Venerdì 1° Aprile la maggioranza di centro sinistra in Consiglio Comunale ha approvato il Programma Triennale dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale 2016-2018. In pratica le linee programmatiche che dovrebbero segnare il futuro di ATM, l’azienda del trasporto pubblico alessandrino.
Sarebbe troppo facile fare battute sulla data in cui questo documento è stato approvato e con la tradizione del pesce d’Aprile se non fosse che stiamo parlando del salvataggio di una azienda ma soprattutto della salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Purtroppo così non è, non c’è posto per battute di qualsiasi genere, anzi la situazione è piuttosto triste e dal futuro molto incerto.
Innanzitutto è doveroso rilevare che nel piano triennale 2016-2018 viene dichiarato chiaramente che “il 2016 si apre non essendo ancora stabilite in modo certo le risorse per il triennio 2016-2018,con conseguente inevitabile problematicità per l’elaborazione programmatoria in atto”. Tradotto più semplicemente questo piano triennale fa riferimento al Piano 2013-2015 , quindi alle risorse inserite in quel documento.
Aggiungo che la Regione Piemonte, per due anni asserragliata tra le mura di Palazzo Lascaris per la faccenda delle firme false, non ha ancora elaborato il programma del trasporto pubblico locale 2016-2018. In termini di cifre questo significa che ad ATM, ad oggi, dovrebbero arrivare circa 3.500.000 euro dalla Regione, 400.000 euro dal Comune, 1 milione di euro da biglietti ed abbonamenti.
Mancano all’appello comunque circa 500.000 euro. Dove li troviamo?
Non certo aumentando in biglietti delle corse il che determinerebbe un minor utilizzo del mezzo pubblico.
L’unico dato certo giunto dalla Regione è la costituzione della Agenzia della Mobilità Piemontese a cui Alessandria di fatto deve aderire. Le quote di partecipazione dei soggetti aderenti sono molto significative: Regione Piemonte ( Chiamparino PD) 25%, città di Torino (Fassino PD) 25%. Alessandria e quindi di riflesso ATM 1,200990%!
Queste cifre indicano come la “colonizzazione “ delle nostre partecipate da parte torinese sia ormai chiarissima. La domanda è quale potere discrezionale potrà mai avere il Comune di Alessandria, che non sia magari a conduzione PD, non solo su ATM ma su tutte le partecipate o sulla ipotetica holding che si vuole creare data la direzione totalmente “torinocentrica” che la questione ha preso?
Notoriamente gli autobus girano per strada. Quindi come si può pensare ad una revisione o modifica delle Linee senza aver ben chiaro un Piano Generale del Traffico Urbano e un Piano della Mobilità sostenibile?
Come si può sostenere la volontà di incrementare il trasporto pubblico in città riducendo quello veicolare privato se non si ha davanti un progetto ben definito del traffico e dei parcheggi? Non abbiamo notizie chiare e documentali del bando per l’acquisto di minibus elettrici da parte di ATM con un contributo dello Stato poi girato alla Regione pari al 90% della spesa essendo il restante 10% a carico del Comune.
Faccio notare che stiamo parlando di ATM intesa unicamente come trasporto, tralasciando quindi le altre attività estremamente importanti che fanno capo all’azienda: i parcheggi, la segnaletica, il trasporto alunni(scuolabus),il trasporto disabili. Su questi servizi, che probabilmente verranno scorporati dal core businnes dell’azienda nulla si sa, tranne un’eventuale concessione dei parcheggi ai privati.
In sostanza un Programma Triennale che pare più un elenco di buone intenzioni, di buoni propositi ma che in realtà appare del tutto nebuloso, poco chiaro, pieno di incognite ed incertezze. Elementi questi estremamente rischiosi tenendo presente quello che deve essere il fine ultimo e cioè la salvaguardia dei posti di lavoro, di tutti i posti di lavoro.
*Presidente Gruppo Lega Nord Comune di Alessandria