di Enrico Sozzetti
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‘Alessandria che sarà’. Ma quale? Se il convegno organizzato dal gruppo consiliare “Al Centro” non aveva risposto concretamente all’interrogativo, lasciando spazio a fumose indicazioni rispetto a “rotte precise”però senza indicazioni realistiche che siano andate oltre a slogan e cuori vari lanciati oltre l’ostacolo, adesso è Confindustria Alessandria a reagire, come raramente è accaduto in passato. Gli imprenditori hanno sempre tenuto un profilo basso, a volte eccessivo, rispetto a certe problematiche di natura politica del territorio. Salvo felici momenti, l’associazione, oggi guidata da Luigi Buzzi, ha spesso scelto di restare defilata. Ma stavolta, no. Giancarlo Cattaneo, vicesindaco di Alessandria, nell’intervento durante il convegno, ha prima portato l’esempio di imprenditori venuti da fuori che ora sono impegnati nel capoluogo, poi ha detto chiaro e tondo: “Dove sono i progetti degli imprenditori alessandrini? Perché nessuno ha proposto un progetto di rilancio della città? L’imprenditoria locale è piuttosto pigra”.
E così Confindustria Alessandria, che “d’abitudine evita accuratamente di intervenire su quanto detto in convegni e altri eventi, proprio perché, come lei ben sa, vista la sua lunga esperienza associativa (riferendosi direttamente a Giancarlo Cattaneo, ndr) le associazioni tutelano l’interesse delle aziende che rappresentano e del settore produttivo di cui sono espressione, anche ponendosi come interlocutori dei portatori d’interesse, chiunque essi siano”. Fabrizio Riva, direttore di Confindustria Alessandria, questa volta non la manda a dire. E la riflessione parte proprio da quegli “industriali locali, per inciso, neanche invitati all’iniziativa al tavolo dei relatori”. Infatti, “anche se si è parlato pure di logistica (e su questo ritorneremo), sedeva solo un rappresentante ex collega di associazione, che ha evidenziato giustamente solo il tema del commercio e del turismo (era Roberto Cava, ex direttore dell’Associazione commercianti). “Sono forse questi, il commercio e il turismo, gli assi di sviluppo individuati per l’Alessandria che sarà da lei, e soprattutto dall’amministrazione in cui siede con un ruolo molto prestigioso? Caro signor Cattaneo – rilancia Riva – se volessimo fare una facile battuta le risponderemmo che gli imprenditori, quelli del settore della logistica (Interporto di Rivalta Scrivia e BCube di Casale, ndr), mentre lei teneva il suo convegno erano a Novara dove si parlava davvero di futuro. Non sono le battute però, a starci a cuore. Gli imprenditori della logistica hanno dimostrato coi fatti di sapere lavorare e fare con successo impresa”.
Segue un passo altrettanto forte che riporta ancora una volta sotto i riflettori uno dei nodi irrisolti della pubblica amministrazione alessandrina: il rapporto con l’Ateneo del Piemonte Orientale. “Gli imprenditori alessandrini, nel tempo, per esempio, hanno svolto un ruolo decisivo perché Alessandria avesse un’università, che oggi è prestigiosa, dove si svolgono attività di ricerca di notevole livello, ma anche dove le startup che nascono non trovano una sede per sviluppare la loro attività tecnologica visto che questa città non ha mai saputo dare vita a un incubatore di impresa. Proprio una startup – afferma Riva – nata ad Alessandria, incubata a Novara e che opera in campo genetico, è accompagnata nella sua crescita da imprenditori locali, grazie alla validazione avvenuta presso Confindustria Alessandria da parte di un comitato a cui gli imprenditori partecipano dedicando tempo e risorse. Peccato che anche questo sia ignorato. Mentre altre amministrazioni locali, sempre nella nostra provincia, con intelligenza stanno mostrando attenzione e collaborazione a questa e altre iniziative ‘degli industriali locali’…”.
Dietro alla reazione di Riva non c’è solo il fastidio per l’affermazione chearriva dalla seconda carica della giunta guidata da Rita Rossa, ma anche una storia di rapporti non sempre facili con una amministrazione comunale che critica il ruolo degli imprenditori, ma che certo non brilla per interventi a loro favore. Basta circolare nelle aree industriali e artigianali e il quadro è evidente: taglio del verde quando capita (risale all’anno scorso un intervento radicale del Comune, ma solo dopo che sui giornali sono uscite mezze pagine sulla giungla che si poteva trovare nelle zone D3, D4, D5 e D6), voragini negli asfalti mai richiuse, illuminazione pubblica a intermittenza (la risposta di Palazzo Rosso è che la gestione è di Enel Sole: peccato che tutto faccia sempre capo alla gestione pubblica), una discreta sordità alle richieste degli operatori per interventi strutturali.
Alessandria è famosa per avere detto ‘no grazie’ a insediamenti di grandi operatori (nella storia non è mancata nemmeno Ikea), per non avere concretizzato politiche incentivanti per nuovi insediamenti (il riferimento è a interventi strutturali e non a spot), mentre città come Novi Ligure hanno dato vita in pochi anni a un polo agroindustriale e del dolciario che ha visto insediamenti di grandi marchi a partire da Campari.
Alessandria vive di autoreferenzialità. “Rfi deve dire a noi cosa intende fare dello scalo ferroviario” tuona Rita Rossa durante il convegno. Ma bisogna avere qualcosa da dire ed essere autorevoli e con proposte di programmazione nero su bianco. A chi le ha ascoltate allora sono tornate alla mente le parole di Mauro Moretti, al tempo amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato: “Risolvete i problemi in casa (alludendo alla diversità di visione fra le diverse amministrazioni sullo scalo alessandrino, ndr) e noi ci saremo”. A Novara, per lo scalo del Boschetto la situazione era analoga. Gli enti locali e il Cim (Centro intermodale merci) si sono confrontati a lungo con il gruppo Fs e dopo un paio di anni è arrivata la cessione dello scalo e lo sviluppo del polo logistico e intermodale. Oggi a Rfi non conviene certo mettere le mani su uno scalo enorme in assenza di elementi di concretezza da parte delle pubbliche amministrazione e di volontà precise dei grandi operatori internazionali. Che ovviamente hanno bisogno di certezze, affidabilità, interlocutori preparati.
E a proposito di rapporti con le aziende, il Comune di Alessandria ha diffuso, a distanza di alcune ore uno dall’altro, due comunicati sull’evento di mercoledì, alle 19, che vedrà la proiezione al Cinema Teatro Alessandrino del film ‘Borsalino City’. Nella seconda versione (modificata “su richiesta dell’azienda Borsalino”) oltre alla revisione del passaggio del testo relativo alla proprietà “che è rappresentata da un collettivo di investitori”, scompare il paragrafo relativo al Museo del Cappello.