Un limbo paradossale per 87 lavoratori della nostra provincia: senza stipendio, senza contributi, e paradossalmente con la speranza di essere licenziati dall’azienda, perchè solo così potranno avere diritto agli ammortizzatori sociali.
Sono le rappresentanze sindacali di Fiom e Uilm a lanciare l’allarme, che riguarda i dipendenti della Trafilerie del Monferrato, ex Cavanna Trafilerie di Morsasco.
“L’azienda che impiegava 87 lavoratori – affermano i sindacati – da anni ormai alternava cassintegrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, ma ora, a causa dell’introduzione della riforma dell’autunno scorso che non prevedeva più la cassintegrazione straordinaria per aziende in fallimento, i lavoratori si trovano in un limbo: senza stipendio, senza contributi, non potendosi licenziare perché non hanno diritto alla Naspi (la nuova disoccupazione) e paradossalmente non resta loro che sperare nel licenziamento da parte dell’azienda.
Ma il curatore fallimentare non vuole chiedere la cassa integrazione straordinaria che l’ultimo decreto legge del 2 maggio 2016 prevede per le aziende in fallimento che hanno un minimo di continuità lavorativa.
Le ragioni del rifiuto stanno nei costi più alti della cassintegrazione per le aziende rispetto al passato e nell’assunzione di una responsabilità sindacale che va a tutelare un più ampio numero di lavoratori, oggi in situazione precaria”.
Il fallimento dell’azienda Trafilerie del Monferrato risale al 19 febbraio 2016.
Uilm e Fiom non hanno firmato l’accordo, durante un incontro avvenuto a inizio maggio, in quanto erano previsti: deroghe sul 2112, finalizzato a garantire il mantenimento dei diritti dei lavoratori dopo la cessazione di azienda o di un ramo di azienda, pesanti demansionamenti dei lavoratori, nessuna garanzia di ricollocazione interna, attraverso un vincolo temporale con la nuova azienda, legato alla crescita del fatturato ed esterno tramite la formazione del personale, mancato rispetto dei criteri di legge sulla scelta del personale da impiegare.
Antonio Bordon, Uilm Alessandria, e Ivan Gaetani, Fiom Alessandria, sono “molto preoccupati per la situazione che i lavoratori stanno vivendo e temono che tale condizione, dovuta al buco normativo, si possa ripetere, anche a breve, in altre aziende del territorio”.