di Enrico Sozzetti
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Il leprotto corre veloce in mezzo al parcheggio. Indisturbato. Il sole sta facendo di nuovo capolino, l’ingresso del Museo di Marengo è lì a due passi. Lo raggiunge. Poi si gira di scatto e torna sui suoi passi. Intorno è la calma assoluta. Certo un clima, non solo atmosferico, ben diverso dal 14 giugno 1800, giorno della battaglia. Ma un ambiente profondamente differente anche alle più recenti giornate celebrative.
Sono ormai un ricordo le rievocazioni con decine di figuranti, le manifestazioni, le mostre, le iniziative collaterali, le ristrutturazioni che hanno consentito, sotto la regia delle precedenti amministrazioni provinciali, di portare migliaia di turisti ad Alessandria, stringere rapporti internazionali con Parigi, contribuire a fare entrare Marengo nei circuiti napoleonici. Oggi, è martedì 14 giugno 2016, di testimonianze di quello stesso giorno del 1800 non se ne vedono all’esterno. Un enorme cartellone illustrativo nel parco è coperto da un drappo bianco, l’erba è tagliata e i giardini di fronte alla piramide di Villa Delavo sono curatissimi. Ma intorno è solo silenzio, lievemente rotto unicamente dalle chiacchiere dei due addetti che all’ombra dell’ingresso attendono i visitatori.
Vero che i tempi cambiano e che le pubbliche amministrazioni (oggi la gestione è assegnata al Comune di Alessandria) sono senza soldi e spesso senza idee realmente praticabili. Ma organizzare una apertura straordinaria di martedì pomeriggio era il caso? Chissà. Resta il fatto che c’è chi tira dritto per la sua strada e anzi annuncia con orgoglio che la rievocazione non c’è stata, però l’amministrazione, le parole sono dell’assessore comunale ai Beni e Politiche Giovanili, Vittoria Oneto, sta lavorando “a un progetto più ampio che parte con l’esposizione di un calco di gesso della scultura di Giovanni Emanueli intitolato ‘Napoleone I alla battaglia d’Arcole’. Questa opera vuole essere preludio della grande esposizione, che sarà inaugurata nell’autunno e permarrà fino a dicembre 2016, dedicata ai gessi di Antonio Canova”.
È tutto? No. A inizio 2017 “prenderà avvio il riallestimento del terzo piano del Marengo Museum con le opere della collezione della Cassa di Risparmio di Alessandria. Una esposizione che sarà permanente e darà ulteriore lustro a questa già ricca realtà”. Di risorse non si parla, di progetto dettagliato nemmeno. Ma una cosa questo annuncio di Vittoria Oneto ha in comune con quelli degli amministratori precedenti ovvero il periodo dell’intervento, sempre in anni elettorali come è avvenuto con le presidenze di Fabrizio Palenzona e di Paolo Filippi. Non manca comunque il tocco personale come l’idea del collegamento ciclopedonale fra la Cittadella e Marengo con tanto di passerella sul fiume Bormida. Se fosse un mondo normale – con strade e ponti efficienti, servizi adeguati, valorizzazione turistica internazionale e amministrazioni pubbliche affidabili al punto da convincere degli investitori privati – troverebbe il suo spazio anche un percorso come quello sognato dall’assessore alla Cultura. Ma è un mondo normale?