Nella notte tra il 17 e il 18 maggio a Parma si è conclusa la trattativa al tavolo per la contrattazione del pomodoro da industria del Nord, tra Industrie di trasformazione e Organizzazioni di produttori. L’accordo stabilisce un prezzo di 85,20 euro a tonnellata, franco campo, che varranno con una produzione compresa tra 2.350.000 e 2.550.000 tonnellate. Al di sotto dei 2.350.000 si aggiungerà 0,05 euro/tonnellata sino ad un massimo di 3 euro, ogni 5mila tonnellate mentre al di sopra dei 2.550.000 si toglierà 0.05 euro a tonnellata sino ad un massimo di 3 euro ogni 5mila tonnellate in eccesso.
Luigi Ricaldone, presidente della Sezione del Pomodoro da Industria di Confagricoltura Alessandria, ha così commentato: “Dopo questa lunghissima trattativa una cosa è certa: l’accordo raggiunto non soddisfa i produttori. Il risultato era già delineato da un po’ di tempo e crea molte difficoltà alla parte agricola”.
Ampliamente deluso anche Giuseppe Alferano, vice presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Sezione del Pomodoro da industria: “E’ evidente che i costi di produzione aumentano e i ricavi diminuiscono per gli agricoltori. Ciò che maggiormente va sottolineato è che le OP hanno operato in modo inadeguato. A mio avviso, era sufficiente da parte loro svolgere una programmazione corretta, cosa che non è stata fatta, cioè in questo caso bisognava ridurre la superficie coltivata a pomodoro da industria. Si sono seminati troppi ettari rispetto a quelli necessari. E’ da cinquant’anni che non si fanno gli interessi degli agricoltori, quindi è necessario cambiare il sistema OP”.