Circa 13 milioni di euro ‘iniettati’ nell’economia del territorio nel corso degli ultimi 19 anni, a sostegno di 183 progetti inseriti all’interno di 3 Programmi di Sviluppo Comunitario: il quarto Programma, relativo al 2014-2020, è in pieno svolgimento, con un particolare focus sulle Reti per lo sviluppo del turismo. E’ questo il biglietto da visita del Gal Giarolo Leader, e alle 10 di mattina, nella ‘spartana’ sede di Stazzano (una grande sala d’ingresso, e una saletta riunioni), sono già tutti pienamente operativi, e c’è una riunione in corso con amministratori della zona. Lo storico presidente Graziano Montessoro (per una vita sindaco e vice sindaco del piccolo centro del basso Piemonte, “oggi cerco di dare ancora una mano come assessore”), che è alla guida del Gal dalla sua fondazione, nel 1997, ci accoglie insieme al direttore tecnico Simona Salomone, e ‘a due voci’ ci raccontano cosa si fa in questi uffici, e con quale ricaduta per una porzione importante della provincia di Alessandria, che comprende 56 piccoli comuni (“in tutto 53 mila abitanti”) a cavallo tra tortonese, val Grue e Curone, val Borbera e Val Lemme.
Leader è un acronimo, e per esteso significa “Liaisons entre actions de développement de l’economie rurale”, cioè “Collegamenti tra azioni di sviluppo dell’economia rurale”: è “un’iniziativa comunitaria di collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia che si è applicata nelle zone rurali deboli. Le sue finalità sono mirate a migliorare la qualità della vita della popolazione e sono tese ad individuare e perseguire progetti di sviluppo socioeconomico dell’area di riferimento”. Si pensi, tanto per andare sul concreto, ad eccellenze come il timorasso (e i vigneti nel loro complesso), il montebore, la filiera dell’ortofrutta e molto altro.
I soci del Gal Giarolo Leader sono sia pubblici che privati (associazioni di categoria, consorzi di produttori, la Banca Regionale Europea), e il compito della microstruttura con sede a Stazzano è quello di fare da collante e ‘sintesi’, illustrando le opportunità contenute nei diversi bandi di ogni Programma di Sviluppo, e supportando passo passo i soggetti interessati nell’iter procedurale per lo sviluppo di progetti. “Mediamente – sottolinea Montessoro – parliamo di un 50% di finanziamenti a fondo perduto, e di un altro 50% ovviamente a carico di chi propone i progetti, che possono riguardare il potenziamento delle filiere agricole, ma anche la valorizzazione culturale, la ricettività turistica, la valorizzazione del paesaggio e del territorio”.
“Un focus particolare – spiega il direttore Simona Salomone – l’attuale Programmazione (2014-2020) la dedica alla capacità di fare rete, sul fronte dell’accoglienza turistica. Il che significa che, senza trascurare l’importanza di attività di tipo produttivo, che sosteniamo sin dal 1997, oggi ci stiamo concentrando soprattutto sulla necessità di far crescere il territorio in termini di capacità di ricezione”. Il che significa, ‘spulciando’ la documentazione ufficiale, “attivazione di punti vendita e degustazione di prodotti tipici, servizi specializzati per il turismo escursionistico e cicloturistico, servizi per benessere, relax e cultura”, e molto altro ancora.
Ma qual è, ad oggi, la ‘vocazione turistica’ di questa porzione della provincia di Alessandria? “E’ già significativa – sottolineano Montessoro e Salomone – ma con ancora enormi potenzialità di crescita, su cui stiamo lavorando. Storicamente qui il turista era rappresentato, e ancora in buon parte è così, dalle famiglie milanesi e liguri in gita ‘fuori porta’ per lo più nel week end. Ma già da anni a questa tipologia ‘classica’ si è aggiunto un target di turismo internazionale, molto motivato e specializzato, e per così dire lento, o meglio stanziale”.
Ossia tedeschi, olandesi e svizzeri, per lo più, che arrivano ormai tutto l’anno in maniera costante, magari col camper con bici al seguito, o alloggiando in agriturismo, per godersi il turismo ‘in bicicletta’ nelle valli, o ‘perle culturali’ come gli scavi di Libarna. “E’ questa tipologia di turisti che va valorizzata e fatta crescere – sottolinea Salomone –, poiché si tratta di persone interessata alle tipicità del territorio, in particolare quelle enogastronomiche. Il che significa che poi continuano a rimanere ‘clienti’ del nostro territorio, anche a distanza”.
Il che, peraltro, apre il capitolo, ancora tutto da esplorare, del web come strumento da un lato per la valorizzazione turistica del territorio, dall’altro come canali di vendita di prodotti tipici. Oggi le distanze fisiche hanno smesso di essere in gran parte un ostacolo alla distribuzione non solo di servizi, ma anche di prodotti (enogastronomici, ad esempio), a patto di saper appunto ‘fare rete’, e mettere a punto strumenti e percorsi che consentano di ‘penetrare’ anche su mercati che non sono propriamente ‘dietro l’angolo’.
E l’Outlet di Serravalle, che ad un ‘tiro di schioppo’ da qui? Con i suoi circa 6 milioni di visitatori l’anno (buona parte dei quali stranieri), può rappresentare un ‘polmone di crescita’, in ternini turistici e imprenditoriali, per tutta l’area del Gal Giarolo Leader? Sul tema il presidente Montessoro è prudente: “Onestamente fino ad oggi non è successo, il che ovviamente non vieta che possa verificarsi in futuro. Comunque il nostro territorio ha le carte in regola per essere attrattivo di per sé, a prescindere dall’Outlet: e l’obiettivo del Gal, da qui al 2020 in particolare, è di ‘accompagnarlo’ nella crescita, mettendo a disposizione tutte le opportunità comunitarie esistenti, ovviamente tramite la Regione Piemonte”.
Ettore Grassano