Governo Pd e animali

In questi ultimi anni, dall’attuale Governo PD, sono stati eliminati molti strumenti per il controllo dei reati contro gli animali,  ignorate le leggi che li tutelano, promulgate leggi che li uccidono, oscurate le richieste di soccorso, azzerate o ridotte le risorse conseguenti.

Ovvero:

  • ELIMINATO Il Corpo Forestale dello Stato. Un Corpo con oltre due secoli di storia, che da sempre dà – nonostante il suo organico ristretto (poco più di 7000 agenti, meno dei vigili urbani di Roma) – una buona prova di sè soprattutto per quanto riguarda i reati ambientali cioè quelli commessi contro fauna e flora. Se il Governo avesse avuto a cuore l’ambiente e gli animali (ecosistema) non avrebbe eliminato questo Corpo, unico nella sua specializzazione, ma lo avrebbe rinforzato. Con la sua sparizione anche i reati da questo perseguiti non saranno più controllabili e quindi di fatto cancellati.
  • ELIMINATA la Polizia provinciale con passaggio agli Enti locali per lo svolgimento delle funzioni di Polizia municipale. «Eliminare la Polizia Provinciale significa ridurre vigilanza e controllo sull’ambiente»
    „Questo di fatto decreta la cessazione dei compiti e delle funzioni della Polizia provinciale, tanto da sopprimerne la specificità del ruolo.“ Viene così cancellato, con un colpo di spugna, un patrimonio di conoscenza e di professionalità sulla vigilanza venatoria, sulla pesca dilettantistica, sugli abbandoni di rifiuti e inquinamenti delle acque o del suolo e, soprattutto, sull’esclusivo intervento di indagine e  controllo avvelenamenti,  sul recupero della fauna selvatica in difficoltà e sugli incidenti con quest’ultima. Anche questo un patrimonio di conoscenze perduto.
  • DEPOTENZIATA e DELEGITTIMATA la Task Force della Direzione Generale della sanità animale e del farmaco veterinario del Ministero della Salute, istituita nel 2010 dal Ministro Martini per la lotta al randagismo e ai canili lager e la tutela degli animali di affezione.  Si trattava di una unità specializzata composta da medici veterinari che, in collaborazione con i Carabinieri dei Nas, erano incaricati di  effettuare ispezioni su tutto il territorio  nazionale per monitorare le situazioni di criticità. Invece, “la rimozione dei dirigenti, la sostituzione, l’alternanza” hanno fatto sì che le situazioni di criticità che la Task Force doveva combattere ed eliminare, restino. I cani e i gatti, soprattutto del Sud e in particolare della Sicilia, vengono ancora abbandonati, maltrattati, accecati, impalati, seviziati, avvelenati a centinaia e nessuno interviene. Basta guardare le foto terribili e i racconti dell’orrore che, cercando, si possono trovare facilmente su internet. I grande flusso di cani dal sud verso nord, esclusi rari casi, è finalizzato a finte adozioni e perfino a deportazioni all’estero dove si perde la loro tracciabilità ma che, da segnalazioni e denunce, lascia intravedere scopi immorali e illegali come l’avvio alla vivisezione, ai combattimenti, alla macellazione per fabbriche di mangini, alla zoorastia…ecc.
  • APPROVATA la legge regionale toscana n. 10/2016 per la strage di centinaia di migliaia di ungulati durante tre anni (cinghiali, cervi, caprioli, daini, mufloni) promossa  con il beneplacito del Sottosegretariato all’Ambiente e conseguente promessa di estensione  a livello nazionale. Una strage varata sulle prepotenze dialettiche dei cacciatori e che avverrà ovunque: nelle zone protette, nei parchi, nelle campagne, nelle periferie delle città con la prevista costruzione nei boschi di decine di Centri di Sosta per la conservazione dei cadaveri e loro successivo avvio alla filiera alimentare. Lo scopo finale è chiaro: una filiera alimentare ha sempre bisogno di materia prima e quindi di ammazzamenti senza soluzione di continuità la cui carne, per indorare la pillola ai reticenti, si dice di destinare, in parte ma solo in piccolissima parte, ai poveri.
  • APPROVATA la legge  221/15 per l’eradicazione della nutria, ovvero per la sua totale eliminazione dal territorio nazionale. Anche se questo animale, pacifico, mansueto, altrove  trattato come un pet,  occupa la nicchia ecologica lasciata libera dalla lontra da tempo sterminata. La nutria viene accusata di alluvioni, inondazioni, rottura di argini, frane e chi più ne ha più ne metta mentre il dissesto idrogelogico viene santificato anzichè corretto ed eliminato. La nutria è stata importata dal Sudamerica per la produzione di pellicce  agli inizi del secolo scorso e quindi trattata con la crudeltà che viene riservata agli animali tuttora allevati per questa produzione. Imprigionati a vita in gabbie lager e poi uccisi con metodi agghiaccianti: nelle camere a gas, con l’elettrocuzione, rottura delle ossa cervicali, asfissia, corrente elettrica, colpo alla nuca, colpo contundente al muso, dispositivi che perforano il cervello, iniezioni letali… ecc.
  • PASSO INDIETRO del Governo (che non depone comunque per una giustizia consapevole) sulla prospettata depenalizzazione dei reati a danno di animali per tenuità del fatto. Non per motu proprio ma a seguito di una grande mobilitazione popolare  del gennaio 2015. Nel calderone delle «tenuità» hanno rischiato di finirci l’abbandono di animali, la loro uccisione, il loro maltrattamento e persino i combattimenti cui sono costretti nei circuiti gestiti dalle organizzazioni criminali e mafiose.
  • APPROVATO il contratto ad libitum per l’estrazione del petrolio nei mari italiani. Perso il referendum dopo che il Presidente del Consiglio ha suggerito l’astensione dal voto, gesto dalla morale discutibile e punibile dall’art. 98 1. del Testo Unico delle Leggi Elettorali DPR 361/1957 e successive modifiche introdotte con legge 270/2005. Praticamente i cittadini sono stati invitati a non esercitare un loro importante atto di sovranità (art. 1 della Costituzione). Il petrolio però, subito dopo, ci ha punito mostrando il suo lato di profondo nero. Domenica 17 aprile, un’esplosione nell’impianto di raffineria dell’Iplom a Genova ha causato la rottura di una tubatura e il conseguente sversamento di migliaia di litri di greggio nel torrente e nel mare con la morte di centinaia di animali (anfibi, pesci, uccelli….). Caso che impone una domanda importante: preferiamo un ambiente pulito per tutti o una ricchezza sporca per pochi?
  • IN AVVICINAMENTO la strage dei lupi. Il «Piano di conservazione e gestione del Lupo» del Ministero dell’Ambiente la prevede. Il nuovo testo riapre, dopo quasi mezzo secolo, la caccia al lupo e consente anche l’uccisione di cani vaganti, proibita dalla legge 221/1991. Secondo un’indagine dell ‘ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in Italia sono stati stimati tra 1.269 e 1.800 lupi nel periodo 2009-2013. Una cifra gigantesca, ne tocca 0,0025 ad ogni italiano. A livello internazionale il Lupo è inserito come specie “vulnerabile” nella Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). A livello comunitario il Lupo è protetto dalla Convenzione di Berna, dalla CITES (Convenzione sul commercio delle specie in pericolo) e dalla direttiva comunitaria Habitat (43/92). I lupi sono animali icona, antenati dei nostri cani i più fedeli amici,  che da loro hanno avuto origine e con i quali abbiamo percorso il cammino dell’evoluzione. Ma la paura, la superstizione e l’ignoranza hanno perseguitato il lupo fino allo sterminio e ancora, con l’ipocrisia e l’egoismo che ci contraddistinguono, si vorrebbe ripetere il mantra, la parola d’ordine, il nuovo comandamento, il marchio di fabbrica che connota chi governa: uccidere.

Teniamo conto di tutto questo, dell’assoluta intolleranza verso il mondo naturale che l’attuale Governo mostra senza il minimo imbarazzo. Intolleranza che mostra anche verso i cittadini che questo mondo naturale vorrebbero difendere.

Per tutto quanto delineato, fatti e non parole, realtà e non propaganda, invitiamo coloro che si riconoscono come destinatari di questa lettera, a non appoggiare il Governo che ha preteso di discriminarci, di considerarci cittadini di serie B, che è stato ed è incapace di recepire la nostra visione del mondo e della vita, che interviene con dispotismo nei valori di quella  società evoluta che non gli è consona.

Ricordiamocelo quando andremo a votare per il referendum sulla riforma costituzionale con il quale dovremo scegliere tra una democrazia espressa dai tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), così come hanno voluto le madri e i padri fondatori della nostra Costituzione, o da un solo superpotere (esecutivo), secondo la visione di questo Governo.

Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze