In tanti, leggendo domenica mattina l’intervista rilasciata a La Stampa, hanno strabuzzato gli occhi, abbandonandosi poi a commenti ironici, nel migliore dei casi.
L’atteggiamento di un sindaco che, dopo quattro anni di mandato in cui il tema della micro-criminalità e della sicurezza non è certamente stato in cima all’agenda politica cittadina (con non poca insofferenza nei confronti di chi, invece, segnalava con forza il problema), invoca ora addirittura l’intervento dell’esercito, non poteva passare inosservato.
Rita Rossa però va avanti, e come preannunciato, invia lettera ufficiale al Prefetto Tafuri, con la quale sollecita una «urgente azione sinergica in grado di fronteggiare nella Città di Alessandria gli aumentati fenomeni di micro-criminalità organizzata».
Le due signore peraltro tavoli più o meno emergenziali in questo ultimo anno ne hanno aperti su diversi fronti.
Di seguito il testo della lettera.
Eccellenza,
quanto accaduto anche lo scorso mercoledì pomeriggio in via Gramsci, via San Francesco d’Assisi e via Legnano ad Alessandria — con la “rissa” che ha coinvolto degli extra-comunitari e che ha paralizzato di fatto quell’importante settore del centro cittadino fino all’arrivo dei Carabinieri — è un ulteriore, ennesimo tassello di una situazione ascrivibile all’ambito generale della micro-criminalità che, come Sindaco, non posso e non devo sottovalutare.
È infatti sempre più evidente come la frequenza, il tasso di violenza intrinseca e il numero di persone coinvolte in questi fenomeni — siano esse italiane o straniere — stia creando condizioni di profondo disagio nella popolazione cittadina e di sincera preoccupazione da parte di questa Amministrazione Comunale.
Le ragioni di questo disagio e di questa preoccupazione sono riconducibili ad alcuni aspetti che sinteticamente mi permetto di richiamare:
i frequenti atti di vandalismo e di violenza gratuita, lo spaccio di sostanze stupefacenti in aree pubbliche quali piazza della Libertà o i Giardini pubblici, e pure i fenomeni di “accattonaggio insistente” — questi ultimi non sempre riconducibili a forme di vera povertà essendo, in più delle volte, correlati allo sfruttamento di persone in difficoltà — che danneggiano e infastidiscono anziani, bambini, famiglie e cittadini in genere e che trovano un ambito particolarmente significativo di manifestazione anche nelle aree di parcheggio (siano esse libere o a pagamento);
la percezione di un progressivo diffondersi di un clima di sostanziale impunità generale nella nostra Città, nel quale le minime regole di convivenza civile sembrano venire sempre più ignorate.
Sono consapevole che spesso si addossino, a volte impropriamente e in modo semplicistico, le responsabilità di tutti questi fenomeni agli extra-comunitari e, in particolare, ai profughi e non posso nascondere che la presenza in Città di oltre 300 profughi rappresenti effettivamente un problema nell’ambito di una più complessiva emergenza nazionale: una questione legata anche al fatto che — a causa di iter procedurali quasi interminabili nell’approvazione di progetti per la loro effettiva integrazione — non si riesca il più delle volte a coinvolgerli in specifiche attività e in “lavori socialmente utili”, inducendoli indirettamente e in qualche modo ad “arrabattarsi”.
A fronte di tutto ciò e nella consapevolezza che lo Stato debba garantire il diritto dei cittadini a vivere tranquilli, questa Amministrazione “da sola” non può riuscire in un’incisiva opera di contrasto in grado di neutralizzare, soprattutto con modalità preventive, l’insorgere della micro-criminalità e delle violenze.
Pertanto, considerando il ruolo istituzionale che Ella svolge quale Prefetto di questo territorio nell’ambito del Comitato della Sicurezza e apprezzando sinceramente la Sua capacità e sensibilità nel fare fronte, pur con una oggettiva carenza di personale, alle problematiche di un territorio vasto come quello alessandrino, sono a sollecitare una urgente azione che, sotto il Suo coordinamento, fronteggi questi rischi e debelli sul nascere i fenomeni che stanno realmente sempre più preoccupando la comunità locale.
Solo un’azione sinergica che possa coinvolgere opportunamente tutte le Forze dell’Ordine potrà, a mio parere, risultare efficace: un’azione che — al di là delle semplificazioni giornalistiche — potrebbe ipotizzare, qualora fosse il caso, anche il coinvolgimento dell’Esercito, senza con questo ipotizzare una sorta di “militarizzazione” della Città, bensì applicando il “modello Roma” che ne ha utilizzato uomini e risorse quale importante sostegno alle Forze dell’Ordine ai fini della prevenzione e sicurezza dei cittadini.
In questo senso, mentre sono a sollecitare l’avvio di tale azione sinergica — garantendo nel merito la massima disponibilità collaborativa da parte di questa Amministrazione Comunale — non Le nascondo che potrebbe risultare particolarmente opportuno prendere in considerazione anche la possibilità di rivolgersi direttamente al Governo per chiedere — attraverso la formalizzazione di un vero e proprio “Patto per la Sicurezza” — più risorse, più investimenti in sorveglianza, più Forze dell’Ordine con assunzioni di nuovo Personale che non interferisca con i vincoli posti per le cosiddette “spese strutturali”.
In attesa di un Suo gentile riscontro, La ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.