Non camminerete mai soli [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 
Liverpool era una città portuale e povera, fino alla seconda metà degli anni cinquanta, poi diventò una specie di città della musica (rimanendo nel frattempo portuale e povera).

Senza raccontare una storia stra-conosciuta, vale la pena però ricordare che per alcuni anni, sulle rive del Mersey tantissimi gruppi suonavano una musica unica, che venne appunto chiamata il Merseybeat. I gruppi, che raramente si scrivevano le loro canzoni, sceglievano il loro repertorio in modo originale tra i dischi che arrivavano via nave da oltre Oceano.

Questo permise loro di suonare musica diversa rispetto a quella che andava di moda inLiverpool 1 Inghilterra allora. Solo dopo l’enorme successo dei Beatles (che contrariamente agli altri tendevano a scriversi le canzoni che incidevano, almeno i singoli), il suono che arrivava dal nord venne omogeneizzato dai produttori, alla ricerca di altri FabFour. Questo determinò la fine di quell’originalità, non prima dell’incisione di alcuni 45 giri di notevole successo.

E con una versione “backbeat” di un romantico e un po’ stucchevole brano di scena di un musical degli anni quaranta, andarono nella hit parade Gerry And The Pacemakers.
La canzone era You’ll Never Walk Alone.
Quel che le successe dopo il 1963 è storia quasi famosa come i Beatles, ormai.

Tra le tifoserie che hanno adottato il “biglietto da visita (signature tune in originale)” del Liverpool, tra le tifoserie che cantano il sempre emozionante You’ll Never Walk Alone, c’è anche quella che popola il “muro giallo”, la curva del Borussia Dortmund.

Nel 2013 sul Post un bell’articolo di Francesco Marinelli raccontava una delle curve più spettacolari (e corrette) del tifo calcistico europeo:
“…circa venticinquemila persone hanno fatto la fila lungo gli ingressi della tribuna sud del Signal Iduna Park – per tutti, da sempre, il Westfalenstadion – portando con sé delle sedie di plastica, per prendere posto sulle gradinate di cemento e formare il “muro giallo”. Si è trattato di un caso particolare – le regole della UEFA richiedono di assistere alle partite negli stadi stando seduti – ma di solito i tifosi del Borussia Dortmund fanno il tifo in piedi”.

Una scena che probLiverpool 2abilmente rivivremo tra pochi giorni, visto che un sorteggio così perfetto da sembrare pilotato (ma noi sappiamo che i sorteggi non vengono taroccati mai) ha messo di fronte, per i quarti di Europa League, i tedeschi e i reds di Liverpool.

I tifosi del muro giallo e quelli della Kop di Anfield.
Due maglie difficili, e bellissime, da indossare.
Più gloria che successi, negli ultimi tempi.
Più di qualcosa in comune, naturalmente.
You’ll Never Walk Alone. Non camminerete mai soli.

E no, non mi sono dimenticato di lui, l’altro fattore comune della partita, l’unica che vale la pena di vedere in quarti di finale delle competizioni europee (la Champions ancora più della Europa League) che sembrano, per il resto, abbastanza scontati.
Perché ogni “squadra” deve avere un grande “manager”.

I musicisti del Merseybeat, Beatles in testa, ebbero Brian Epstein.
In quel periodo a Liverpool non si facevano mancare niente, e i reds passarono da squadra mediocre a leggenda grazie a Shankly.
Queste partite saranno la grande celebrazione emozionale, e lui è uno che non nasconde certo i sentimenti, del “normal one” Jürgen Klopp.
Attaccante poi difensore, da calciatore davvero normale, poi allenatore del Magonza, città nota più per Gutenberg che per il futbòl.
La svolta quando ha riportato Dortmund sui radar del grande calcio tedesco ed europeo, nel frattempo migliorando radicalmente, con i metodi di allenamento ma pure con un lavoro psicologico eccezionale, tanti giocatori normali.

Da pochi mesi si è seduto (si fa per dire, che lui è uno che le partite le vive in piedi, proprio come i tifosi del muro giallo) sulla gloriosa è un po’ impolverata panca di Anfield.
Non saranno partite normali, per il “normal one”, quelle tra le due squadre che non camminano mai sole.