Cinquecentocinquantanove vittime. Ammonta a tanto la strage avvenuta ad Alessandria nel periodo che va dal 1940 al 1945, in piena Seconda Guerra Mondiale. Vittime dei bombardamenti degli Alleati anglo-americani che proprio nel capoluogo fece registrare il numero più alto, ben di più rispetto ad altri capoluoghi come Vercelli, Novara, Cuneo, Asti.
Alessandria pagò dunque il prezzo più salato, soprattutto per quanto concerne le cosiddette “vittime casuali”, ossia persone che si trovavano lì momentaneamente (si registrarono molte vittime provenienti dalla Liguria) perdendo la vita in uno dei periodi più bui della storia italiana del Novecento.
Tutto questo è raccontato nel libro di Renzo Penna, “Vittime Dimenticate – Testimonianze dei bombardamenti anglo-americani (1940-1945)”, presentato martedì pomeriggio a Palazzo Rosso in Sala Consiglio.
“Un racconto che induce a volgere lo sguardo non solo al passato” ha spiegato l’autore, Presidente della Commissione Cultura del Comune “ma anche alla tragica attualità quotidiana in cui sempre maggiormente vediamo vittime di guerre, guerre che ci circondano sempre più. Basti pensare agli esodi di massa che quotidianamente portano in Europa ondate di profughi. La Seconda Guerra Mondiale si può dire che abbia anticipato il presente, prefigurandolo”.
Attraverso testimonianze e documenti originali, l’autore ha riportato in primo piano le persone, le sofferenze e le angosce di una normalità “vissuta in un contesto stravolto, impensabile oggi e difficile persino da immaginare per le generazioni nate dopo la fine della guerra. Persone che hanno goduto, almeno in Europa, del più lungo periodo di pace mai vissuto prima” ha aggiunto ancora Penna.
Quartieri come la Pista, Borgo Littorio, la zona adiacente la ferrovia furono, ad Alessandria, fra le zone più colpite dai bombardamenti.
“Gli aerei in cielo sembravano rondini, tante rondini. Poi abbiamo sentito il rumore delle bombe, la polvere, e siamo scappati verso il Tanaro, rifugiandoci vicino alla riva cosicché siamo riusciti a scamparla” ha raccontato un testimone dell’epoca che, nel periodo dei bombardamenti, ancora bambino, quella tragedia la ricorda ancora molto bene.
Alla presentazione del libro hanno portato la loro personale testimonianza anche i giornalisti Piero Bottino, La Stampa, e Roberto Gilardengo, Il Piccolo, le cui famiglie, subendo anch’esse i bombardamenti, si ritrovarono la casa distrutta.
Da segnalare, infine, nella copertina, il Memoriale delle 559 vittime alessandrine realizzato dall’artista Massimo Orsi, inaugurato il 30 aprile dello scorso anno nell’atrio del palazzo comunale.
Roberto Cavallero