“La narrazione che cura” il titolo dell’iniziativa formativa, diretta da Antonio Maconi, che si è svolta venerdì pomeriggio nel Salone dei convegni dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria: ospite per la lectio magistralis il noto giornalista e scrittore Roberto Cotroneo.
Obiettivo della giornata presentare il concorso “Racconta la tua cura” di cui Cotroneo è presidente della giuria, una delle iniziative che l’Azienda Ospedaliera ha messo in campo per diffondere la Medicina Narrativa, una metodologia che si concentra sul ruolo relazionale e terapeutico del racconto dell’esperienza di malattia da parte del paziente e nella condivisione dell’esperienza, attraverso la narrazione, con il medico che lo cura.
Insomma, una forma di “umanizzazione delle cure”, come ha sottolineato Maconi nella presentazione dell’iniziativa “che dovrebbe far parte del dossier formativo di ogni professionista. Motivo per cui sono importanti gli aspetti tecnici, ma anche quelli di tipo relazionale, che non saranno mai in grado di sostituire la principale risorsa del Sistema Sanitario Nazionale: l’uomo. Un grazie particolare all’amico Roberto Cotroneo per la sua grande disponibilità: poter contare su di lui come presidente di giuria del nostro concorso, per il secondo anno, è certamente gratificante e incentivante per chi ama scrivere. E la sua presenza a questi momenti formativi permette ai nostri professionisti di avere una visione che esula dai soliti schemi a cui siamo abituati. Grazie! ”
Roberto Cotroneo, dopo i saluti del direttore sanitario Paola Costanzo e degli interventi tecnici di Antonio Pepoli e Antonella Barbierato, ha tenuto la sua relazione, di grande interesse, che ha catturato la platea per oltre un’ora, focalizzando l’attenzione sui cambiamenti che hanno coinvolto la società con i social media e di conseguenza sulla narrazione di sé: Facebook è un generatore di autobiografie, siamo poi noi a scegliere cose dire, a chi filtrare, come raccontare; tutti i social sono basati su un principio di narcisismo, apparentemente in contrasto con la narrazione di una malattia. Ma se ben utilizzati, diventano non una alternativa alla vita, ma la vita, e quindi esempi positivi, dove la malattia attiva il dialogo, nel modo tipico del web 2.0.
Per quanto concerne gli aspetti tecnici, invece, da sottolineare la nuova iniziativa che ha preso avvio in Neurologia, proprio grazie ad Antonio Pepoli (psicologo operante presso la struttura) e Delfina Ferrandi, neurologa, che hanno allestito una vera e propria stanza dedicata alla scrittura, tra le prime in Italia.
Salvatore Petrozzino, direttore del dipartimento riabilitativo Borsalino, ha presentato la cartella clinica “narrata”, esempio di cartella in cui tutti il gruppo è coinvolto e gli operatori scrivono in prima persona: in questo modo si crea un legame più forte con il paziente e la cartella, da documento amministrativo, assume un aspetto emozionale di maggiore impatto. Ha chiuso i lavori Caterina Corbascio, direttore del dipartimento interaziendale di salute mentale Alessandria Asti, sottolineando gli aspetti legati ai dati della narrazione, dove è possibile mettere a fuoco il problema della comunicazione tra medico e paziente.