La primavera universitaria, le stelle della ricerca, la nebbia della politica [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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L’università può crescere solo grazie all’aiuto del territorio. Grazie a città “che devono essere universitarie” e con studenti “che devono essere considerati cittadini temporanei”. Questo invece “non sta del tutto accadendo” nelle tre sedi dell’Università del Piemonte Orientale (Upo): Alessandria, Vercelli e Novara. La giornata nazionale che si è svolta in contemporanea in tutti gli Atenei italiani, chiamata “la Primavera delle Università” e che è stata voluta dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha riaffermato il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro dell’Italia.

Cesare Emanuel, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, ha fotografato laEmanuel nuova situazione, fornito alcuni dati e stimolato il confronto pubblico. Il tutto è avvenuto nell’aula 208, una delle nuove ricavate all’interno di Palazzo Borsalino, ad Alessandria, che ospita il Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali. Alessandria è stata scelta dall’Upo per un palcoscenico inserito nel contesto nazionale che ha permesso di fare emergere qualità e innovazione, ma anche i costanti limiti del territorio. Emanuel ha parlato di criticità ancora aperte nelle tre sedi, ma ha avuto il buon cuore di non calcare la mano perché i nodi irrisolti sono quasi tutti concentrati proprio ad Alessandria, dove mancano dalle residenze universitarie ai servizi degni di questo nome.
Eppure Alessandria è sempre sugli scudi. L’inchiesta del Sole 24 Ore sull’andamento delle iscrizioni al corso di laurea di Giurisprudenza parla chiaro. L’articolo di Gianni Trovati si apre con queste parole: “Dietro il calo modesto (- tre per cento in quattro anni) del numero di matricole delle università italiane si nascondono trend molto differenti. Per giurisprudenza è una vera e propria débâcle (-trentacinque per cento). Flessioni anche a economia (- 6,2 per cento), architettura e ingegneria civile, mentre sono in crescita ingegneria dell’informazione (+27,9 per cento) e scienze informatiche (+ 36,7 per cento)”. Molte università scendono, ma altrettante salgono: “Dieci dei quindici atenei con le impennate più decise sono al Nord, guidati dal Piemonte Orientale, che segna il risultato più netto (+53,1 per cento, seguito dal +35,4 per cento di Bergamo)”. Sì, quel Piemonte Orientale che nella sede di Alessandria è però sempre guardato con sufficienza. In una bella giornata di primavera, sia climatica, sia per i risultati, il Comune di Alessandria è stato rappresentato solo dal capogruppo di Sel (Sinistra ecologia libertà), Renzo Penna. Niente sindaco. Niente assessori (tutti impegnati in travolgenti attività amministrative?). Un’assenza che la platea di docenti e studenti ha rilevato. L’impegno era in calendario da tempo. Eppure gli unici che hanno confermato sono stati i parlamentari invitati per l’occasione: Daniele Borioli, senatore, Cristina Bargero ed Enrico Borghi, deputati. L’amministrazione della città che ha ospitato l’evento ha invece scelto un altro profilo istituzionale.

Primavera 3Quale? Un capogruppo e presidente di Commissione comunale. Perché? Lo spiega Rita Rossa, sindaco di Alessandria e presidente della Provincia, che sul profilo Facebook dice che non c’era perché ha partecipato al corteo contro le mafie che si è svolto a Torino. “Un corteo partecipatissino contro le mafie. Oltre 10000 presenze e tanti, tantissimi studenti di ogni età per la giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti di mafia. Insieme con me amministratori e consiglieri della Città e della Provincia. Un dovere esserci. Nessuna mancanza, dunque, o disinteresse della giunta per l’iniziativa in Università a cui comunque ho delegato il Presidente della Commissione Cultura, On. Renzo Penna, che da parlamentare fu artefice dell’autonomia del nostro Ateneo”.

Sarà. Però anche il linguaggio istituzionale ha un senso. Un sindaco invitato e confermato fino all’ultimo, sceglie di mandare un consigliere comunale e non un membro di giunta. L’impegno concomitante non sarà stato scoperto né all’ultimo, né per caso. Perché nessun assessore? L’intervento di Penna, dal canto suo, è stato scandito da una generica “crescita di attenzione degli ultimi tempi tra Comune e Ateneo, in particolare per la ricerca nel campo ambientale (bonifiche, amianto)” e dalla ammissione di “carenze di servizi sul territorio”. Poi cita la Cittadella: “Lanciammo la proposta di fare il campus universitario nella fortezza, ancora prima che nascesse il Disit (Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica, la sede è in viale Michel 11)”. Come sia andata è sotto gli occhi di tutti. Oggi l’Upo è diventato maggiorenne. Dal decreto istitutivo del 1998 sono passati anni. Durante i quali Alessandria ha sognato molto, ma realizzato nulla. Gli unici investimenti concreti sono stati quelli dell’Ateneo con la ristrutturazione di Palazzo Borsalino e la costruzione della sede Disit.

Parole oneste quelle di Daniele Borioli che ha ammesso la “responsabilità della politica che non ha mai saputo costruire un sistema territoriale in grado di accompagnare lo sviluppo e la crescita in un pecorso comune”. Peccato che Borioli sia stato per più mandati amministratore provinciale e poi assessore regionale ai trasporti, quelli che oggi sono una delle emergenze irrisolte che penalizzano le attività delle sedi dell’Upo.

Enrico Borghi ha preso di petto la questione, anch’essa irrisolta, del ‘torinocentrismo’, mentre Cristina Bargero ha giustamente toccato il tema del rapporto fra università e industria, ricerca e innovazione, arrivando quindi a citare il modello francese che ha visto sviluppare la collaborazione tra centri di ricerca e imprese che “consente una maggiore integrazione a tutto vantaggio dei ricercatori e della società in generale”.

Il ruolo innovatore dell’università come ‘ascensore sociale’ è tornato più volte negli interventi dei docenti. La multidisciplinarietà della ricerca e della didattica dell’Università del Piemonte Orientale continuano a garantire quei risultati ancora recentemente certificati dal Sole 24 Ore. Risultati che dovrebbero inorgoglire il territorio. Dovrebbero.