“Sono Jim, apri!” [Il Citazionista]

renzi-messina_optdi Andrea Antonuccio.

«A me questa cosa del referendum sembra una cosa bellissima. Decide la gente e noi rispetteremo la scelta del popolo italiano»
Matteo Renzi

Lui si chiama Jim Messina, viene dagli Stati Uniti (da Denver, non da Kansas City, pronunciato all’Alberto Sordi) ed è il consigliere politico su cui Matteo Renzi scaricherà l’eventuale disfatta al referendum sulle riforme costituzionali di ottobre.

Il curriculum di Messina parla chiaro: è uno che ha dato una mano a Obama e a Cameron (due nomi, tra gli altri), e pare che qui da noi siano bastati solo centomila euro per arruolarlo nella gioiosa “macchina da guerra” del dream team renziano. Quanto un consulente medio-alto di un Comune o di una Provincia a caso, insomma.

boschi-travoltaSembra sia stato lui, “Big” Jim Messina, ad aver dato a Maria Elena Boschi l’improvvido consiglio di riposizionare a destra (addirittura dalle parti di CasaPound) i sostenitori del “no” al referendum, in particolare quelli della Sinistra dem: “Sappiamo che parte della sinistra non voterà le riforme costituzionali. Si porranno sullo stesso piano di CasaPound, e noi con CasaPound non votiamo”.

Si dice che lo stesso Messina abbia preparato un meraviglioso kit (bignamino sulle riforme, strategie di approccio e risposte alle domande più insidiose) per il porta a porta a tappeto che vedrà coinvolto lo sterminato esercito dei “neotestimoni di Geova” di Matteo e Jim. Geniale strategia quella di citofonare a casa dell’italiano medio, normalmente incazzato, per indurlo a votare “Sì” al referendum di ottobre.

modugno_domenicoPiccola nota d’antan. Se non ricordo male, nelle elezioni del 1964 la Democrazia Cristiana si affidò a un consulente yankee per recuperare consensi e “rinfrescare” un’immagine che appariva già allora un po’ vecchia e sbiadita. Il consiglio del guru dell’epoca fu quello di rappresentare la Dc come il “partito-mamma” di tutti gli italiani. All’uopo venne arruolato persino Domenico Modugno, Mister Volare, che in uno spot ante litteram cantava la canzone “Libero“, dopo aver raccontato una barzellettina su Krusciov (guardatevi il filmato).

Come andò a finire? In quelle elezioni la Dc andò maluccio, e il guru americano se ne tornò a casa con le pive nel sacco.

Era il 1964. Sono passati solo 52 anni.