ATM giovedì pomeriggio in liquidazione, dunque? E poi, che ne sarà dei servizi forniti dall’azienda, a partire dal trasporto pubblico urbano, fino a servizi più specialistici ma non meno necessari (trasporto alunni e trasporto disabili, ad esempio)? E chi gestirà i parcheggi, potenziale ‘gallina dalle uova d’oro’, con ‘buchi neri’ come il parking di via Parma?
Lunedì mattina finalmente, dopo reiterate richieste al riguardo del suo presidente Gianni Barosini, i membri della commissione Bilancio del comune di Alessandria hanno potuto incontrare il presidente di ATM, Giancarlo Quagliotti. Figura assolutamente ‘mitizzata’ in questi mesi, Quagliotti ha scelto profilo e tono decisamente ‘bassi’, dicendo con molta umiltà,in sostanza, di essere arrivato ad Alessandria a fine novembre con l’intento di lavorare ad un piano di rilancio dell’azienda di trasporti alessandrina, e di avere però trovato una situazione contabile/finanziaria molto più complicata del previsto. Tanto che la strada, se ne deduce, non potrà essere certamente la ricapitalizzazione, e neppure il fallimento ‘tout court’, ma invece la messa in liquidazione di ATM, con dimissioni dell’attuale cda, durato in sostanza il tempo di un inverno.
Passaggio, questo, che dovrebbe avvenire già giovedì alle 18, nello studio torinese del notaio Ettore Morone, dove si svolgerà l’assemblea dei soci: oltre al comune di Alessandria, i comuni di Valenza e Torino, complessivamente con meno del 5% delle quote.
Ma lasciamo al presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Rosso, Gianni Barosini, il compito di una sintesi della seduta di lunedì:
“Il presidente Quagliotti ha confermato le spaventose cifre di bilancio, con più di 8 milioni di perdite al 30 novembre 2015. Incredibile come invece al 30 giugno scorso il deficit fosse di 1,1 milioni di euro, e si prevedeva, per fine 2015, un disavanzo di 2 milioni. Poi la dura realtà, al 30 novembre una nuova fotografia economico-finanziaria: le cifre non corrispondevano, una mole esorbitante di crediti non risultavano ‘esigibili’. Da lì la necessità di una ristrutturazione radicale, sia sul fronte dei servizi che su quello dei dipendenti. Questo ciò che ci hanno raccontato lunedì i vertici ATM. Ora si va verso la liquidazione della azienda , il 17 marzo l’assemblea dei soci Atm si riunirà e prenderà la drammatica decisione, deliberando in tal senso. Ciò che emerge, purtroppo, è la perdurante carenza di progettualità, di trasparenza, di mancanza di dialogo con le parti sociali. Un ultimo dato su cui riflettere: nel 2012 Atm fatturava 13 milioni di euro, nel 2015 solo 11 milioni circa. Ad oggi non si conosce la reale volontà dell’amministrazione, non si ha notizia di possibili investitori, non è dato conoscere le reali intenzioni dell’operazione con Amag-refugium peccatorum. Si parla di modernizzazione, di tutela dei lavoratori: quest’ultima una delle prima nostre preoccupazioni. La Commissione Bilancio verrà riconvocata sicuramente dopo il 17 marzo, invitando al confronto anche le organizzazioni sindacali”.
I sindacati, ‘convitato di pietra’ di questa vicenda, pochi giorni fa così hanno sintetizzato la loro posizione, mentre poco prima c’era stata la presa di posizione ufficiale del comune, con questa nota.
Una situazione che, certamente, apre inevitabilmente le porte anche a legittime interpretazioni ‘dietrologiche’: Giancarlo Quagliotti, longa manus del sindaco di Torino Fassino e della sua ‘corrente’ (principali esponenti alessandrini Rita Rossa e Paolo Filippi) è davvero arrivato ad Alessandria con l’intento di rilanciare ATM, o fin dall’inizio il suo scopo era chiuderla, evitando questo passaggio ‘imbarazzante’ ad esponenti del Partito Democratico mandrogno? In questi ultimi quattro anni (quando, conti alla mano, la situazione di ATM pare essere precipitata, anche se il malessere affonda le radici più lontano) è stato fatto tutto il possibile per salvare l’azienda, e il precedente cda è stato adeguatamente supportato dall’amministrazione di Palazzo Rosso? Ognuno potrà cercare in questa vicenda le domande e risposte che crede.
Certamente ai dipendenti di ATM preme però sapere che ne sarà del loro futuro, mentre gli alessandrini (che peraltro si sono abituati da molto tempo a fare a meno di un pessimo servizio di trasporto pubblico, e ad usare l’auto) gradirebbero forse aver chiaro se avranno mai a disposizione autobus e parcheggi adeguati, gestiti da chi e a quali costi, diretti e soprattutto indiretti.
E. G.