‘Canile’ di Valle San Bartolomeo: “Ecco perchè siamo intervenuti, e cosa abbiamo trovato”. Le istruzioni per i proprietari dei cani

Gotta canileIn merito al sequestro amministrativo di numerosi cani avvenuto a Valle San Bartolomeo circa una ventina di giorni fa, sono state date, lunedì mattina in una conferenza stampa alla presenza di Maria Teresa Gotta, assessore al Welfare animale, alcune comunicazioni in più, per precisare la posizione e le azioni intraprese dall’Amministrazione Comunale di Alessandria in merito alla vicenda.

Erano presenti, oltre all’assessore Gotta, il direttore della Direzione comunale competente, Gianpiero Cerruti, il rappresentante del Comando della Polizia Municipale, il responsabile dell’area A del servizio veterinario dell’ASL-AL, Giampiero Rizzola, il responsabile del benessere animale dell’ASL-AL, Franco Piovano, il tecnico della prevenzione del servizio veterinario dell’ASL-AL, Simona Straffi, i responsabile del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL-AL, la presidente della associazione ATA Alessandria, Elena Gamalero, e le Guardie zoofile dell’ENPA.

Ecco per sommi capi la ricostruzione dei fatti effettuata dalle autorità comunali: “Il 24 giugno è stato effettuato un sopralluogo da parte del Servizio Veterinario ASL-Al congiuntamente al Corpo Forestale dello Stato presso l’abitazione di Valle San Bartolomeo nella quale si evidenziava la presenza, all’esterno, di 56 cani appartenenti a diversi proprietari e di una condizione igienico-sanitaria inappropriata, con la presenza anche di rifiuti.
A seguito di questo, veniva emanata un’Ordinanza dirigenziale (n. 467 del 18.08.2014) con la quale si ordinava la riduzione del numero di animali ivi presenti, il divieto di esercitare azioni da “canile rifugio”, il divieto di aumentare il numero di animali presenti, l’obbligo di provvedere alla sterilizzazione delle “femmine intere” (ossia le cagne non sterilizzate), l’individuazione dei cani adottabili, oltre alla pulizia dei luoghi di pertinenza dell’abitazione e del circondario.
L’Amministrazione Comunale d’intesa con il Servizio Veterinario ASL-Al e i volontari dell’Associazione ATA effettuava ulteriori sopralluoghi per sollecitare la risoluzione del problema riscontrato e l’ottemperamento dell’Ordinanza di cui sopra senza tuttavia riscontrare la volontà collaborativa della persona coinvolta (tra l’altro, i cani da 56 unità erano ulteriormente aumentati).
Veniva pertanto emanata una specifica Ordinanza Sindacale (la n. 537 del 27.10.2015) in cui si ordinava di:
• non introdurre ulteriori cani nella propria abitazione;
• trovare altra idonea sistemazione ai cani detenuti presso la propria abitazione al fine di ridurne il numero a non più di 5 esemplari;
• sterilizzare le femmine intere di proprietà della sua famiglia;
• eseguire idonea pulizia e disinfezione dei locali di pertinenza dell’abitazione
• consentire l’accesso in qualunque momento della giornata ai Medici del Servizio Veterinario dell’ASL-AL dando loro fattiva collaborazione in fase di sopralluogo e visita degli animali.
Durante tutti questi mesi va sottolineato che era stata anche proposta da parte del Servizio Veterinario ASL-Al la possibilità di ottemperare a quanto richiesto dalle Ordinanze in modo progressivo e “ragionevole” rispetto alla problematica situazione di partenza.
Tuttavia, a seguito dell’ultimo sopralluogo effettuato in data 19.04.2016, si è riscontrato che non vi erano stati gli adeguamenti auspicati; anzi, la situazione appariva degenerata dal punto di visto igienico-sanitario e caratterizzata dai seguenti macro-elementi:
1) canile non autorizzato;
2) sovrannumero di cani (101 unità) iponutriti, infestati da zecche, costretti a camminare, dormire, vivere sopra le proprie deiezioni e quelle dei loro consimili ivi presenti, in una rilevante anaffettività verso di loro;
3) condizioni igienico-sanitarie non congrue”.

«Per questo — ha dichiarato l’assessore Maria Teresa Gotta — abbiamo deciso di intervenire come Amministrazione Comunale, d’intesa con il Servizio Veterinario ASL-AL per avviare la soluzione di tale grave situazione attraverso il sequestro amministrativo dei cani che ora sono stati ricoverati, per la maggior parte, presso il canile sanitario comunale e il rifugio “Cascina Rosa” e, dato il grande numero, anche presso il canile sanitario di Tortona e il canile privato dei Quarti di Fresonara. Inoltre, l’abitazione adibita a improprio ricovero canino è stata posta sotto sequestro giudiziale e dichiarata inabitabile, con specifica Ordinanza Sindacale.
La ragione di questa decisione sta nella volontà di tutelare al massimo la salute dei cani nonché condizioni di legalità che sempre devono accompagnare chiunque voglia interessarsi di accudimento e ricovero dei nostri amici a quattro zampe: tale è il comportamento, veramente esemplare, che distingue quotidianamente i tanti volontari dell’ATA della nostra Città che desidero ringraziare esplitamente per il grande apporto anche in questa problematica contingenza.
Faccio infine un accorato appello — ha concluso l’assessore al welfare animale del Comune di Alessandria — affinché, invece di inondare i social di notizie non fondate e non verificate sul campo, le persone interessate a saperne di più contattino direttamente l’Ufficio Tutela Animali del Comune di Alessandria che ha avviato le procedure del caso».

Più specificamente, i proprietari — e solo esclusivamente i proprietari dei cani sottoposti a sequestro — che volessero rientrare nella proprietà del proprio cane per potersene occupare personalmente, possono richiedere il dissequestro e la restituzione.

Per chi non l’avesse ancora fatto, queste sono le “istruzione per l’uso”:
 inviare un’email all’ufficio tutela animali (tutela.animali@comune.alessandria.it) scrivendo le proprie generalità, un recapito telefonico, i dati del cane (in particolare il microchip) e il motivo per cui scrivono. L’Ufficio risponderà loro inviando la modulistica predisposta, facile da compilare, a cui dovrà allegare un documento d’identità e la scheda di identificazione del cane da cui risulta la proprietà, rilasciata dall’anagrafe canina della propria Regione di appartenenza;
 una volta ricevuta tale documentazione, appena esaminata e valutata con il servizio veterinario sarà l’Ufficio Tutela Animali a ricontattare le persone e stabilire il giorno in cui venire per la restituzione del cane;
Si diffida dal prendere iniziative personali, poiché si segue necessariamente la normativa prevista dalla Legge 689/81.