L’anno scorso, mi pare fosse autunno, un mio caro amico mi passò la sceneggiatura di un lungometraggio dal titolo stravagante per cui era stato scelto come attore protagonista. In quei giorni ero a casa in ferie, avevo molte commissioni da sbrigare, ma ormai la mia curiosità era scattata sull’attenti … pensai di dare un’occhiata solo alle prime pagine per poi dedicarmi alla lettura vera e propria in serata. Alla fine quel giorno non combinai nulla perché fui subito rapita dal copione; mi si palesavano davanti agli occhi i personaggi, riconoscevo i luoghi dove si svolgeva quella la storia ricca di colpi di scena.
Dopo mesi di duro lavoro, tra casting e riprese, quel racconto è diventato un prodotto audio video pensato per andare in quattro puntate su web come miniserie e a blocco unico come lungometraggio nel festival.
Sto parlando di ‘Su Marte non c’è il mare’, scritto e diretto da Lucio Laugelli (pubblicato ogni mercoledì sul sito de La Stampa) che dipinge il quadro di una qualunque città di provincia con i suoi vizi e le sue virtù, che fanno da sfondo alle vicissitudini di un trentenne che cerca di trovare la sua strada al di fuori di una realtà spesso limitante, ma nella quale, nonostante i suoi sforzi, deve tornare accantonando così i suoi sogni e le sue aspirazioni.
Ma facciamoci raccontare meglio dal regista stesso e dall’attore protagonista, Michele Puleio, che tra gli svariati impegni promozionali si sono concessi una chiacchierata tra amici.
Lucio, com’è nata l’idea di questo soggetto?
Nell’estate del 2014 ho scritto il soggetto con Valerio Gaglione, voce e chitarra dei ‘Nonostanteclizia’ che avrebbe dovuto stendere la sceneggiatura. Inizialmente il protagonista avrebbe dovuto essere un cantante come Valerio; successivamente, per motivi vari, la sceneggiatura l’ho scritta io e ho pure cambiato ruolo al ‘nostro’ Marco Lana (protagonista della storia) che da musicista diventa un video maker, un mondo che conosco e che mi appartiene e che quindi avrei saputo raccontare meglio.
A giudicare dal titolo si potrebbe pensare ad un film di fantascienza …
No, in realtà è stata definita una miniserie noir. Racconta di uno spaccato della mia generazione e della vita di provincia più in generale, non necessariamente quella alessandrina, infatti si sarebbe potuto trattare di una città di qualsiasi altra regione italiana.
Michele, raccontaci del tuo personaggio…
Marco Lana vive il classico periodo di confusione di chi finisce l’università e si approccia al mondo del lavoro in un momento di crisi nera. Prova all’estero ma poi torna da New York con un nulla di fatto e si ricicla in qualche modo con quello che sa fare arrabattandosi un po’. Fino a che si gioca male ‘letteralmente’ le sue carte (lo possiamo dire perché la seconda puntata è già uscita) e di colpo ha bisogno di soldi. Dallo spaccato di vita quotidiana, quindi, si entra nel cuore, nel climax dalla storia vera e propria. Quello è l’evento che fa entrare nella suspense lo spettatore.
Come sei stato scelto per la parte di Marco Lana?
Sapevo che Lucio aveva intenzione di girare questo lungometraggio. Siamo amici e abbiamo lavorato tanto insieme in passato, per cui pensavo che volesse fare un lavoro con altri professionisti. Non immaginavo affatto che mi avrebbe proposto il ruolo principale. Quando mi ha comunicato che pensava a me come protagonista ne sono stato davvero felice, perché tolta l’amicizia che ci lega ero contento avesse pensato a me come professionista. È stato un impegno per me molto importante. Insieme abbiamo fatto tutto il lavoro di casting. Rispetto ai lavori precedenti, infatti, abbiamo puntato molto sul reclutamento degli attori, perché era giusto che ci fosse un salto di qualità. Tra luglio e agosto dell’anno scorso oltre al casting abbiamo fatto molte prove, in modo che ci fosse un incontro tra le nostre capacità di attori e le nostre personalità, per cucirci addosso un personaggio che si sposasse al meglio con l’idea finale di Lucio. Essendo lui il regista immagino che quando scriveva avesse già in testa come dovevano essere i vari personaggi. C’è stato un vero e proprio lavoro di costruzione, secondo me fondamentale per questo mestiere. Devo dirti che nei mesi di lavoro, nonostante i pochi soldi a disposizione e il poco tempo di tutti, nessuno si è mai risparmiato. Dal reparto tecnico a quello artistico hanno dato tutti il massimo. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con gente talentuosa.
Lucio, vuoi citarne qualcuno?
Ti cito solo le figure chiave perché sono davvero molti (almeno centocinquanta persone tra troupe, cast e figuranti): Paolo Bernardotti alla fotografia, Giacomo Franzoso come produttore esecutivo e colonna sonora, Giacomo Lamborizio produttore esecutivo e coordinatore della produzione. Tra gli attori oltre a Michele i tre protagonisti sono: Maurizio Pellegrino, nel ruolo di Ivan, Lodovica Reggio, nel ruolo di Francesca e Christian Bellomo, nel ruolo di Giulio.
Michele, cosa ci si deve aspettare nelle prossime puntate?
Si entra già in quello che è l’evento non quotidiano e che scatena una serie di circostanze fuori controllo. Non posso dirti molto, perché come vedi Lucio mi sta già guardando male, ma spuntano delle serrature e dei trapani che inquietano il mio personaggio …
Come serrature e trapani, il protagonista va a fare il commesso al Self?
No – ride– in realtà spuntano situazioni inquietanti, ma non voglio dirti altro perché te la devi, anzi ve la dovete, guardare! Ma assicuro suspense e mistero … – sogghigna.
Almeno dimmi se da questo spaccato il protagonista ne esce vincente?
Ma allora non la vuoi capire … dovete guardarla!!
Il riserbo è altissimo anche per chi nella serie ha avuto un piccolo ruolo e si vedrà in anteprima, come tutti gli altri spettatori, nei prossimi episodi . Quindi, visto che Lucio e Michele non si sbottonano oltre, non ci resta che andare mercoledì sul sito de La Stampa e vedere cosa accadrà a Marco, Ivan, Giulio e Francesca, i protagonisti di ‘Su Marte non c’è il mare’.