L’ospedale dei contenuti vale più del contenitore [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Da Roma arriva il via libera per lo studio di fattibilità che comprende 250 milioni per gare e master plan della nuova ‘Città della Salute’ di Torino che sorgerà sull’area del Lingotto. A Novara stanno per essere avviate le procedure per la gara d’appalto del nuovo ospedale (oltre 320 milioni il costo previsto e finanziato in parte attraverso il partenariato pubblico privato). Ancora Torino, siamo all’Asl 5, dove l’indicazione per un unico presidio è emersa dalle amministrazioni comunali e la localizzazione sarà decisa nei prossimi mesi iniziando le valutazioni dai collegamenti e dalla fattibilità economica. Spostiamoci nell’alto Piemonte: nel Verbano Cusio Ossola le amministrazioni locali hanno indicato il Comune di Ornavasso come sede della nuova struttura ospedaliera (uno studio iniziale verrà commissionato all’Arpa). Siamo invece ancora sul piano degli impegni per gli ospedali di Verduno, in provincia di Cuneo, e quello della Valle Belbo, nell’Astigiano. Manca un pezzo di Piemonte. Vero. Ma nell’Alessandrino pare che pochi abbiano capito che la discussione su nuovi ospedali non è più concentrata sul contenitore, bensì sul contenuto. E che, soprattutto, il protagonismo degli amministratori locali deve essere ben diverso rispetto al passato.

Il tema dell’edilizia sanitaria deve avere al centro la relazione tra le amministrazioni.Ospedale Alessandria 2 Deve superare confini e campanili. Deve essere chiaro che si parla di ospedali ‘unici’ e non più semplici ricollocazioni di strutture esistenti. Inoltre cambiano le regole. Non a caso Domenico Ravetti, consigliere regionale alessandrino e presidente della Commissione Sanità, ha presentato un ordine del giorno per impegnare la giunta regionale a incentivare le azioni di studio di nuove strutture ospedaliere uniche. Tradotto: alla volontà comune degli enti locali deve essere affiancato uno studio dettagliato in quanto la realizzazione non dipende esclusivamente dalle risorse Regione Piemonte, ma anche dal partenariato pubblico – privato (come avverrà a Novara e a Torino). Si fanno azioni congiunte vere e gli amministratori locali (tutti) ci credono sul serio perché è arrivato il tempo di un nuovo ospedale. Non di uno al posto di quello che c’è già, che è cosa ben diversa. La sanità del futuro è innovazione, tecnologia, ricerca scientifica, università. Tutto quello che negli attuali contenitori non trova posto. Ad Alessandria, invece, si continua a parlare di un nuovo ospedale solo perché quello attuale è strutturalmente obsoleto e, subito dopo, il tema è dove costruirlo. Peccato che questa invece sia materia di studi specifici e non dei soli sindaci. Infatti la localizzazione dipende dai collegamenti e dalla fattibilità economica. Tutto un altro approccio. Ci deve essere, però, il protagonismo dei sindaci che decidono, nell’interesse collettivo. In Piemonte si discute e si sta lavorando così. E in provincia di Alessandria?