L’Azienda Ospedaliera di Alessandria diverrà a breve il nuovo polo didattico della scuola di Medicina di Novara?
Per ora nessuna notizia ufficiale trapela sul fronte alessandrino, ma certamente i rumors vanno in questa direzione: è di ieri mattina, infatti, la norizia che la suddetta scuola, che fa riferimento all’Ospedale Maggiore di Novara, ha deciso di incrementare il numero degli studenti del primo anno, passando dalle attuali 100 matricole, a 150. Si attende l’autorizzazione del Ministero per partire con l’iter burocratico: se il progetto possa già diventare operativo dal prossimo anno accademico, in autunno, è prematuro affermarlo. Ma certamente il dado è tratto.
Ma cosa c’entrano Alessandria, e il Santi Antonio e Biagio? Certamente a Novara, in un’ottica di ‘rete’ regionale, si sta pensando ad una partnership con un’altra città e ospedale del Piemonte, poichè saranno necessari spazi per la didattica (aule) e per il tirocinio in ospedale, che comunque partirà al terzo anno di corso di laurea in Medicina.
E, tra Vercelli e Alessandria, sarebbe la seconda ad essere ritenuta più adeguata: l’Aso alessandrina è infatti hub di riferimento di due province (la nostra, e Asti), e dotata di tutte le specialità.
Non solo: molti reparti sono privi di primari e quindi facilmente e rapidamente si potrebbe procedere all’ inserimento, con il meccanismo della convenzione, di direttori universitari.
Al momento sul fronte dell’Ospedale di Alessandria non ci sono conferme ufficiali, ma neppure smentite. E potrebbe trattarsi di un passo in avanti verso un traguardo ancora più ambizioso: il riconoscimento per il Santi Antonio e Biagio dello status di IRCCS, con tutte le ricadute positive del caso.