Sull’acqua bravi i 5 Stelle: e accoglienza migranti sempre più business! [Le pagelle di GZL]

Acqua potabiledi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) Un bene prezioso e irrinunciabile è l’acqua, che va rispettata, tutelata e trattata con riguardo. Se ne parla sempre poco e i dubbi sono sempre tanti, quindi il bel voto va ai due esponenti del Movimento 5 stelle Paolo Mighetti (consigliere regionale) e Andrea Cammalleri (consigliere comunale di Alessandria) per la richiesta di conoscere la salubrità delle acque potabili. Qui le loro dichiarazioni complete. A questo punto si auspica ci sia una risposta dei preposti, perché l’informazione ambientale negata è un diritto violato. I cittadini devono avere assolute garanzie sulla qualità dell’acqua di rubinetto, che deve essere raggiunta attraverso una comunicazione costante, obiettiva e completa. L’interesse per l’acqua deve coinvolgere tutti, anche chi amministra, chi la controlla e chi la gestisce, perché nessuno consuma acqua proveniente da altro sistema solare.
Voto:9

 
2) sull’accoglienza che fa rima con emergenza. Immigrazione che fa rima conSenape 2 improvvisazione. Per “certi Soloni” starei facendo una chiacchiera “da bar dello sport”, ma di fronte a fatti precisi e inconfutabili le chiacchiere “da bar dello sport” vengono fatte anche in certi convegni atti a convincere chi sa chi. Non esiste un senso unico di pensiero e valutazione in una situazione gravissima che pesa sul nostro paese, causata da disordine e “mercato” umano senza regole e controlli, in aggiunta ad un metodo pressappochista tutto italiano di gestire i fenomeni migratori: e non per motivi prettamente umanitari, ma per business! Ormai le posizioni del Govermo sull’immigrazione sono inaccettabili per la gente comune, soprattutto quando vengono alla luce certi fatti poco trasparenti, di cui peraltro gli organi istituzionali sono assolutamente a conoscenza. Dai preposti vengono citati dati ISTAT su percentuali inverosimili. Chiaro è che i dati riportano gli “assistiti” registrati con lo status di rifugiati, nessuno però sa dare precise e puntuali percentuali delle decine di migliaia di immigrati spariti nel nulla dopo lo sbarco, che vagano per il territorio e finiscono nelle mani di malavitosi che li fanno delinquere: qualche “Solone” può affermare il contrario? L’enorme scandalo di Roma ‘sull’ingrasso’ dell’accoglienza è stato solo l’inizio, e non passa giorno senza apprendere che qualcuno, da qualche parte, ha trovato il modo per fare “cassa”.
Vi invito a leggere il libro di Mario Giordano: Profugopoli – quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati”, un testo che io considero una “bibbia”, scritto da un giornalista che vive nel mondo reale e che annulla le teorie di dieci, cento, libri di sociologi che vivono in un mondo puramente teorico. Altra lettura interessante: “Viaggio dentro la questione migranti”di Gianni Gatti. Chiudo con la vicenda della Cooperativa Senape, casalese: quindi un fatto di casa nostra che, se confermato, rasenta addirittura il grottesco. Chiaro è che di illegale non vi è nulla visto che, a detta della Cooperativa Senape, le Istituzioni preposte erano informate sulle procedure svolte nel compito di accoglienza, e quando la telecamere di “Piazza pulita” (la7) chiedeva risposte è stata messa alla porta dai responsabili della Cooperativa Senape. Motivazione: la Prefettura, interpellata sul da farsi, avrebbe chiesto di “evitare i rapporti con i giornalisti, soprattutto se questi hanno intervistato i profughi (?!?!)” . Questa frase è stata estrapolata dal bisettimanale “Il Monferrato” ( titolo: “Senape fa la “cresta” sui profughi? “No, ci rimettiamo di tasca nostra” – 15/03 c.a. – pag.4). Alla faccia della trasparenza! “Piazza pulita” ha sbagliato indirizzo, avrebbe dovuto bussare alla porta prefettizia alessandrina invece della “Senape” a cui non era dato rispondere. Pare di essere nel profondo sud ai tempi del Gattopardo.
Voto: 2

 

krumiri-bistefani3) La provincia di Alessandria perde un’altra azienda: la ex Bistefani ora Bauli che impiegava 114 persone ed entro metà anno chiuderà i battenti. Che rimarrà? Forse lo stabilimento diverrà una “cattedrale nel deserto”, con 114 nuovi disoccupati, certamente ci saranno meno introiti di tasse, tributi etc. per il territorio. I responsabili della Bauli dichiarano che lo stabilimento di Villanova Monferrato ha costi insostenibili, ma per tutti i dipendenti c’è la possibilità se lo accettano di essere trasferiti alla linea produttiva di Verona. Bella soluzione! 114 dipendenti hanno casa, famiglia, interessi e per continuare a lavorare devono sconvolgere la loro vita compresa quella delle loro famiglie? Oppure fare i pendolari. Andata: 244 Km circa con una media di 102 km. ora per 2 ore e 21 minuti circa, costo carburante di circa euro 31,5: e a pari spesa, stanchezza, schiena rotta da guida e pericolo costante c’è il ritorno a casa. Altra soluzione: pernottare tutta la settimana, ma c’è il costo dell’albergo o alloggio preso in affitto aggiungendo i pasti. Senza contare i casi di chi è mamma, moglie, ecc. La decisione della famiglia Viale di cedere la Bistefani alla Bauli parte dal dicembre 2012. A febbraio 2013 viene ufficializzata la vendita, e alle preoccupazioni di tale acquisizione da parte del territorio, la nuova proprietà aveva rassicurato i dipendenti che si sarebbe addirittura incrementato il polo produttivo di Villanova dichiarando agli organi di informazione che tale acquisizione avrebbe portato il suo fatturato da 420 a 500 milioni, conquistando sempre maggiore spazio nel mercato dolciario industriale. 2013 – 2016: tre soli anni per disattendere le promesse. L’amministratore delegato parla di produzione che è la metà di quella delle altre fabbriche del gruppo, di un peso insostenibile nonostante i cospicui investimenti effettuati, e dice di aver ereditato una situazione già molto compromessa. Ma come: non lo sapeva quando nel 2012 la Bauli ha messo gli occhi su prodotti di eccellenza come i krumiri e nel giro di tre mesi nel 2013 ha acquisito il marchio, che c’erano problemi economici? Nel frattempo sto leggendo le solite dichiarazioni di rito dei politici preoccupati, dispiaciuti quando si tratta della perdita di posti di lavoro degli altri.
Voto: 2