Utilissima la Giornata internazionale vittime dell’amianto

La giornata internazionale delle vittime dell’amianto è negli ultimi anni un’occasione utilissima per fare il punto della situazione riguardo quanto è possibile fare e quanto è stato fatto per porre rimedio ad una tragedia che ha come unico colpevole l’uomo.

Negli ultimi giorni, parecchi articoli e convegni sono stati dedicati soprattutto all’annoso problema delle bonifiche; segnalo ad esempio l’iniziativa di Casale Monferrato, capitale della lotto contro l’amianto, Giornate di studio dei Sindaci “Liberi dall’amianto” a cui sono intervenuti, tra gli altri, il Sindaco di Alessandria Rita Rossa (che ha presentato l’ottimo lavoro di bonifica del Teatro Comunale di Alessandria) e gli assessori regionali Saitta e Valmaggia.

Personalmente rifletto da molto tempo su una questione che, pur non avendo a che fare strettamente con il caso amianto, dalle dolorose vicende che lo riguardano prende le mosse.
La presenza dell’amianto sul nostro territorio è una ferita molta grave; una ferita che è partita negli anni del boom economico dalla città di Casale, dalla nostra provincia e dalla provincia di Alessandria, per poi svilupparsi in tutto il Paese, in anni in cui questo materiale – lo ricordo – veniva considerato un materiale di eccellenza, per le sue proprietà intrinseche, da utilizzare nelle lavorazioni di edilizia.

Il famoso polverino, di cui spesso si parla come uno degli elementi che ancora oggi sono da bonificare, era stato ampiamente usato, anzi, addirittura era un materiale di risulta e di scarto che veniva regalato ai cittadini che lo usavano soprattutto per le sue proprietà di isolamento. Questo aspetto in particolare dovrebbe indurre anche ad una riflessione in merito a quanta consapevolezza si aveva allora (ma anche oggi) rispetto ai materiali che venivano adoperati.

Tale considerazione l’ho presentata a Palazzo Lascaris nelle scorse settimane, in occasione dell’approvazione del recente Piano Regionale Amianto 2016-2020 e ieri – proprio a Casale M.to – l’Assessore alla Sanità, Saitta ha posto l’attenzione, oltre che naturalmente sull’aspetto sanitario del problema amianto, anche su quello della prevenzione di futuri casi simili.
Il discorso pronunciato ieri, alla presenza di molti studenti, ritengo sia pienamente coerente alle mie convinzioni e di come intendo l’agire politico; le parole espresse ieri pongono l’attenzione sulla corretta percezione del rischio, sulla formazione e l’informazione ai cittadini, sulla prudenza e sul senso del limite.

Se c’è la possibilità che una pur legittima aspirazione imprenditoriale possa creare danni all’ambiente o alle persone, o se la necessità di sfruttare risorse naturali può contribuire a causare problemi all’ambiente o ai cittadini che lo abitano, tali aspirazioni e necessità devono fermarsi; se non lo fanno la politica deve intervenire.

Occorre ricordare che il territorio piemontese, e l’alessandrino in particolare, è storicamente tra quelli più colpiti da drammi ambientali, con conseguenze nefaste sulla vita delle persone che abitano le zone interessate da questi. A questo proposito, è utile rilevare come in seguito a tutto questo, sia notevolmente cresciuta la sensibilità ambientale tra le persone, specie rispetto agli anni 70/80 del novecento, anche se la cronaca rende evidente che si debba fare un passo ancora ulteriore. Sarebbe opportuno infatti che la sensibilità verso le cause ambientali e il rispetto per i beni comuni aumentasse ancora; i danni all’ambiente causati da cattivi o spregiudicati comportamenti ricadono sulla collettività intera, sia sotto forma di perdite di vite umane che dal punto di vista economico. Ai danni provocati infatti, frequentemente si deve fare fronte con risorse pubbliche, spesso inadeguate; si pensi ad esempio al caso della Ecolibarna, recentemente tornata agli onori delle cronache come l’altra terra dei fuochi italiana, per citare un articolo di qualche giorno fa.

Ribadire la centralità della qualità della vita dell’essere umano mi pare sia un ottimo modo di intendere la politica, che è arte del governo e della pianificazione, ma che deve – a mio avviso – riscoprire le fondamentali direttrici del suo agire: la conoscenza, la consapevolezza e in caso di dubbio, la precauzione.

Walter Ottria
consigliere regionale PD