Che fine ha fatto Cesare Miraglia? Dopo anni di forte ‘opposizione interna’ alle scelte della maggioranza di centro sinistra guidata da Rita Rossa, il vulcanico leader dei Moderati (ma fino a quando?) da qualche mese sembra aver fatto perdere le sue tracce. Ma solo a Palazzo Rosso, come sa chi lo ascolta e apprezza come commentatore politico a Radio Voce Spazio. Per non dire del fronte imprenditoriale, che lo vede impegnato su molteplici fronti, a partire dall’imminente partenza della stagione estiva alla Canottieri. Con una certa ‘esposizione mediatica’ lo scorso inverno nella vicenda del centro Bellavita di Spinetta. Dove le cose non sono però andate per il verso giusto, e infatti la struttura è ancora lì, chiusa, e lo sarà chissà per quanto. Attenzione, però, perché Miraglia davvero è imprenditore dalle mille risorse, e figura capace di ‘fughe in avanti’ che non ti aspetti. Come quella che lo ha portato, recentemente, a confrontarsi e a dialogare niente meno che con Aleida Guevara, primogenita del Che, “e una straordinaria somiglianza col famoso papà”, assicura Miraglia.
Ma facciamo un passo indietro: cosa è andato a fare Cesare Miraglia a Cuba, ad aprile? “all’inizio solo una bella vacanza con la famiglia, completamente offerta dai miei figli”, sorride, “e l’intento mio e di mia moglie era davvero solo quello di riposarci. Poi, lo sa bene, io fermo proprio non ci so stare, e così qualcosa ho finito per combinare anche là”. Del resto proprio Miraglia, all’inizio del mandato del sindaco Scagni (di cui fu assessore e stretto collaboratore) si occupò di portare a compimento un gemellaggio tra Alessandria e Rosario di Santa Fè, “in cui gran parte del merito va attribuito alla precedente giunta Calvo: semplicemente per intoppi burocratici non si era riusciti a completare un’operazione umanitaria, con invio di un container di medicinali raccolti appunto dalla precedente amministrazione, e me ne incaricai con piacere. A quell’epoca peraltro, tra il nostro vescovo Charrier e il vescovo di Rosario esisteva un rapporto molto stretto, e riuscimmo a concretizzare una bella collaborazione: ma solo a distanza”.
Nel 2016 dunque, più di 10 anni dopo quel gemellaggio, Cesare Miraglia (nato a Buenos Aires, e tuttora in possesso di doppia nazionalità: italiana e argentina) ha realizzato il suo sogno di visitare Cuba, e di incontrare appunto la figlia del Che: “una signora molto gentile, medico che occupa un ruolo di primo piano all’interno del ministero della Salute dell’isola, e soprattutto è spesso in viaggio, soprattutto nei paesi poveri dell’Africa e del centro America, dove Cuba da sempre cerca di mettere a disposizione le competenze di una sanità che è ai primi posti nel mondo, e di far studiare i ragazzi più capaci e meritevoli. Aleida Guevara conosce e ama il nostro Paese, dove tramite l’associazione Italia Cuba è stata già diverse volte: e naturalmente è mia intenzione organizzare al più presto una sua visita ufficiale ad Alessandria”.
Ma com’è Cuba, nell’anno di grazia 2016, dopo tutti i segnali di dialogo e di apertura con l’Occidente, e con gli States in particolare? “L’Avana è splendida: una via di mezzo tra Madrid e Buenos Aires, con palazzi meravigliosi. Ma la vera forza di Cuba è la sua gente: persone davvero innamorate della vita, positive. Ora poi hanno davvero aperto le porte al turismo occidentale, la capitale ma anche il resto del paese, dalle spiagge alle aziende agricole dell’interno, erano piene di canadesi, tedeschi, francesi. E anche italiani naturalmente: noi siamo ovunque. Cuba comunque continua a brillare per la qualità della sua sanità, ma è davvero in movimento anche dal punto di vista imprenditoriale e commerciale: una realtà che, da imprenditore, considero davvero interessante”.
Però noi Cesare Miraglia lo conosciamo soprattutto come appassionato protagonista della politica di casa nostra: possibile che, sul quel fronte, tutto taccia? Da un po’ il suo banco in consiglio comunale rimane vuoto: perché? “Secondo lei il consiglio comunale, che dovrebbe essere il luogo in cui si dibatte in maniera trasparente dei problemi e delle esigenze degli alessandrini, in questa consiliatura ha avuto qualche potere, è stato in qualche modo consultato davvero? A me pare di no, e allora è inutile perdere tempo, e fare numero. Sottolineo peraltro che io da anni da Palazzo Rosso non incasso gettoni di presenza, e al contrario di altri neppure mi faccio rilasciare pass per l’auto: parcheggio l’auto a pagamento, come qualunque cittadino. Comunque, la passione politica non è passata, non passerà mai. Semplicemente ho promesso al responsabile nazionale dei Moderati di tacere fino alle elezioni del 5 giugno, e così farò. Poi però parlo, eccome se parlo. Da anni ormai segnalo la situazione drammatica di questa città, e le scelte clamorosamente errate relative alle partecipate comunali. Vedo che adesso anche altri, a cominciare dalla Lega, le mettono in evidenza. Benissimo: mi fa piacere aver fatto da stimolo e apripista”. Appuntamento da giugno in poi insomma: garantiti fuochi d’artificio!
E. G.