Giovedì 14 aprile alle ore 21.00, presso la sede dell’Associazione Culturale Sin.tonia in piazza G. D’Annunzio, 1 ad Alessandria, si terrà la presentazione del libro ‘Elio‘, di Gianni Ferraris. Presenterà Gian Mario Bottino e sarà presente l’Autore.
Nel corso della serata sarà possibile recapitare alla giornalista Ilaria Leccardi materiale medico e farmaci a favore delle missioni umanitarie a Gaza e in Kurdistan dell’organizzazione genovese Music for Peace. Si raccolgono antidolorifici, antinfiammatori, antibiotici a largo spettro (es. amoxicillina) e poi garze, cerotti, disinfettante. Il tutto in confezioni integre e con scadenza oltre dicembre 2016. Il materiale raccolto sarà documentato e consegnato personalmente da Ilaria Leccardi a fine aprile a Genova.
La lettura delle pagine di Gianni Ferraris fa attraversare una storia di quasi 50 anni, quella intima di un rapporto familiare e quella, più ampia, di un’idea di giustizia condivisa da molti e perseguita dal fratello dell’Autore fino alla morte.
Di Elio Ferraris, caduto combattendo al fianco dei guerriglieri in Salvador, non è mai stato ritrovato il corpo. Di lui sono stati restituiti alla famiglia un passaporto ed una carta di identità, ma egli vive nel ricordo di Gianni, che ne ha raccolto gli scritti, e che nel suo libro propone memorie lontane del loro paese di origine (Solero), esperienze politiche e ideali vissuti insieme, silenziosi addii ed un affetto persistente oltre la morte.
E ripercorrendo i momenti di trascorse lotte politiche e di aspirazioni di libertà e di giustizia mai sopiti, e immaginando le terre lontane in cui il fratello è andato a testimoniare il proprio pensiero politico, Ferraris delinea anche il proprio presente di saudade, in un Salento che illumina con la sua bellezza pagine delicatissime dense di stupore e di gratitudine.
Elio è un libro che si legge con emozione, se si è creduto in valori che magari è stato difficile realizzare, ma che hanno dato un senso ad una generazione che non vuole solo vivere di rimpianti. È quanto anche le postfazioni di Marcello Pantani e Maurizio Nocera sottolineano, cogliendone il significato profondo e commovente.