I liceali alessandrini in discoteca ci fanno ancora: diciamolo subito, così sfatiamo il mito. Le discoteche non sono morte con gli anni Ottanta e Novanta. Oggi semmai in tanti la musica amiamo anche farla e studiarla, non solo ascoltarla o ballarla. I più appassionati studiano uno strumento privatamente o, se si tratta di musica classica, al Conservatorio. Spesso fondano piccole band che si esibiscono in città.
Ad Alessandria, l’universo musicale, è variegato e sembra il settore dell’intrattenimento più vivace. Il fiore all’occhiello della città è il Conservatorio “A.Vivaldi”, che offre un’ampia gamma di corsi tenuti da professori preparati e competenti. I detrattori evidenziano il carattere provinciale della formazione data, che limita la possibilità per gli allievi di conseguire quel grado di conoscenza utile per vivere di sola musica, rendendo indispensabile la frequentazione di accademie di fama internazionale. Di contro Giulia Scarone, contrabbassista allieva del “Vivaldi”, evidenzia come “nonostante Alessandria sia poco conosciuta, il Conservatorio attira studenti da tutto il mondo per scambi musicali grazie al progetto Erasmus e insegnanti per utilissime lezioni di perfezionamento”, ma auspica un “radicale svecchiamento, soprattutto del pubblico”.
Certo è che il Conservatorio ha ad Alessandria il monopolio della musica classica, sia per quanto riguarda le lezioni, sia i concerti: infatti, eccetto alcune rassegne musicali nel Monferrato, il panorama classico è occupato dal Vivaldi che forma centinaia di studenti che spesso raggiungono ottimi risultati. Ciò che sicuramente lo caratterizza è il clima familiare che si instaura tra i giovani musicisti, nonostante la serietà che la scuola richiede.
Altro tipo di musica è sicuramente quella suonata nei locali della città. Per ascoltare musica di qualità dal vivo ci si può rivolgere ad alcuni locali del centro che organizzano serate con cantanti e musicisti alessandrini, spesso giovani studenti che suonano al piano bar. Non è però facile per loro esibirsi perché i gestori del locale, oltre al compenso per l’artista, devono pagare la Siae, onere spesso eccessivo per serate dagli incassi minimi: per questo “molti non ti fanno suonare perché non ritengono sia un investimento anche perché purtroppo non c’è una cultura musicale per la live music così radicata in zona”, sottolinea Nicola Coppola, rappresentante degli studenti del Liceo Classico Plana e musicista con esperienze nel campo della musica dal vivo. Chi, invece, canta su basi preregistrate richiede una spesa minore e ha più richieste anche se la qualità della musica è decisamente inferiore.
Tuttavia la tipologia di musica che riscuote il maggior successo è quella commerciale, remixata, che si ascolta in discoteca e in alcuni bar frequentati dai molto giovani per il cosiddetto “preserata”. Ci sono numerose discoteche sul territorio (anche se attualmente la maggior parte di quelle alessandrine è chiusa: temporaneamente?) che hanno precisi standard di pubblico, solitamente dai 16 ai 20 anni o dai 20 in su. In questi luoghi di intrattenimento, spesso gestiti da giovani imprenditori, trovano spazio dj e rapper provenienti dalle scuole della città e talvolta band sempre composte da giovani artisti. Intorno a questo mondo gravitano un gran numero di giovani pr che riescono a guadagnare somme di denaro discrete per uno studente. Ad attrarre più persone sono, però, gli ospiti esterni, conosciuti a livello nazionale, che si esibiscono in una serata evento.
Qualsiasi sia il genere musicale Alessandria offre uno spazio, talvolta minimo, per esprimerlo e alcuni godono di un buon successo tra i giovani, ma è innegabile che la nostra città dovrebbe stanziare più risorse per l’intrattenimento giovanile a fronte di numerosi talenti che sono presenti sul territorio per evitare che si rivolgano ad altri centri, più grandi, arricchendo quegli ambienti e non il nostro, che ha un evidente bisogno di vitalità che solo noi giovani possiamo garantire.