Giornata nazionale della carne italiana: “Crescita e opportunità arrivano dai progetti di filiera”

repetto

“Un’industria del territorio ha una patria, la stessa cosa non si può certo dire delle multinazionali. Viviamo tutti un momento difficile, in grande trasformazione, però sono sicuro che se sapremo creare una solida alleanza tra gli agricoltori e le aziende che trasformano potremo affrontare e superare qualunque difficoltà perché saremo in grado di proporre e garantire ai consumatori eccellenze alimentari.”

Parole pronunciate dal cavalier Flavio Repetto, presidente del Gruppo Novi-Elah-Dufour – Baratti&Milano di fronte al presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo e ai cinquemila imprenditori che hanno preso alla giornata nazionale in difesa della carne italiana.

Una manifestazione partita dal tema della crisi della zootecnia che ha toccato nei suoi interventi tutti i settori e presentato gli accordi di filiera in essere in casa Coldiretti.

Primo fra tutti e unico partner economico proprio il Gruppo Novi che con Coldiretti Alessandria cinque anni fa ha siglato l’accordo  per promuovere il settore corilicolo, fortemente in espansione nella provincia alessandrina e ora anche in quella astigiana.

“Ho sempre pensato che solo il lavoro possa creare sviluppo e ricchezza da condividere. Credo anche che non vi sia altra strada da seguire, compresa quella della finanza creativa, che possa creare il bene comune ”, ha aggiunto il cavalier Repetto invitando il presidente nazionale Roberto Moncalvo a visitare lo stabilimento di Novi Ligure, per poter vedere di persona con quanta cura vengono trattate le nocciole conferite dai produttori alessandrini e astigiani.

lingottoUn accordo che è stato rinnovato per altri tre anni, esempio di concretezza e di rinnovamento in grado di rivolgersi alle imprese giovani e innovative con prospettive di nuovo reddito.

Sul palco anche il dottor Guido Repetto, Amministratore Delegato del gruppo Novi che, in particolare, ha presentato nei suoi dettagli di massima il rinnovato ed ulteriormente migliorato accordo  con i corilicoltori di Coldiretti.

Soddisfatto il presidente Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino che ha accompagnato la numerosa delegazione proveniente dalla provincia sottolineando come questo sia il “tempo del fare” e non delle “vuote parole”, il tempo delle “proposte concrete” e non della “vuota demagogia”.

Concetti che sono stati ribaditi durante tutta la manifestazione a salvaguarda del vero Made in Italy facendo chiarezza nei confronti di infondati allarmismi e campagne diffamatorie nei confronti della carne.

Dal dossier #bracioleallariscossa presentato da Coldiretti per l’occasione è emerso, infatti, che quasi un italiano su dieci ha detto completamente addio alla carne, ma nel 2015 l’allarmismo si è fatto sentire sull’intera popolazione con gli acquisti delle famiglie che sono crollati del 9% per la carne fresca di maiale, del 6% per quella bovina e dell’1% per quella di pollo come pure per i salumi, scendendo ai minimi dell’inizio del secolo.

La carne e i salumi rappresentano, infatti, importanti fonti di proteine ed altri micronutrienti solitamente assenti (vitamina B12), poco rappresentati (zinco, selenio, B2, PP) o scarsamente disponibili (ferro) nei prodotti di origine vegetale.

Negli ultimi cinque anni, a livello nazionale, hanno chiuso quasi 12mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall’estero che oggi rappresentano quasi 1/3 dei consumi, con effetti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza alimentare. Oggi viene dall’estero il 40% della carne bovina consumata in Italia e il 35% di quella di maiale, sono invece marginali le importazioni per la carne di pollo e tacchino.

Gli arrivi da Paesi comunitari ed extracomunitari di carne a basso prezzo, senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’italianità, mette a rischio 180 mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che genera in Italia un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro con una ripartizione praticamente equivalente tra carne bovina, di maiale e di pollo/tacchino.

Il Piemonte detiene il primato italiano nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale  con una produzione lorda vendibile che nel 2015 ha toccato quasi i 2 miliardi di  euro. La razza piemontese è la più diffusa e conta oltre 300 mila capi con 6 mila aziende impegnate nell’allevamento, sia tradizionale sia legato al pascolamento in alpeggio garantendo, così, il presidio delle montagne e dei territori svantaggiati. Al fine di salvare il nostro patrimonio culturale, storico ed ambientale è importante verificare le etichette che obbligatoriamente devono indicare la provenienza della carne fresca per scegliere la filiera italiana che crea occupazione, produce ricchezza e garantisce anche qualità e sicurezza alimentare.

Durante la giornata, infine, è stata presentata la nuova figura del Tutor della carne che aiuta a conoscerla, a scegliere i pezzi più adatti in cucina e dispensa consigli su dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori.