I tre contro i sei: il giorno che a Londra si giocò per l’Europa [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 

Vale la pena di ricordare, oggi che gli inglesi hanno votato per la “Brexit”, che una quarantina d’anni fa a Londra, per celebrare il loro ingresso nella CEE (come si chiamava allora), si giocò a pallone.

Successe a gennaio del 1973. Sia l’ingresso della Gran Bretagna, con l’Irlanda e la Danimarca, che si aggiunse ai sei paesi fondatori: oltre a noi, BeNeLux – come Gran Bretagna 1sovente si diceva – Francia e Germania. Sia la partita, il giorno 3, nel vecchio gloriosissimo Wembley, battezzata “the three vs the six”, i tre contro i sei.

Al baronetto Alf Ramsey, che sedeva in panchina quando gli inglesi vinsero (l’unico) trofeo internazionale, i Mondiali casalinghi del 1966, toccò di selezionare i giocatori che rappresentavano i neo-entrati “The Three”. Si portò sei dei suoi, tra cui tre campioni del mondo, il capitano Bobby Moore, Bobby Charlton che era stato l’uomo simbolo di quell’estate, e Alan Ball, il più giovane e il miglior giocatore del torneo. Aggiunse tre scozzesi, due nordirlandesi e due danesi.

Gran Bretagna 2La “vecchia CEE” era dominata dai giocatori tedeschi (perché questa cosa non mi stupisce?), ben sette, guidati da Kaiser Franz Beckembauer e dal suo grande nemico interno Günter Netzer, praticamente i leader di maggioranza e opposizione. Noi mandammo un solo uomo, il saggio Dino Zoff, che si accomodò in panchina (in porta giocò il belga Piot). In realtà solo cinque delle sei nazioni fondatrici erano rappresentate, perché non venne convocato neanche un lussemburghese, probabilmente Juncker non giocava a pallone da giovane.

Come finì? Non bene, in entrambi casi per i “fondatori”, ma lo sappiamo definitivamente solo oggi.