vasta area attorno a Borgo Rovereto. Che oggi, a soldi spesi, è però tra le zone più degradate, in cui risse e violenze sono all’ordine del giorno: altro che borgo multitetnico, e oasi felice. L’ideologia ha vinto: ma gli alessandrini hanno perso, e subiscono, anche se speriamo ancora non per molto”.

Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Piemont, e vice di Matteo Salvini nel direttivo federale del Carroccio, stavolta non ha voglia di ‘sfumare’, e di essere diplomatico: “è il momento di dire le cose come stanno fino in fondo, e di prepararci ad un cambiamento vero, indispensabile per evitare il naufragio dell’Italia”. E allora partiamo dalla Brexit, e dallo scenario europeo, per arrivare poi alla situazione italiana post elettorale (e pre referendum costituzionale, previsto per ottobre, a Renzi piacendo). Focus anche sulle ‘grandi manovre’ con cui un centro destra vincente in diverse realtà piemontesi e non (tra cui Novara e Savona, città non troppo dissimili da Alessandria) si appresta ad impostare la propria ‘campagna d’autunno’, in vista del rinnovo di sindaco e consiglio comunale del capoluogo (ma anche di Acqui Terme, di Asti, di Cuneo) nella primavera del 2017.

 
Segretario Molinari, partiamo dalla Brexit. Hanno vinto quelli vecchi, Gran Bretagnasporchi e cattivi, a leggere la nostra stampa ‘progressista…
Innanzitutto chapeau agli inglesi, che ancora consultano davvero il popolo sulle scelte determinanti per la vita di tutti: questa si chiama democrazia matura. A me pare che il recente referendum abbia evidenziato un elemento essenziale: esistono Londra e Liverpool (ma anche Parigi, o Berlino, o Milano, ndr), ossia le grandi metropoli che ormai puntano all’omologazione, all’annullamento delle singole identità (basti pensare che Londra ha un sindaco mussulmano: contenti loro!), ma esistono anche le periferie, le vaste province che a quelle identità ci credono ancora. Comunità di cittadini, e non solo di consumatori come li vorrebbe l’attuale Unione Europea.

Però le pressioni perché la Gran Bretagna faccia un passo indietro, o quantomeno si spacchi, sono tante e ben orchestrate…
Vero, ma non credo che potranno modificare la volontà del popolo: anzi, ora ci potrebbe essere una sorta di benefico contagio nel continente, per quanto banche e istituzioni finanziare non siano certamente d’accordo.

Parlamento StrasburgoMa lei, personalmente, se la immagina un’Italia fuori dall’Unione Europea?
Fuori dall’UE forse no, ma solo a condizione che si modifichino drasticamente le condizioni di permanenza. Fuori dall’euro però decisamente sì: soltanto tornando ad avere una moneta (e una banca centrale) sovrana potremo rialzare la testa, e costruire per il nostro paese un futuro degno di essere vissuto: sia dal punto di vista dell’autonomia politica, che della ripresa economica. Ne abbiamo già parlato a Parma, nelle scorse settimane, e ci muoveremo in questa direzione fin da settembre, valutando quali strumenti utilizzare.

Nel frattempo, però, ad ottobre dovrebbe esserci (se il premier RenziRenzi incupito rimane dell’idea, e non rimanda l’appuntamento) il referendum sulle riforme costituzionali: la Lega è per il no secco?
Assolutamente, e mi pare che la mossa di Renzi di proporre il referendum come plebiscito su se stesso si stia rivelando un boomerang: anche se quel noi faremo in questi mesi sarà spiegare agli elettori che questa è una pessima riforma, pensata soltanto per consegnare il paese nelle mani del Pd, senza più contropoteri. Per non dire della drastica modifica del Titolo Quinto, che riporterebbe le regioni ad essere pure entità amministrative, subordinate in tutto allo Stato centrale: la negazione del Federalismo, insomma….

Sanità tagliSi dice che, con un sistema sanitario di nuovo centralizzato, si risparmierà parecchio….
Ma quando mai: semmai si consegnerà la sanità in mano a poche grandi lobbyes, in grado di fare accordi unitari validi per tutte le regioni. Del resto direi che i piemontesi da due anni stanno sperimentando i disastri del PD sul fronte sanità, e stanno cominciando a rendersi conto di come stanno le cose.

Molinari, il fronte del No però è un caravanserraglio: Lega e Rifondazione, Cinque Stelle e una parte del restante centro destra, oltre agli stessi piddini antirenziani. Insomma, non propriamente un cartello politico omogeneo…
Ma infatti da lì non potrà uscire un’alleanza politica per guidare il Paese: a quella il centro destra deve cominciare a lavorare fin d’ora, sviluppando progetti e unità al proprio interno. E’ indubbio però che, magari non tutti con le stesse motivazioni, ma ad essere contrari a questa riforma siamo in tanti, in questo paese.

Ipotesi: vince il No. Renzi va a casa?
(sorride, ndr) Il personaggio abbiamo imparato a conoscerlo, afferma e si smentisce con grande facilità, non ci conterei troppo, su sue dimissioni spontanee in caso di sconfitta. Dove rischia di più probabilmente è sul suo fronte interno, congressuale. Ma quelle sono beghe del PD, ci interessano poco. Certamente, in caso di elezioni nel 2017, siamo più che pronti: se la riforma fosse bocciata, si voterebbe ancora anche per il Senato, vedremo con quale legge. La sostanza è che prima possibile gli italiani devono potersi esprimere sul futuro del Paese, perché la situazione è davvero delicata.

Parliamo delle recenti amministrative: per la Lega in PiemonteMolinari Salvini certamente un risultato lusinghiero, con Novara come fiore all’occhiello…
In realtà sono convinto che anche a Torino (per non dire di Roma) il centro destra unito avrebbe potuto puntare al ballottaggio, e vincere. Novara è stato un risultato splendido, dove la Lega ha vinto con il solo appoggio di Fratelli d’Italia. Mi auguro che queste elezioni servano come monito, e consentano alla parte più vitale (e più giovane) di Forza Italia di far prevalere il buon senso, e l’alleanza con la Lega, rispetto a logiche da patto del Nazareno, che stanno causando enormi danni non solo allo stesso centro destra, ma al paese.

Alessandria, la prossima primavera, ripartirà dal centro destra?
Me lo auguro, come credo si possa vincere ad Acqui, Asti, Cuneo. Qui da noi, già nei prossimi giorni, cominceranno gli incontri ufficiali tra i rappresentanti delle forze politiche del centro destra: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc. L’obiettivo è confrontarci schiettamente prima di tutto su un programma che abbia pochi, efficaci e qualificanti cardini condivisi.

Comune Alessandria basso altoQuali?
Alessandria in questi anni è stata amministrata in maniera pessima dal centro sinistra. Non è neppure necessario scomodare le classifiche del Sole 24 Ore che vedono Rita Rossa da anni in maglia nera: basta parlare con gli alessandrini per strada per capire come la pensano. Una città mal governata, abbruttita, pericolosa e senza slancio verso il futuro. La mia generazione, quella dei trentenni, è letteralmente in fuga, per disperazione: da qui più che dal resto del Piemonte o d’Italia. Quindi diciamo chiaramente che bisogna lavorare, subito, per un’Alessandria prima di tutto più sicura: non invocando l’esercito in maniera demagogica, ma mettendo le Forze dell’Ordine in condizioni di lavorare in maniera efficace. Il secondo punto, collegato al primo, è l’immigrazione: non è vero che, se lo Stato ti dice che intende riempirti di profughi a dismisura, il sindaco debba dire sempre sì: ci sono strumenti per opporsi, se esiste la volontà politica di farlo. E anche qui: non mi si dica che gli alessandrini sono contenti di ritrovarsi, ovunque in giro per la città, profughi ciondolanti che non fanno nulla, mantenuti dalla collettività, e senza prospettive.

Poi c’è la questione dei servizi alla cittadinanza Molinari: anche qui nonCasalbagliano fogna si brilla, molti sobborghi lamentano di vivere in stato di semi abbandono…
Non solo i sobborghi, è tutto il territorio comunale ad essere in condizioni disastrate. Hanno costruito una multiutility tutta proiettata, era evidente, sull’idea di partnership con l’universo che faceva riferimento a Fassino, e ora si ritrovano con in mano un pugno di mosche. Speriamo solo che da qui alla prossima primavera non facciano altri danni, e cercheremo poi anche lì di ripartire dai bisogni degli alessandrini, e da servizi oggi davvero carenti, dal trasporto ai rifiuti.

Faceva prima cenno alla sua generazione Molinari, i cosiddetti millennials. Il lavoro scarseggia per tutti, ma per i giovani pare un miraggio ormai: se inteso come lavoro continuativo e garantito, e con una prospettiva di crescita. Un sindaco cosa può fare?
Un sindaco non può da solo creare occupazione, questo è chiaro. Ma deve lavorare, questo sì, perché il suo territorio possa essere ricettivo, accogliente: attrarre imprese da fuori e attività. Chi arriva oggi ad Alessandria lo sappiamo tutti cosa trova: e infatti arrivano solo disperati.

Dal confronto di luglio tra i partiti del centro destra uscirà già anche il nome del candidato sindaco, oltre al programma?
(sorride, ndr) So bene che il toto sindaco appassiona più del programma, ma sarà invece solo una conseguenza di un progetto, mi auguro unitario. Nomi ne circolano diversi, alcuni anche interessanti, vedremo.

Mister XSarà un leghista?
Non necessariamente, ma certamente sarà una persona di valore, e capace di incarnare anche i valori in cui la Lega crede da sempre. Lo abbiamo già dimostrato altrove: non inseguiamo le ‘cariche’ a tutti i costi, ci interessa un progetto di cambiamento, e dare ad Alessandria uno slancio verso il futuro che oggi manca completamente.

 

Ettore Grassano