Un bel 10 ai lavoratori ATM, vittime di malagestione e ricatto [Le pagelle di GZL]

Atmdi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) Per solidarietà a chi ritengo “vittime” di molti anni di malagestione di un bene pubblico: i lavoratori di ATM, la fu Azienda Trasporti Urbani alessandrina. Come sempre in ogni situazione fallimentare, che sia nel privato o nel pubblico, chi ci va di mezzo? I lavoratori e nel caso specifico anche i cittadini trattasi di servizio pubblico essenziale. Segreterie di partito, politici e amministratori pubblici la passano sempre liscia, pur essendo responsabili di almeno vent’anni di scelte di persone inadeguate “spiaggiate” nei vari Consigli di Amministrazione (da sempre ‘postifici’ per trombati o collettori di voti), con zero piano industriale e obbiettivi per il risanamento aziendale. Solo ai lavoratori l’onere della disfatta, e se vogliono continuare a lavorare sono costretti a subire ricatti. Appare evidente che “l’imprenditore pubblico” è responsabile del cattivo andamento dell’impresa, e crea una tutela preventiva dei propri interessi. Diverso è il destino dei lavoratori, perchè nonostante quello che qualcuno vuol far credere loro sono incolpevoli e spesso inconsapevoli della cattiva gestione, e nel momento del “default” rischiano di trovarsi da un momento all’altro senza alcun reddito. E’ quello che è accaduto nella nostra azienda trasporti: in questi giorni il sacrificio è stato chiesto solo ai dipendenti, e chi non ha accettato è stato licenziato. A quanto pare tutto legale, tutto corretto perché sono loro i “padroni del vapore” (voglio-posso-comando), mentre le ‘risorse umane’ hanno dovuto abbassare la testa ed accettare. Concludo andando al cuore del bel voto che assegno ai lavoratori ex ATM: “Lor signori” in giacca e cravatta hanno idea di cosa significa guidare vere carrette, vecchie e sporche, su strade dissestate con calure insopportabili nella stagione estiva, con cittadini incazzati che se la prendono con l’autista, che si ritrova pure la schiena a pezzi? Sono un utente delle “carrette” ATM e scrivo ciò che da anni vedo. Riduzione stipendio? Manlevare l’azienda AMAG se salta l’erogazione del Fondo bilaterale di solidarietà per autoferrotranvieri? O mangi sta minestra o salti la finestra? Queste procedure “unilaterali” da parte di “lor signori” ben remunerati dai cittadini mi creano un senso di repulsione.
Voto: 10

Oltreponte

2) A quelle Amministrazioni che per trascuratezza lasciano andare a “ramengo” un bene pubblico, anche se si tratta di una fontana con il ruolo di rotonda. Mi riferisco all’articolo su La Stampa di martedì 14 giugno (pagina di Casale Monferrato) a firma Franca Nebbia. Titolo: “Divisi sulla fontana, mai diventato simbolo del rione Oltreponte. Dibattito aperto a Casale, le opzioni: riattivarla – abbatterla – trasferirla”. Il quartiere Oltreponte di Casale ha circa 2.700 residenti e nel 2000 subì una pesante alluvione. Questa fontana è stata voluta dalla seconda amministrazione Mascarino nel 2006, dopo il raddoppio del ponte che collega Casale al quartiere Oltreponte. E’ posta all’interno di una rotonda sul ponte stradale all’imbocco di Via Adam, con la realizzazione a suo tempo di attraversamenti pedonali in porfido e di isole spartitraffico sulle Vie Adam, Strada Vecchia Vercelli e Strada Vecchia Torino. L’opera nel 2006 costò 170 mila euro, di cui 20 mila furono donati dalla famiglia Cerutti, che a Oltreponte ha il suo stabilimento: lo scopo era di offrire a questo quartiere “ferito” un’opera di natura anche estetica. A suo tempo ricordo alcune contestazioni che vertevano sul fatto che l’amministrazione avrebbe potuto avviare un percorso di partecipazione dei residenti, chiedendo se fossero d’accordo su tale opera. Forse, ad esempio, sarebbe stato più utile spendere una parte del denaro per realizzare un luogo di relazione di incontro e di cultura come può essere una biblioteca per giovani e anziani, oppure per altre necessità del quartiere. Ma fontana fu! Durante l’amministrazione Demezzi la fontana ebbe un guasto idraulico, da allora ad oggi nessuno se ne è più occupato, ed ora quello che doveva essere un biglietto da visita della parte nord della città è diventato un problema di degrado, con un pesante costo qualunque sia la scelta che sarà effettuata. Questa opera moderna a mio avviso è esteticamente migliore di tante altre che si vedono nelle nostre città, è uno spregio annullarla. In questa vicenda ci sono evidenti colpevoli di tale degrado, e sono quegli amministratori che l’hanno lasciata andare a “ramengo”, ma non è così che funziona. Un bene pubblico costato parecchio piaccia o non piaccia va preservato!
Voto: 2

 

Cristo strade bucate3) Alla notizia pubblicata sabato 11 giugno su La Stampa: “La Provincia resta senza soldi per asfaltare e riparare le strade. Con meno di un milione non è garantita la sicurezza”. Così dichiara Rita Rossa, attuale presidente provinciale, e riporto la parte finale dell’articolo che ritengo interessante: “ Rita Rossa assicura di aver già fatto presente per iscritto la pericolosa situazione alla Regione e al Governo, di cui teme però siano necessarie azioni eclatanti”. Azioni eclatanti! E chi le fa, lei? E che tipo di azioni eclatanti? Un giro turistico su ogni TV nazionale a stillare che Renzi, “Delirio” e Chiamparino non le mandano i fondi dovuti per i servizi di manutenzione ancora in carico alle Province? Oppure si recherà a Roma con il suo Consiglio provinciale più i burocrati dell’Ente con gonfalone, cartelloni, e inizieranno uno sciopero della fame? E ancora: per protesta si arrampicherà sul grattacielo regionale di cristallo progettato da Fuksas il cui costo pare abbia superato i 260 milioni di euro? Io cerco di rendermi utile e offrire suggerimenti, poi se vi sono altre idee ancora più incisive ben vengano, importante è ottenere risultati. Ora: Renzi, “Delirio” e chi li appoggia nel paese Italia hanno avuto un po’ fretta a mettere le mani sulle Province. Di fatto hanno solo creato illusione, confusione e problemi togliendo a quanto pare risorse e l’elettività. Sono circa 1.000 consiglieri e presidenti delle città metropolitane che vengono nominati dai consigli comunali e gli oltre 20 mila dipendenti delle Province sono ancora in carico alla PA, senza sapere che fare, e nessuno si occupa più della manutenzione di scuole e strade provinciali per mancanza di risorse. In un articolo Travaglio scrive: “Già oggi alcune funzioni e competenze sono state trasferite alle Regioni mentre le Province sono rimaste in attività soltanto con le funzioni più strettamente legate al territorio: scuole, ambiente, manutenzione stradale, pianificazione”. L’ho sottolineato ma lo voglio ripetere: scuole, ambiente, manutenzione stradale, pianificazione ….questo elenco pare poco? Vorrei sapere cosa tocca alla Regione e al Governo. Altro che azioni eclatanti a parole mia cara Rossa! Siamo il paese di Baccian, dove poi tutto finisce a tarallucci e vino.
Voto: 2