“La formazione costituisce per l’impresa il tassello principale su cui basare il proprio futuro in un’ottica di rilancio per promuovere il vero Made in Italy e dare più ampio respiro e valore alla progettualità di Coldiretti per le imprese e per il Paese. Ad appuntamenti come questo ne seguiranno altri per permettere alle aziende di stare sul mercato in modo sempre più competitivo”.
Così il Direttore Coldiretti Alessandria, Leandro Grazioli, ha aperto il convegno dedicato all’etichettatura e alla commercializzazione delle uova e del pollame che si è svolto oggi pomeriggio alla Camera di Commercio dal titolo “Produzione, etichettatura e commercializzazione delle uova e del pollame”.
Un incontro organizzato da Coldiretti in collaborazione con i Servizi Veterinari dell’Asl di Alessandria per cercare di fare un po’ di chiarezza su di un argomento nebuloso e non sempre trasparente: infatti, mentre l’agroindustria sta pensando di valorizzare le uova italiane con un brand, il settore avicolo, è immerso in un ginepraio di norme che differentemente, trovano applicazione non solo a livello regionale ma, anche semplicemente locale.
Approfondimenti a cura dei medici veterinari Giampiero Rizzola, Luigi Bellizzi e Andrea Fissore e della referente formativa dell’Asl alessandrina Emanuela Camurati: moderatrice Luisa Bo a rappresentare Coldiretti.
Durante l’incontro si è parlato della filiera produttiva che parte già dagli animali in vita, dalla tipologia di allevamento, dall’alimentazione degli stessi, dal loro benessere e continua con la macellazione e conservazione della carne o con la raccolta delle uova, dal loro stoccaggio e conservazione in azienda, dalla loro identità e tracciabilità, dalla loro manipolazione.
Per quanto concerne la macellazione di polli, conigli e selvaggina allevata da penna, la stessa può essere effettuata presso l’azienda, in appositi locali, previa notifica ai fini della registrazione: le analogie esistenti fra le tipologie di lavorazione delle carni di pollame, conigli e selvaggina allevata “da penna” fanno ritenere possibile l’utilizzo degli stessi locali per le attività di macellazione in tempi diversi di queste specie animali.
In riferimento alla commercializzazione delle uova per il consumo diretto, queste devono provenire esclusivamente da un “Centro di Imballaggio Uova” e devono essere anche contraddistinte da un codice del produttore.
Esistono comunque delle deroghe che devono essere citate in quanto permettono di distinguere due livelli di commercializzazione. Vengono esonerati alla timbratura solo quei produttori che provvedono alla vendita di uova da tavola in una attività cosiddetta complementare, ovvero fino a 50 galline ovaiole purchè venga comunicato/esposto all’acquirente il nome e l’indirizzo del produttore, nonché la data di produzione.
A livello della produzione primaria, inoltre, devono essere adeguatamente controllate per garantite la salubrità dell’alimento e la salute del consumatore, indipendentemente dal numero di animali ovaiole dal momento che la loro detenzione è finalizzata alla produzione di uova o carne, destinati ad essere immessi sul mercato per il consumo alimentare.
Un evento che si è rivolto soprattutto ai piccoli produttori primari che commercializzano i loro prodotti nelle aree mercatali, a domicilio e/o nei loro agriturismi con l’obiettivo di impartire alcune informazioni e linee di comportamento nel rispetto della normativa vigente e seguendo i principi della Sicurezza Alimentare, e per la tutela dei consumatori.