Sono ormai quattro mesi che gli imprenditori agricoli del territorio aspettano i pagamenti delle assegnazioni delle quote Pac (Politica Agricola Comune) e non si hanno nemmeno notizie di quando questo avverrà.
“I contributi attesi sono finanziamenti che spettano di legge senza i quali una parte consistente delle nostre imprese è veramente a rischio – commenta il presidente provinciale Cia Alessandria Gian Piero Ameglio -. Questo ritardo accresce una situazione problematica ancora più ampia, andando a sommarsi con un momento storico di forte crisi dei prezzi delle produzioni. Ma è intollerabile che gli agricoltori debbano pagare le inefficienze di un sistema burocratico che non rispetta le tempistiche assegnate e che non comunica alcuna notizia”.
Spiega Germano Patrucco, vicedirettore provinciale Cia Alessandria: “Ci troviamo alla fine del mese di aprile con la chiusura delle domande relative al 2016 ma moltissime aziende si trovano ancora in attesa dei pagamenti per il 2015, per la loro totalità. Continua ad aggravarsi il problema della burocrazia: nonostante le promesse del ministro Martina dello scorso anno riguardo alla garanzia di un’agricoltura 2.0 che avrebbe semplificato le procedure di presentazione delle domande, il sistema si sta ulteriormente complicando e crea seri problemi anche al sistema dei CAA (Centri di Assistenza Agricola) che garantiscono la correttezza delle domande presentate. Gli agricoltori, ormai, passano il loro tempo negli uffici a sbrigare pratiche anziché dedicarlo al lavoro nei campi. Infine, ricordiamo anche che non sono ancora aperti i bandi delle Misure 10 del PSR (pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali), che scadono il prossimo 15 maggio”.
Nel frattempo, si stanno organizzando momenti di manifestazione nelle principali città di Italia per protestare su questi forti ritardi. Una delegazione della Cia di Alessandria sarà presente a Bologna il prossimo 5 maggio.
I problemi che il ritardo comporta sono legati alla liquidità delle aziende, con cui si pagano operazioni ordinarie delle attività e i fornitori.
I pagamenti diretti previsti dall’Unione Europea contribuiscono a garantire la permanenza dell’agricoltura nell’insieme dell’UE, assicurando agli agricoltori un minimo di stabilità a livello di reddito. Permettono quindi alle aziende agricole di proseguire l’attività a lungo termine e le proteggono dalle fluttuazioni dei prezzi. I pagamenti diretti rappresentano in media il 30% del reddito agricolo a livello dell’UE; gli agricoltori ricevono i pagamenti soltanto se rispettano norme rigorose in materia di ambiente, sicurezza alimentare, requisiti fitosanitari e salute e benessere degli animali e, in generale, mantengono i loro terreni in buone condizioni produttive. Si tratta della cosiddetta “condizionalità”.