“Non solo il progetto Abilitando non si ferma, ma guardiamo avanti pieni di entusiasmo, di idee e di progetti. Le risorse, ovviamente, sono sempre poche: ma strada facendo speriamo di trovare anche quelle”. Torniamo, a distanza di qualche mese, ad incontrare Paolo Robutti, fondatore e anima di Abilitando, e lo facciamo in occasione di un ‘passaggio’ importante, ossia la nascita dell’associazione Abilitando, “primo passo verso la costituzione della Onlus, a cui speriamo di arrivare entro fine anno”.
Robutti non lo dice, ma in realtà il sogno vero rimane una Fondazione, capace di dare corpo e gambe ai tanti progetti di questo gruppo di ‘concretissimi’ sognatori alessandrini, che prima di altri hanno compreso l’importanza della tecnologia come strumento per mezzo del quale accorciare, fino al potenziale annullamento, la distanza tra ‘abilità’ e disabilità. “Promuovere la tecnologia a favore della disabilità non è solo la mission del nostro statuto – specifica Robutti, formazione da informatico e una lunga ‘militanza’ nel mondo del volontariato -, ma il motivo che ci ha fatti incontrare, ci unisce, e ci spinge ad intraprendere un percorso che è davvero soltanto agli inizi”, Con lui, che dell’associazione Abilitando è il presidente, ci sono nel direttivo Consuelo Battistelli (vicepresidente, qui la sua intervista), e poi Cristina Storaro, Fabio Montalcini, Maurizio Zambruno, Giorgio Annone, “più altri amici che ci aiutano da sempre, sensibili a questo tema”. Tra questi certamente anche Mauro Buzzi, presidente del Cissaca, che insieme a Robutti di Abilitando fu uno dei più entusiasti fautori/ideatori.
A proposito, l’evento dell’autunno 2015, che richiamò nella splendida location del complesso di Santa Croce a Bosco Marengo un pubblico qualificato in arrivo da mezza Italia, quando si rifarà? “Quest’anno – spiega Robutti – avevamo programmato di ‘saltarlo’, per non sovrapporci a Handimatica, la biennale mostra-convegno nazionale su disabilità e tecnologie informatiche della fondazione Asphi, che poi peraltro è saltata. Siamo però già al lavoro per organizzare la prossima edizione di Abilitando, e da più parti in Italia ci è stato chiesto di renderla anche ‘itinerante’, ossia di spostarci in altre province, e regioni. Ecco: posso dire che questo non succederà, nel senso che Abilitando è e resterà un progetto di alessandrini, per attrarre nella nostra provincia il meglio dell’offerta e dei protagonisti di questo settore. Proprio per riuscirci, però, ci stiamo dedicando ad incontri e approfondimenti a tutto campo, per coinvolgere soggetti e professionalità di eccellenza”.
Le associazioni del settore disabilità, i grandi player della tecnologia (Ibm, Apple, Samsung, solo per citarne alcuni), le università e, ovviamente, la grande platea dei disabili sono dunque i quattro elementi di un quadrilatero tutto da costruire, e soprattutto da riempire di contenuti.
In questi mesi, peraltro, il ‘nucleo storico’ di Abilitando non è certamente rimasto con le mani in mano: “nostro il progetto di GuidApp, la guida vocale-museale per non vedenti e non solo, e anche il progetto culturale che ruota attorno a Teatro nello spaz…IO, e che grazie a DX – Factor vedrà sessanta ragazzi disabili protagonisti di un vero e proprio talent show. Fondamentale, su questo fronte, il contributo e il sostegno ottenuto dai Rotary Club della Liguria e del basso Piemonte, a cui vanno i nostri profondi ringraziamenti: grazie a loro abbiamo dotato la piscina del Cissaca di una struttura che consente ai disabili di entrare in acqua con gradualità e sicurezza, e a breve lo stesso progetto sarà esteso alle piscine di Novi Ligure e Acqui Terme”.
Paolo Robutti però guarda avanti, e scalpita, pensando a nuovi progetti anche imminenti, da sviluppare sul territorio alessandrino, ma in forte sinergia con partner nazionali,e anche internazionali, a partire da percorsi di ricerca e innovazione tecnologica legati all’Università: “Ci piacerebbe organizzare un Hackathon, ossia un progetto particolare, legato al software per la disabilità, che coinvolga tutte le università piemontesi, ossia Piemonte Orientale, Università di Torino, Politecnico. Con l’obiettivo di realizzare applicazioni software no profit per disabili quasi personalizzate, o comunque capaci di andare a soddisfare le esigenze di poche persone, in nicchie in cui il profit, per questioni di numeri ed economia di scala, non arriva. Quello con le università sarà un percorso su cui Abilitando punterà moltissimo nei prossimi anni. Abbiamo poi un confronto avviate anche con altre primarie realtà del mondo della ricerca: dall’IIT (Istituto Italiano diTecnologia) di Genova alla Needius, società trentina di innovazione tecnologica che opera nel mondo dell’autismo, con ottimi risultati”.
Altro filone importante per Abilitando, e su cui a breve partiranno sono gli eventi legati alla formazione dei disabili sul fronte tecnologie (in un’ottica sia professionale, che di supporto alla vita quotidiana), e a breve partiranno collaborazioni mirate con realtà come Unione Italiana Ciechi, Aism, Arpa.
Ettore Grassano