Elezioni comunali: quale lezione per Alessandria? [Controvento]

Elezionidi Ettore Grassano

 
Primo dato certo, dopo le amministrative di domenica scorsa: l’astensionismo sfiora ormai il 40%, e quei voti non sono di nessuno. Nel senso che trattasi di italiani che non ci credono più, e ‘recuperarli’ alla causa della politica, o meglio della partecipazione, non sarà compito agevole per nessuno (ne parliamo venerdì, tra l’altro:  e speriamo interveniate numerosi).

Secondo dato: il PD a trazione renziana arranca. Naturalmente, avendo il monopolio quasi esclusivo del sistema mediatico/informativo, ora cercheranno di spiegarci con dotte analisi che il partito ‘tiene’, e che comunque è un voto locale che nulla c’entra col premier.
La realtà è però che il PD ‘tiene’ perchè ha ancora alle spalle l’unica parvenza di organizzazione omogenea sul territorio, ma dalle grandi città arriva un segnale forte e chiaro: fuori dal ballottaggio a Napoli, ridotto ad esultare per un 24% nella capitale, e al di sotto delle previsioni anche a Milano, Torino e Bologna.

Il Movimento 5 Stelle ottiene un risultato straordinario a Roma (ma VirginiaRaggi Virginia Raggi si aspetti ora due settimane di campagna mediatica ‘di fuoco’), e più che buono a Torino, nella città dove forse più di altre il centro sinistra è ‘sistema’, come sa chiunque la frequenti un poco.

Nel centro destra, invece, prima capiscono che Forza Italia, in quanto emblema del berlusconismo, ha fatto il suo tempo, meglio sarà per tutti. Non che non esista una domanda potenziale, da parte dell’elettorato di centro destra: esiste, eccome. Ma è una domanda che va soddisfatta con volti e idee nuove e autorevoli, e lavorando sulla sintesi, sull’unificazione di un fronte politico-elettorale, ma anche appunto progettuale.

Qui torniamo, ovviamente, al tema dell’organizzazione. Per vincere le elezioni, soprattutto territoriali, non bastano alleanze a tavolino. Bisogna anche ‘alzare i tacchi’, e lavorare davvero: suonare i campanelli dei palazzi incontrando la gente, e non solo puntare sui social, e sul carisma del leader nazionale.
E’ quello che ha ricominciato a fare la Lega (certo, anche qui l’effetto Salvini però conta: lo si è visto durante il suo ultimo passaggio alessandrino), ed è l’unica strada per tornare a coinvolgere i tantissimi italiani che non ci credono più.

Comune Alessandria basso altoNaturalmente però noi già pensiamo a Palazzo Rosso, e da questo punto di vista riflettori puntati su Novara: lì ottiene un grande risultato il leghista Canelli (sostenuto anche da Fratelli d’Italia), e va al ballottaggio con il sindaco uscente del Pd, Ballarè, che si ferma al 28%. Il centro destra, considerando il 14% di Forza Italia, ha un consenso quasi doppio rispetto a quello del centro sinistra, con i 5 Stelle terzo polo fermo al 16-17%.

Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che potrebbero esistere forti analogie con la situazione alessandrina: a casa nostra, tra un anno, un centro destra ben organizzato, e con alcuni progetti chiari e trasparenti, avrebbe notevoli chances, dato il consenso non proprio entusiasmante che si percepisce ad Alessandria attorno all’attuale amministrazione, e con un Pd cittadino ‘lacerato’, come le recenti cronache ben testimoniano. Nonostante (o forse anche per) i ponti e i teatri aperti a intermittenza, e una propaganda che ce la mette tutta, l’impressione è che per il sindaco Rossa (se sarà ricandidata) la strada si preannunci in salita. Ma, appunto, mancano ancora 12 mesi, e prima di allora, il 3 ottobre, ci sarà un referendum davvero ‘spartiacque’.