“Le ragioni del No”: ad Acqui un convegno su Riforma costituzionale e Italicum

costituzione_optL’A.N.P.I. sezione Pietro Minetti “Mancini” di Acqui Terme (AL) propone una serata di discussione sulle ragioni del “No” alla Riforma Costituzionale e alla legge elettorale (cosiddetta “Italicum”).

L’evento, che avrà luogo lunedì 21 marzo alle ore 21 a Palazzo Robellini, avrà come relatori Davide Servetti, assegnista di ricerca di Diritto Costituzionale all’Università del Piemonte Orientale e all’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Giorgio Barberis, ricercatore di Storia del Pensiero Politico presso l’Università del Piemonte Orientale.

“Ci troviamo in un momento delicato e complesso per le sorti della nostra Democrazia. La Costituzione Repubblicana, frutto della lotta di Liberazione contro il nazifascismo, è il punto culminante della storia del nostro Paese, patto di civile convivenza tra uomini liberi, nata dall’incontro di tante culture che alimentarono la Resistenza, intesa ad impedire e prevenire qualsiasi tentazione e pratica autoritaria” spiegano gli organizzatori del convegno.

“Già nel 2006 un tentativo di stravolgimento della seconda parte della Costituzione, quella che definisce la forma di governo,  è stato sventato della maggioranza degli Italiani attraverso un  referendum. Ancora una volta, di fronte alle difficoltà in cui annaspa il Paese, è stato riproposto un nuovo assetto costituzionale come medicina per tutti i mali, senza che se ne sia dimostrata una  reale necessità, dimenticando che, prima di essere riformata, la Costituzione andrebbe più coraggiosamente attuata. Si può senz’altro condividere l’esigenza di avviare una riflessione approfondita, al fine di affrontare gli affanni della nostra Democrazia anche attraverso puntuali aggiornamenti della Costituzione, rafforzando la partecipazione dei cittadini, dei corpi intermedi e dei territori e offrendo più spazi alle nuove diversità e alle fasce sociali più deboli che le istituzioni faticano a rappresentare. Quella in corso di approvazione è invece una riforma al ribasso, che produce un indebolimento delle istituzioni rappresentative  e una semplificazione e accelerazione dei procedimenti decisionali solo apparente. Soprattutto è preoccupante il combinato tra la Riforma Costituzionale e quella della Legge Elettorale, con il concreto rischio di trasformare una minoranza elettorale in maggioranza parlamentare e di governo. Ad aggravare il quadro sta il fatto che un Parlamento eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Corte abbia sconvolto il patto costituzionale che sorregge la vita politica e sociale del nostro Paese. Tutto ciò è avvenuto con decisioni assunte a maggioranza e a colpi di Fiducia, senza che i cittadini, a cui secondo l’articolo 1 appartiene la sovranità, siano mai stati coinvolti nella discussione. Nel deserto della comunicazione pubblica, chiediamo a tutti coloro a cui sta a cuore la difesa dei valori democratici di esprimersi in un vasto dibattito,  al fine di informare e stimolare la partecipazione e con lo scopo di giungere ai prossimi appuntamenti referendari con piena consapevolezza della posta in gioco”.