La vicenda ATM, più volte ripresa dai media e più volte annunciata come conclusa dall’efficienza teutonica di quest’amministrazione che ampie prove di sé ha già fornito, è ancora in ballo.
Non ci riferiamo solo alla ulteriore mancanza del numero legale che la maggioranza non è riuscita a tenere in commissione il 30 marzo, dopo lavori durati praticamente tutta la mattinata, ma soprattutto alle soluzioni proposte che rischiano di relegare ATM in una sorta di limbo, in una quarantena senza fine. Ovvero alle soluzioni mancate. Perché? Semplicemente perché ATM viene relegata al suo ruolo storico del trasporto pubblico locale, senza le sue branche ormai classiche come i parcheggi, la segnaletica, il trasporto alunni e quello per disabili, di cui peraltro nulla di sa.
Quali le non soluzioni? ATM trasporto pubblico locale dovrebbe ricoverarsi sotto Amag, ma senza le risorse necessarie. Per mandare avanti il solo trasporto occorrono circa 5,5 milioni di euro all’anno. Circa 3-3,5 milioni giungerebbero, ma non si è sicuri, dalla Regione Piemonte, mentre 400 mila euro verrebbero aggiunti dalla generosità galattica del Comune. Poco più di un 1 milione si ricava da biglietti e da abbonamenti. E il piatto piange.
Ma non basta: per fare una vera nuova e moderna ATM trasporti, occorre riscrivere il PGTU (piano generale del traffico urbano), perché l’ultimo è del 2009 e questa Amministrazione finora non l’ha neppure risfogliato, anche se vi ha sprecato sopra molte parole. E del nuovo piano vi è solo l’intenzione di finanziarne la redazione e null’altro.
Bastasse questo già ATM sarebbe arenata sul bagnasciuga di mussoliniana memoria, ma non basta. Infatti occorre anche redigere il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, altro documento che farebbe capire come ci si vuole muovere in città, per cui anche come si muoverebbero di conseguenza gli autobus, a meno di ripescare i percorsi dei tranvai di inizio Novecento.
E quindi? Nulla. Ma c’è ancora un problema, costituito dall’Agenzia della Mobilità Piemontese, di cui l’ATM dovrebbe obbligatoriamente far parte contando la tremebonda percentuale dell1%. Ma anche su questo versante “nebbia”!
Allora? Al di là di questioni di politica strategica come la famosa “conurbazione”, che farebbe diventare il nostro Comune, almeno per i trasporti, urbano ed extraurbano nello stesso tempo (come se Spinetta, tanto per fare un esempio, valesse come Castelferro) anche questa tutta da conquistare a livello regionale, altre faccende non paiono esservi.
Conclusioni? Tutto in aria, tutto incerto e dunque l’amministrazione della jam session potrà prendere una decisione sul futuro di ATM. Raccomandiamoci ai fanti, perché con i santi non si può scherzare.
Giovanni Barosini – Piercarlo Fabbio