Se Atene piange, Sparta non ride. O così viene da pensare, da alessandrini, a fronte della querelle tra il giovane imprenditore Simone Zerbinati (direttore generale di una delle più importanti aziende italiane del suo comparto, qui l’intervista su CorriereAl) e il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti. Con conseguenti reazioni a catena, per ora soltanto monferrine.
I fatti. Sul bisettimanale il Monferrato di venerdì scorso Simone Zerbinati (terza generazione di imprenditori, una vera business family, con radici a Borgo San Martino e nuovo stabilimento nella zona industriale di Casale Monferrato) non ci gira troppo attorno, e dichiara «C’è un terreno vicino al nostro sito produttivo che sarebbe perfetto per allargare il nostro complesso e implementare la produzione. Sarei pronto con tutto ma la burocrazia…».
Dice poi chiaramente quel che pensa, l’imprenditore Zerbinati, ed è giusto così, poichè con il paese in queste condizioni pretendere pure che si usino sempre ‘i guanti bianchi’, o peggio che si cerchino incontri in camera caritatis, è davvero pretendere troppo. Ci sono intesi paesi attorno al nostro (Svizzera, Austria, Croazia e altri ancora) che fanno ‘ponti d’oro’ ad imprenditori stranieri disposti ad investire, e a casa nostra, ha ragione Zerbinati, chiunque voglia aprire un’attività (anche commerciale, non solo industriale) deve fare i salti mortali. E a volte non basta.
Nel giro di qualche giorno, però, arriva la risposta, piccata, dell’amministrazione comunale casalese, a diretta voce della sindaca Palazzetti: “Faremo il possibile per ampliare la sua attività, a prescindere dalla correttezza di certe esternazioni”.
Ecco la posizione della sindaca:
“In merito all’ampliamento della Ditta Zerbinati – scrive Palazzetti – desidero fare leseguenti precisazioni restando nel merito della questione senza considerare le provocazioni e le strumentalizzazioni dell’opposizione, poiché si tratta di un argomento molto serio e all’attenzione della nostra Amministrazione da mesi. Il signor Zerbinati ha chiesto, per poter ampliare la sua Azienda, di utilizzare un terreno adiacente allo stabilimento definito non edificabile in quanto a elevato rischio di esondazione del Torrente Gattola in base agli indirizzi espressi dal Piano di Assetto Idreogeologico regionale recepito durante l’Amministrazione Demezzi nel Piano Regolatore Comunale. Pertanto la richiesta attualmente non è accettabile. Tuttavia, la nostra Amministrazione, attenta agli interessi della città per lo sviluppo dell’occupazione, si è subito messa in contatto con gli uffici regionali competenti (ai primi due incontri sono stati presenti Zerbinati e Sirchia) per verificare quali rischi comporterebbe l’esondazione del Torrente Gattola qualora i terreni fossero edificati e se sia possibile rettificare le disposizioni attuali.
Tutto ciò comporta una revisione totale dei criteri e delle norme del Piano di assetto idrogeologico di tutti i territori interessati dal Gattola di competenza regionale.
Il prossimo incontro è previsto per il 6 aprile e continueremo, insieme agli uffici competenti, a cercare una soluzione che non è né facile né rapida per le pesanti ricadute in materia di sicurezza e incolumità delle persone e le relative responsabilità che ne conseguono.
Tra l’altro, il Signor Zerbinati potrebbe ampliare il suo stabilimento in un’altra area edificabile adiacente all’attuale sede e priva di vincoli idrogeologici che potrebbe da subito essere utilizzata.
È chiaro che all’Amministrazione sta a cuore l’interesse di Zerbinati in quanto coincide con l’interesse della città, ma sta altrettanto a cuore la sicurezza del territorio e dei cittadini”.
Poi il sindaco Palazzetti ‘sistema’ anche chi si è schierato al fianco dell’imprenditore Zerbinati: “Stupisce che il consiliere Nicola Sirchia, che è stato Assessore ai Lavori Pubblici, abbia firmato un comunicato stampa in cui sembra non ricordare che in data 20 gennaio 2014 l’Amministrazione Demezzi, di cui faceva parte, abbia integralmente recepito il Piano di Assetto Idrogeologico e i vincoli conseguenti emanato dalla Regione Presidente Cota. Comunque è volontà di questa Amministrazione fare il possibile per consentire al signor Zerbinati di ampliare la sua attività nell’interesse della collettività, a prescindere dalla correttezza delle esternazioni in proposito a mezzo stampa”.
A questo punto, arriva anche la presa di posizione di Federico Riboldi, segretario provinciale di Fratelli d’Italia, e consigliere comunale a Casale, e anche in Provincia:
“Le dichiarazioni del Sindaco in risposta allo sfogo di Simone Zerbinati rivelano l’assoluta incapacità di questa Amministrazione di comprendere le esigenze del territorio, in particolare del tessuto produttivo, e la volontà di nascondersi dietro la solita scusa della burocrazia.
Gli unici sussulti si hanno come sempre solo di fronte alle denunce pubbliche di qualche imprenditore deluso, che invece di chiudere e andarsene vorrebbe investire sul nostro territorio e non riesce a farlo, perché così si tocca la credibilità elettorale del Sindaco.
Ma le risposte quali sono? E’ colpa della precedente Amministrazione che ha recepito il Piano di Assetto Idrogeologico; Zerbinati se vuole investire compri altri terreni; si tratta di questioni delicate di sicurezza, argomento “a cuore” di questa Amministrazione; etc.
Rammentiamo al Sindaco che l’approvazione del PAI era un atto dovuto perché dopo i disastri delle alluvioni era necessario mettere ordine alla materia della sicurezza idrogeologica. Ciò premesso è compito di un’Amministrazione, dove si manifestano nuove esigenze e le condizioni iniziali mutano, intervenire con sollecitudine per consentire il miglior sviluppo possibile della nostra occupazione. Non basta solo affermarlo.
L’Amministrazione di centro destra nel precedente mandato, quando alcuni imprenditori hanno manifestato l’intenzione di insediarsi nel Casalese e sono emersi dei problemi, non si è fermata a qualche dichiarazione di circostanza sui giornali o a organizzare tavoli di lavoro ma ha usato tutti gli strumenti che la legge metteva a sua disposizione per risolvere le questioni. E lo ha fatto come dimostrano gli esempi di BCube ed Esselunga.
Il Sindaco, invece di cercare di insegnare a Zerbinati, che non ne ha bisogno, come si fa l’imprenditore, suggerendo l’acquisto di altri terreni, si muova subito e con celerità senza farsi spaventare da un torrente, che con qualche opera strutturale difficilmente comprometterà la “sicurezza del territorio e dei cittadini”.
Ne abbiamo già visti troppi di imprenditori che se ne vanno in città vicine perché l’Amministrazione non è stata in grado di accogliere le loro esigenze. E’ inutile fare dei tavoli di concertazione quando il danno è fatto, bisogna creare per tempo le condizioni perché le aziende rimangano”.
Quali le prossime puntate? Ma, sopratutto, quali i tempi certi in cui un imprenditore che desidera investire ed ampliare la propria attività a casa propria può riuscire a farlo?
Per fortuna Alessandria non ha, imprenditorialmente, di questi problemi, viene da pensare. Qui cresce solo la grande distribuzione: e quella sul fronte autorizzazioni va spedita come un treno, inarrestabile.
E. G.